Io ho sempre interpretato la seconda planimetria pubblicata dal postante come la reale rappresentazione dello stato di fatto attuale che però è una evoluzione consensuale non registrata dell'atto di divisione originario.
Il problema è proprio quello quando hai una rappresentazione della realtà che non è acclarata dall’atto che è probante ma che necessita sempre di una eventuale rettifica catastale.
noi sappiano che il pezzettino è una corte esclusiva ma non sappiano di chi, non vorrei (ne ho viste) di vecchi frazionamenti dove alla morte del de cuis iniziale viene diviso in due e poi nella voltura ci si dimentica dei pezzettini rimasti (creatisi per volontà di entrambi di avere un accesso comune). Non vorrei che la particella fosse rimasta al vecchio de cuis.
sto impotizzando, ma quando vedo due case di due fratelli (uno ricordiamo che è morto) costruite vicino e con un accesso comune molto probabilmente (e lo dico perché ho un caso simile in famiglia) sono la derivazione di un frazionamento di un unico terreno originario di proprietà del papà che, al momento della morte (a volte anche prima) viene frazionato e diviso tra gli eredi.
Purtroppo capita anche molto spesso che nel partire da un terreno unico con un numero di mappa e farne 2 (le due proprietà) ci si dimentichi di come dare attribuzione agli accessi comuni (che poi magari sono appartenenti ad uno dei due) con diritto di passaggio dell’altro.
Se di proprietà dell’altro, e l’altro volesse chiudere, devi anche capire se nell’atto di provenienza è stata indicata una servitú di passaggio a favore dell’altro. Se così non fosse e non si trattasse di un fondo intercluso (con possibilità altra d’accesso) molto facile essere indirizzati altrove, salvo poter dimostrare di utilizzare quell’accesso da 20 anni almeno!
P.S basta veramente una sciocchezza come una non precisione su una servitù per finire in un ginepraio pauroso!