Non sono un pessimista perché penso che x ogni situazione ci sia una soluzione ma la vedo un po' ... buia ... Salvo che non dimostri la possibilità che si possa accedere da altra posizione.
 
allora: il vascone è recintato con un muretto alto circa 50 cm alla cui sommità è stata collocata una rete; all'interno, nella fascia di rispetto, c'è una siepe. Per accedere al vascone si deve entrare dal cancello di ingresso al podere del contadino, girare a destra e risalire avvolgendo la collina in senso antiorario sino ad arrivare al vascone. Entrambi i cancelli sono chiusi con catene e lucchetti le cui chiavi sono in possesso solo dell' ente.
Se così è e non c'è mai stata una contestazione da parte del proprietario, intestato, sia la strada, che l'area del vascone, sono stati usucapiti.
Comunque ho qualche dubbio che la chiave del cancello non sia anche nel possesso del vecchio proprietario, a meno che non disponga di un altro accesso. In tal caso si metta l'anima in pace. Potrà pretendere solo che venga regolarizzata la pratica con la voltura delle particelle espropriate o occupate pacificamente.
 
Il problema rimane sempre la strada che grava come una vera e propria servitù sul proprio terreno ed il contadino vorrebbe monetizzare, altrimenti vorrebbe spingere l'ente pubblico a farsi un ingresso proprio su strada pubblica.
A distanza di tanto tempo, se anche non avessero usucapito la proprietà, di certo hanno usucapito la servitù di passaggio. Pertanto la richiesta dell'indennizzo sarebbe inutile.
 
Ancora una volta in più si riafferma la prepotenza delle PA a cui non gliene frega nulla di porre vincoli soprattutto ai "piccoli" proprietari. Ho visto citare l'usocapione: per essa bisogna indire un processo dimostrando di aver utilizzato senza sosta e senza che qualcuno abbia preteso i propri diritti per 20 anni
Trascorso un anno dal possesso l'onere della prova è a carico di chi rivendica.
 
Ma ne ho visto veramente di tutti i colori. Anche, per evitare questo, procedere con espropri per "ragioni di forza maggiore" ai fini della "necessaria manutenzione di impianti". Si trattava di cabine elettriche. Effettivamente non è una situazione serena. La soluzione possibile è dimostrare con evidenza che per accedere al vascone è posssibile e (meglio) più agevole accedervi con altro passaggio da istituire sgravando pertanto il podere da un vincolo vessatorio per un passaggio inidoneo allo scopo della manutenzione dell'impianto. Come accennato da vittorievic.
Ormai trascorsi oltre vent'anni dall'istituzione della servitù di passaggio, accettata tacitamente, non resta che trovare un accordo fra le parti per traslarla.
 
Penso anche io sia la cosa migliore tentare, anche se combattere con alcuni enti spesso è una battaglia persa. Cercare di trovare un accordo con la formula "do ut des" è la cosa migliore per non rimetterci molto, a volte troppo!
 
Se così è e non c'è mai stata una contestazione da parte del proprietario, intestato, sia la strada, che l'area del vascone, sono stati usucapiti.
il vascone è recitato con un muretto in laterizi con sopra una rete, all'interno è stata messa una siepe che è alta fin oltre la rete, anzi sbuca al di fuori: tutta l'area è perimetrata in questo modo ed ha due cancelli uno per accedere alla vasca ed uno per accedere al manufatto con le pompe. La strada raggiunge ambedue i cancelli che sono in posizioni diametralmente opposte in pratica la strada arrivata in quota esegue la semiperimetro della vasca.
Siccome la strada parte dall'interno del podere di proprietà del contadino, che ci abita con tutta la famiglia patriarcale (lui vedovo e 4 figli con relative famiglie), il medesimo ha pensato anni fa di mettere una catena con lucchetto che sbarra la strada cosicché i tecnici dell'ente, per salire alla vasca devono chiedere di aprire il passaggio.
Il tutto è stato costruito sulla base di un documento di accordo preliminare del 1972, sottoscritto dall'ente e dal contadino, con il quale l'espropriante sosteneva che a lavori conclusi avrebbe formalizzato l'esproprio e definito l'importo del risarcimento; i lavori sono terminati nel 1979. Non credo che si possa applicare l'usucapione, tanto è vero che nel 2019 l'ente ha fatto una offerta di risarcimento per la sola vasca. Tu pensi che l'ufficio legale dell'ente non abbia già pensato all'usucapione?
Ad oggi il proprietario della vasca è il contadino, l'ente non ha la proprietà o l'affitto di un fondo intercluso, occupa con una sua struttura il terreno del contadino; la strada per arrivare alla vasca la ha costruita l'ente e dopo la fine dei lavori la usa anche il contadino per raggiungere più agevolmente con le macchine operatrici i propri terreni.
Io volevo sapere se il contadino può chiedere la metà dell'esproprio dei propri terreni per la costruzione della strada perché questa è una servitù sulle 5 particelle che la strada attraversa.
 
