SILVANDOS

Membro Attivo
Proprietario Casa
Buongiorno
in un condominio formato da 4 singole palazzine di circa 14 appartamenti ciascuna nell'autunno 2016 sono state apposte le termovalvole. Adesso ad un anno di distanza l'amministratore nell'assemblea condominiale propone di "fissare" ad una temperatura minima di 1 o 2 dette termovalvole. Questo perché ogni palazzina è composta di alloggi abitati e di alloggi di seconde case quindi giustamente i proprietari delle seconde case tengono i contabilizzatori in posizione antigelo (per non consumare calore visto che le case sono vuote). Questo a dire dell'amministratore va a scapito del buon funzionamento della caldaia e dei condomini residenti che devono tenere alto per avere calore, quindi vorrebbe far bloccare le termovalvole a 1 o 2 in modo da tenere anche gli appartamenti vuoti al caldo (così come era con le vecchie caldaie). Domanda: ma questo non va contro i principi per cui sono state messe le termovalvole? Ci sono regole in proposito visto che è un condominio?
In caso di approvazione da parte dell'assemblea di questa regola sono obbligato a farlo fare nel mio appartamento? A me sembra una prevaricazione e un non senso obbligarmi a pagare per un calore continuo che non mi serve. Grazie. saluti
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
In caso di approvazione da parte dell'assemblea di questa regola sono obbligato a farlo fare nel mio appartamento? A me sembra una prevaricazione e un non senso obbligarmi a pagare per un calore continuo che non mi serve.
No,l’assemblea non può deliberare sull’uso di parti private.
Inoltre anche chi non usa il riscaldamento è tenuto a pagare una quota che è calcolata proprio in funzione delle dispersione e dei consumi complessivi.

Ho lo stesso problema:ho una casa a Milano dove sto poco,e tengo le valvole chiuse.Spendo 90euro di consumi,e più di 500 di quota “dispersione”.
Capisco che forse quelli sopra e sotto ricevono meno calore di prima per via del mio impianto spento,ma l’obbiettivo è il risparmio energetico (e economico) ,e le valvole ce le hanno imposte proprio per evitare gli sprechi.
 

moralista

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questa è una vera ladrata autorizzata in Belgio dalla comunità europea, dove le case sono costruite diversamente con sistemi diversi, zone che raggiungono i meno 20 gradi che da noi non esistono, ma la normativa autorizza ad andare in deroga a tale norme, e i condomini non interessati e beneficiati da queste norme votano contro e non si riesce ad avere la maggioranza, oppure bisognerebbe andare in causa e far decidere con una sentenza l'applicazione della deroga che può arrivare dal 34% al 64% con i vecchi mm. sulle spese di contenimento energetico
 

moralista

Membro Senior
Professionista
Semplice dopo aver interpellato il tecnico estensore dei nuovi mm. del riscaldamento, per un negozio penalizzato per un eccessivo costo delle dispersioni, mi ha consigliato di portare in assemblea la proposta di andare in deroga per tali mm. applicando al massimo le percentuali già citate, che andrebbero a gravare sui beneficiari di appartamenti centralizzati e non i piani alti a terra, la maggioranza con voto maggioritario (come era prevedibile) ha respinto la proposta all'o.d.g. e non rimane che la via legale per l'applicazione di detta norma, solo con una sentenza giudiziale si può ottenere, ora e vedere se tutti gli interessati sono d'accordo di andare in causa il seguito si vedra
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
Che senso ha andare in causa per ottenere l’applicazione di una deroga ad una norma,che se possibile,lo è per scelta ? Che consiglio è ?
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
l'amministratore nell'assemblea condominiale propone di "fissare" ad una temperatura minima di 1 o 2 dette termovalvole.
trovo strana questa proposta dell'amministratore perché denota una certa impreparazione sull'argomento.
Ti allego un paio di documenti, un pò datati ma li avevo raccolti per capire a cosa si andava incontro installando nel condominio le termovalvole con i contabilizzatori di calore nel condominio dove abito che è una palazzina di 5 piani fuori terra costruita agli inizi degli anni '60 con riscaldamento a colonne montanti e centrale termica con pompe fisse.
Purtroppo non mi ritrovo un articolo che prendeva in considerazione un condominio dove 2/3 degli appartamenti era costituito da seconde case, disabitate nel periodo invernale. In questo caso chi ha redatto l'articolo era arrivato a calcolare che la quota fissa a carico di tutti i condomini era del 70% della spesa di acquisto del carburante mentre solo il 30% doveva essere ripartito secondo i consumi.
 

Allegati

  • Ripartizione calore.pdf
    248,9 KB · Visite: 38
  • Contabilizzazione e norma UNI 10200-2015 (1).pdf
    1.002,5 KB · Visite: 44

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
In questo caso chi ha redatto l'articolo era arrivato a calcolare che la quota fissa a carico di tutti i condomini era del 70% della spesa di acquisto del carburante mentre solo il 30% doveva essere ripartito secondo i consumi.
Io ricordo invece un articolo che dimostrava la inadeguatezza della norma 10200 ( o come diavolo si chiama) che detta le regole per la applicazione della contabilizzazione, nel caso delle "SECONDE CASE": difatti mi risulta essere in elaborazione una revisione della UNI.

A mio parere aggiungerei pure un ulteriore fattore distorsivo: nella maggior parte dei casi ho visto che la generazione dei nuovi "millesimi" è elaborata su un modello teorico delle dispersioni delle pareti e dell'impianto, senza che venga in realtà fatta alcuna verifica sperimentale sulle effettive caratteristiche delle pareti opache e trasparenti, della configurazione fisica dell'impianto di distribuzione e stato dell'isolamento.
In genere si assume che le caratteristiche costruttive siano corrispondenti a tipologie standard definite per periodo di costruzione: il che mi ricorda il pollo di Trilussa.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
difatti mi risulta essere in elaborazione una revisione della UNI.
benissimo: ma fin quando non viene pubblicata vale quella vecchia.
In genere si assume che le caratteristiche costruttive siano corrispondenti a tipologie standard definite per periodo di costruzione:
direi che, come nella redazione dell' ACE, si fa riferimento alla caratteristiche costruttive: spessore e tipologia. I dati della trasmittanza termica mi auguro che siano stati elaborati da Enea e/o dalle facoltà di ingegneria specializzate in termotecnica o caratteristiche dei materiali usati per la costruzione degli edifici. Altrimenti è meglio che ce ne andiamo tutti a casa.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Vale la vecchia... ma non è una consolazione, sapendo che è inadeguata in determinate situazioni.
Quanto ai vaLori tabellari della trasmittanza non dubito siano stati misurati/elaborati in qualche laboratorio.
Ma non ho mai visto ( e per certi aspetti per fortuna) fare stratifigrafie o misurazione per la verifica di spessori e tipologie.
Alla fin fine in edifici anni 50-60, non coibentati, o in seconde case, forse adottare un coefficiente fisso attorno al 40%, potrebbe essere piu equo.
La legge regionale Lombardia, quando uscì, prevedeva che prima di attuare la contabilizzazione, dovevano essere attuati interventi per isolare e bilanciare i consumi.
 

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