Ma poi è arrivata la Guerra. Quella vera. Ed ha ammutolito tutti.
sembrano le parole di mio padre che sottotenente di complemento di fanteria si trovava in Albania quando è scoppiata la guarra. Quando tra gli ufficiali è arrivata la notizia la maggioranza di loro accolsero la notizia con baldanza. Il Colonnello spense subito l'euforia dicendo "ve ne accorgerete che cosa vuol dire fare sul serio la guerra". Ed aveva ragione: al primo scontro a fuoco avvenuto nei pressi di Scutari dopo circa una settimana, l'intera compagnia della quale faceva parte mio padre è stata decimata. Mio padre essendo stato ferito ad una gamba da una una pallottola di mitragliatrice, ed essendo un ufficiale, è stato fortunato. E' preso in carico dalla Croce Rossa che lo ha messo su una autoambulanza e portato a Valona da dove, con una nave ospedale, è stato portato a Bari. Da qui con un treno è arrivato all' ospedale, al Mauriziano di Torino, dove, con i mezzi e le conoscenze dell'epoca, hanno finito di fare quello che la pallottola non era riuscita fare.
Quando ero piccolo nelle mie letterine per Babbo Natale scrivevo sempre che volevo un fucile o in alternativa una pistola: mai avuto un'arma; ho dovuto aspettare la maggiore età.
Nel mio precedente intervento avevo scritto che se si deve fare una guerra è meglio lasciarla fare agli inglesi: loro non hanno perso una guerra.