La risoluzione del contratto di locazione per inadempimento del conduttore, ancorché non sia stata formulata espressamente dal locatore, è implicitamente contenuta e quindi tacitamente proposta con l’istanza di convalida dello sfratto, con la conseguenza che, in esito al giudizio a cognizione ordinaria susseguito alla trasformazione dell’originario procedimento per convalida, il giudice deve statuire sulla domanda di risoluzione.
Il pagamento dei canoni arretrati, effettuato dopo l’intimazione dello sfratto per morosità e prima dell’udienza di comparizione per la convalida, non ha effetto ostativo sulla risoluzione del contratto. Esso però fa venir meno la possibilità di pronunziare la convalida, subentrando, se il locatore insiste per il rilascio, l’esercizio dell’ordinaria azione cognitiva, diretta all’accertamento, mediante sentenza, dell’inadempimento e alla dichiarazione di risoluzione del contratto.
Premessa: non ho una competenza formalizzata in materia. I contenuti giurisprudenziali che hai citato si riferiscono (1) al fatto che nella istanza di convalida dello sfratto per morosità del conduttore è implicitamente contenuta la domanda di risoluzione del contratto per inadempimento del conduttore; (2) agli effetti del pagamento dei canoni arretrati sulla risoluzione del contratto di locazione per inadempimento del conduttore.
Dunque, l'inadempimento di cui parlano i contenuti giurisprudenziali che hai citato, è quello del conduttore moroso, e non quello del conduttore che non rilascia l'immobile alla data di scadenza del contratto (per esempio in seguito al diniego di proroga da parte del locatore).
La mia domanda riguardava invece la situazione che si determina quando la domanda di convalida di sfratto per finita locazione sopravviene sul procedimento, già in atto, di convalida di sfratto per morosità - o, indipendentemente dall'ordine secondo cui si producono le due domande, quando, appunto, vengono avanzate entrambe le richieste da parte del locatore. Sicuramente tra le due richieste non vige un rapporto di esclusione reciproca assoluta, sebbene - leggendo qualche sentenza - le cose possano essere abbastanza complicate.