Quando, mezzo secolo fa,frequentavo con poco profitto l'Istituto Tecnico per Geometri avevo studiato (si fa per dire) che il matrimonio era un contratto.
Adesso non è più così: il matrimonio è atto negoziale.
Leggo da internet: "
il mio prof ce l'ha fatto scrivere ogni giorno: il matrimonio NON è un contratto. Perchè:
• non c’è un rapporto giuridico, quindi i diritti che conseguono al matrimonio non sono diritti reali e diritti di credito;
• non sorgono delle obbligazioni, ma degli obblighi.
Il matrimonio non crea/modifica/estingue un rapporto giuridico patrimoniale. Effettuato il matrimonio, scatta l’obbligo di produrre reddito. Non c’è un rapporto giuridico (ossia un rapporto che riguarda i diritti reali e diritti di credito); non sorgono delle obbligazioni, ma degli obblighi.
Se io non rispetto gli obblighi del matrimonio, come la fedeltà, c’è la separazione, la quale è una sanzione di carattere personale (non ha risarcimenti dal punto di vista patrimoniale)."
Ma allora, stando anche alla sentenza della cassazione citata da @
JERRY48, che significato ha sposarsi in regime di comunione dei bene piuttosto che in regime di separazione dei beni?
Mi ero convinto, per capire la differenza tra i due regimi patrimoniali di matrimonio, che contraendo il matrimonio in regime di comunione dei beni, i beni di entrambi i coniugi si fondessero in un unico patrimonio indistinto e che nella ipotesi di una separazione detto patrimonio venisse diviso a metà indipendentemente dalle quote di partecipazione iniziali.