Buongiorno, siamo una giovane coppia con figli e conviviamo... A livello fiscale conviene infatti così al momento... Stismo però per comprare la nostra prims casa.... Cambierebbe qualcosa sposarci? A livello di isee oer esempio... O comunwue basta che ognuno di noi faccia il suo 7,30 e scarichiamo le detrazioni al 50%?nel modulo precompilato, dovrebbe essere già tutto considerato? Grazie mille in anticipo e buona serata
Replico a questo vecchio quesito perché è interessante ma non mi mi pare che abbia avuto un grande approfondimento nel merito.
Da quel che so, a livello di ISEE anche il partner convivente che risulti nello stesso stato di famiglia deve dichiarare in DSU reddito e patrimonio di entrambi i conviventi, quindi non credo che cambierebbe l’ISEE con il matrimonio.
Diverso il caso di una convivenza tra semplici coinquilini non iscritti nello stesso stato di famiglia, per cui reddito e patrimoni non si sommerebbero ai fini ISEE.
Poi ci sono altri aspetti da considerare.
Per esempio le eventuali detrazioni in dichiarazione dei redditi per familiari a carico se il coniuge non ha reddito o lo ha molto basso, detrazioni che non mi pare includano i conviventi.
Tra l’altro, a quanto leggo,
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Se il mutuo è cointestato con il coniuge fiscalmente a carico, il coniuge che sostiene interamente la spesa può fruire della detrazione per entrambe le quote di interessi passivi, sempre che il coniuge a carico sia comproprietario dell’abitazione. “
Dal contratto di mutuo alla dichiarazione dei redditi, tutti gli elementi da verificare per detrarre correttamente gli interessi passivi del mutuo
www.fiscoetasse.com
Chi gode di un’assistenza sanitaria di categoria, che rimborsa spese mediche non coperte dal SSN, a volte so che può estenderla al coniuge… in qualche caso però è prevista l’estensione anche al partner convivente, altro aspetto da verificare caso per caso.
Se si acquista casa, sarà automaticamente intestata al 50% a entrambi i coniugi, a meno che non abbiano optato per la separazione dei beni, anche se a pagare tutto o gran parte fosse uno solo dei coniugi.
In caso di decesso del convivente, l’altro non avrà alcun diritto ereditario, a meno che non sia esplicitamente nominato in un testamento, e tenendo comunque conto delle quote che per legge sono riservate agli eredi legittimi (figli, genitori, fratelli, coniuge, ma non il convivente).
Secondo una guida online (ma mi piacerebbe trovare conferma)
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In presenza di coppie non sposate, il convivente superstite ha il diritto di continuare a vivere nello stesso immobile per due anni, per il periodo pari alla convivenza se superiore a due anni, non oltre cinque anni.”
Si valuteranno i vantaggi della convivenza rispetto al tradizionale vincolo matrimoniale e verranno messi a confronto.
www.diritto.it
Il convivente non ha neanche diritto al TFR e alla pensione di reversibilità, che invece spettano al coniuge superstite.
Questi sono solo alcuni aspetti che mi vengono in mente ma ce ne saranno sicuramente altri.
Ulteriori considerazioni andrebbero fatte sui diritti e doveri dopo l’eventuale separazione della coppia.