Quella che proponi è una questione politica che non è mai stata approfondita (finora).
In pratica, esiste un gruppo di condòmini che decide di costituirsi in condomìnio con una maggioranza qualificata, nomina l' amministratore e apre il proprio codice fiscale.
La questione è: Chi potrebbe avere interesse a contestare la costituzione del nuovo condominio?
Risposta: Uno o più condòmini residenti nel "nuovo" condomìnio, oppure i condòmini del vecchio condomìnio che non vogliono far "staccare" una parte dei condomini. (Per analogia si può immaginare la padania che si stacca dall' Italia).
La mia opinione è che il "resto" del condominio (L' Italia, per intenderci), in questo caso non avrebbe alcuna arma per opporsi, a meno che non decidesse di imbarcarsi in una causa lunga e incerta, che probabilmente perderebbe.
Invece, alcuni "nuovi" condòmini (i cittadini della padania, per intenderci), potrebbero non gradire di aver cambiato nazione, ed essi potrebbero creare notevolissimi problemi, in quanto non avrebbero bisogno neanche di attivare una causa.
Basterebbe che i "dissidenti" scrivessero una raccomandata A/R al "nuovo" amministratore (della padania), dichiarando di non riconoscere il nuovo condominio, poi scrivessero una raccomandata al vecchio amministratore (dell' Italia) dichiarando che loro non riconoscono il nuovo amministratore poichè hanno votato contro, dichiarandosi a tutti gli effetti ancora cittadini "italiani".
Si aprirebbe in questo modo un contenzioso legale molto intricato!
Per questo motivo, è opportuno che i "padani" prima di costituirsi in condominio siano tutti d' accordo.