Purtroppo la tassazione degli immobili, come detto più volte da me, va di pari passo alla rendita catastale.
Ora nella nuova riforma vi vuole passare come unità di misura dal vano al mq catastale facendo finta di dimenticarsi che un vano ha delle consistenze ben specifiche per essere tale e non è casuale la cosa.
Qui tempo fa ne avevo parlato sul mio blog così
IL COSTRUTTORE EDILE: DAL VOLUME DELL'IMMOBILE ALLA RENDITA CATASTALE ALLA I.U.C parte 3 (calcolo delle consistenze)
Detto questo la tassazione di qualunque immobile ad uso abitativo (escludiamo i commerciali ed industriali che sono impostati diversamente) si basa
Imposta IMU = rendita catastale (non rivalutata e indicata in catasto x aliquota comunale (cambia da comune a comune, con massimi e minimi di legge) x moltiplicatore (160 per le abitazioni) x mesi di possesso x la quota di possesso.
Ovviamente essendo la rendita catastale la base imponibile su cui calcolare l'imposta IMU (vale anche per la TASI) ecco che raddoppiando a tutti la rendita raddoppi le imposte.
Poi inizialmente erano previsti degli indici che andavano a variare a fine classamento tutti i parametri
1) In presenza dell'anno di costruzione e dello stato di manutenzione (già indicati oggi in DOCFA ma puramente a fini statistici)
2) In presenza di un dato rispondente al rendimento energetico (vedi APE)...andando così però a penalizzare tutti i vecchi immobili che hanno già poco valore ed hanno una classe energetica non buona.
3) Dovuta alla necessità di fare interventi (vedi stato di manutenzione) volti a manutenzionare gli edifici.
Tutti questi aspetti, a parte il fatto che possono variare con il tempo, comportano un catasto "mobile" ossia che da anno in anno sarebbe soggetto a variazioni, perchè stato d'uso può cambiare in presenza d'interventi o il non intervenire per risolvere problematiche comporta molto spesso un peggioramento delle stesse.
Poi dalla mia esperienza legare e rendere così complesso il catasto (che già di per sè non è semplicissimo) comporta ulteriori problematiche.
Altro aspetto ignorato completamente dalla riforma:
Già oggi e già da parecchi anni la correzione delle rendite catastali (antiquate e vetuste) sta proseguendo (vedi DL 78/10 sulla corrispondenza catastale).
Purtroppo essendo questo fattore legato al mercato immobiliare, meno immobili vengono trasferiti (compravenduti, donati, passati in successione) meno correzioni vengono fatte e finchè il mercato rimarrà stagnante non potranno emergere tutte quelle iniquità che ci sono ancora e sono dovute ad immobili censiti a metà del secolo scorso e mai più variati (quando venivano variati non si toccava il catasto).
Oggi tutto ciò non vale più, anche la variazione minima: la porta spostata o il muro che c'era e non c'è più, comportano un rifacimento del catasto.