Cose strane quelle apprese nel post di Arabella. Dunque: piaciuto un immobile e il prezzo richiesto, il mediatore ti sottopone la formale proposta d'acquisto con tutti i relativi dati (prezzo, acconto,ecc.) poi ti chiede il nominativo del tuo notaio di fiducia da dover inserire, a sua detta, nella scheda; il che è una balla non essendo ciò scritto da nessuna parte (sarebbe perciò bastato inserirvi "con riserva d'indicare il notaio nel preliminare o comunque in tempo utile per il previsto rogito"); Il venditore in pectore nulla avrebbe potuto obbiettarvi.
A quel punto il mediatore, preso atto che il notaio non ce l'hai ti propone quello di "sua", diciamo così, fiducia. Come suole coi carrozzieri quando ti suggeriscono il loro avvocato. "C'est la vie" come sussurrano i seguaci di Macron.
Indi, perfezionata l'offerta d'acquisto (che implica già dei costi, tassa di registro ecc.), ne sono seguiti, come hai ammesso: sia il 'preliminare' di vendita, che 'qualcuno' avrà ben predisposto e redatto (presumibilmente il notaio, poiché il futuro rogito non vi si potrà discostare), sia i contatti per metterlo in condizioni d'operare fornendogli la necessaria documentazione, sicuramente esaminata se non altro per giudicarne la sufficienza o la necessità di qualche opportuna integrazione (specie per indagare sulla situazione giuridica dell'immobile e la tranquillante sua provenienza in capo al promittente venditore). Tra cui ci sono pure le visure catastali che secondo consueta prassi il notaio esegue, oggidì al computer (personalmente o tramite un coadiutore, ma questo poco importa nell'ottica parcellaria), agli inizi dell'incarico; ma che vengono cautelativamente rinnovate al momento, spesso lo stesso giorno, della stipula. Indi c'è la preparazione e stesura del rogito, la comparizione delle parti e del mediatore per le firme, la trascrizione nei RR.II. con gli inerenti esborsi, l'estrazione ed autenticazione delle relative copie.
Orbene, io non sono un notaio, o un facente funzioni, né mi ergo qui a difensore d'ufficio della categoria. Mi son limitato a citare il novero dei 'normali' adempimenti a cui, con parimenti 'normale' scrupolo deontologico, il notaio è tenuto in casi del genere. Lo stesso dicasi per i corrispettivi che gliene spettano (art.36 della Costituzione). Sotto questi profili tu hai espresso, se non erro, una duplice recriminazione. Hai in sostanza evidenziato: da un lato la doglianza per quella (scarsa) attività svolta finora in vista del rogito, ma poco forse valutando che questa ha una tempistica in necessaria coerenza con le pattuizioni
del contratto preliminare; d'altro lato la scoperta esosità di costo dell'operazione a fronte d'altri 'preventivi' posteriormente assunti. Il difetto sta quindi nel manico, per il fatto cioè di non averlo chiesto il preventivo al notaio già designato, con i rischi che ne derivano.
Ciò detto vengo all'essenza: tu sei libera di revocare a costui l'incarico fiduciario in ogni istante senza neppur dargliene spiegazione. A questo punto il notaio presenterebbe il conto per il lavoro già svolto (dandone ovviamente la prova all'occorrenza) mentre a te spetterebbe opporre la prova del se e come sia stato effettivamente svolto. Un'eventuale vertenza al riguardo credo che lascerebbe a tutti l'amaro in bocca. Non senza ritenere che un notaio 'sostitutivo' comincerebbe certo d'accapo l'espletamento del compito.
Un logico rimedio sarebbe quindi di andare dall'attuale - che però ho letto d'avere egli messo di mezzo l'avvocato (il che già complica abbastanza le cose) - per dirgli: "senta notaio, io sono rimasta alquanto sconcertata per via dei preventivi che mi sono giunti dai suoi colleghi, ma siccome sono aliena da sollevare questioni, specie con i professionisti a cui ho concessa la mia fiducia, veniamoci incontro nel concordare pacificamente una cifra per i suoi legittimi emolumenti sino alla conclusione dell'incarico. Dopo ci starà così pure un brindisi". Spesso funziona, resta quindi da rifletterci. Auguri.