@vittorievic, io rispondo a quanto leggo, se poi cambi i dati forniti prima, ovviamente le mie precedenti affermazioni non hanno senso.

il vascone è recitato con un muretto in laterizi con sopra una rete, all'interno è stata messa una siepe che è alta fin oltre la rete, anzi sbuca al di fuori: tutta l'area è perimetrata in questo modo ed ha due cancelli uno per accedere alla vasca ed uno per accedere al manufatto con le pompe. La strada raggiunge ambedue i cancelli che sono in posizioni diametralmente opposte in pratica la strada arrivata in quota esegue la semiperimetro della vasca.
Siccome la strada parte dall'interno del podere di proprietà del contadino, che ci abita con tutta la famiglia patriarcale (lui vedovo e 4 figli con relative famiglie), il medesimo ha pensato anni fa di mettere una catena con lucchetto che sbarra la strada cosicché i tecnici dell'ente, per salire alla vasca devono chiedere di aprire il passaggio.
vittorievic ha scritto:
allora: il vascone è recintato con un muretto alto circa 50 cm alla cui sommità è stata collocata una rete; all'interno, nella fascia di rispetto, c'è una siepe. Per accedere al vascone si deve entrare dal cancello di ingresso al podere del contadino, girare a destra e risalire avvolgendo la collina in senso antiorario sino ad arrivare al vascone. Entrambi i cancelli sono chiusi con catene e lucchetti le cui chiavi sono in possesso solo dell' ente.
Il tutto è stato costruito sulla base di un documento di accordo preliminare del 1972, sottoscritto dall'ente e dal contadino, con il quale l'espropriante sosteneva che a lavori conclusi avrebbe formalizzato l'esproprio e definito l'importo del risarcimento; i lavori sono terminati nel 1979. Non credo che si possa applicare l'usucapione, tanto è vero che nel 2019 l'ente ha fatto una offerta di risarcimento per la sola vasca. Tu pensi che l'ufficio legale dell'ente non abbia già pensato all'usucapione?
Il fatti che descrivi adesso sono completamente differenti da quelli precedenti.
E se è vero che se c'era un accordo sottoscritto fra le parti era vincolante non poteva durare per l'eternità, ritornando a sottostare ai vincoli dell'usucapione, penso che chi ha sottoscritto l'offerta per il risarcimento ha dimostrato di essere ingenuo, rischiando di dover rifondere i danni arrecati all'ente per il suo improvvido intervento(salvo che non ci siano accordi tracciati intermedi)
Ad oggi il proprietario della vasca è il contadino, l'ente non ha la proprietà o l'affitto di un fondo intercluso, occupa con una sua struttura il terreno del contadino; la strada per arrivare alla vasca la ha costruita l'ente e dopo la fine dei lavori la usa anche il contadino per raggiungere più agevolmente con le macchine operatrici i propri terreni.
Io volevo sapere se il contadino può chiedere la metà dell'esproprio dei propri terreni per la costruzione della strada perché questa è una servitù sulle 5 particelle che la strada attraversa.
La proprietà è dell'ente essendo trascorsi vent'anni dall'occupazione, sempre nel suo possesso, senza opposizione. Anche la servitù di passaggio sulla strada interna dovrebbe essere usucapita avendone goduto per oltre vent'anni senza contestazione, per giunta "Entrambi i cancelli sono chiusi con catene e lucchetti le cui chiavi sono in possesso solo dell' ente".
 

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