Mi inserisco nel quesito "rinuncia usufrutto immobiliare" perchè sto per percorrere
tale esperienza. Dopo che ho appreso che la sentenza Cassazione civile n.482 del
10 genn. 2013 dove, finalmente, in contrasto col fisco che pretendeva si trattasse di
donazione indiretta (con tutte le conseguenze in materia di COLLAZIONE e costi vari) la stessa ha sentenziato come segue (sintetizzo): La rinuncia, pur producendo sul lato pratico gli stessi effetti della donazione, ne differisce sostanzialmente, perchè quet'ultima è un negozio bivalente fra il donante e il donatario, mentre la prima è un negozio unilaterale...omissis... e pertanto non necessita della forma prevista dall'art.782 c.c. (obbligo atto pubblico).
A questo punto chiedo agli esperti del Forum: Basterebbe, ai fini della trascrizione-modifica in Conservatoria e Catasto, un Atto notorio in cancelleria (o dal notaio???) con la presenza di due testimoni non parenti???
Eventualmente assistito da un avvocato??? Può l'avvocato sostituirsi al notaio???
E il notaio, nel caso di suo mandato, potrà astenersi dal calcolare il valore dell'usufrutto come avrebbe fatto prima di tale sentenza? Preciso che su un valore catastale di 110.000 euro tale valore si aggirerebbe intorno ai 25.000 euro.
Preciso che l'alloggio fu acquistato nel 1990 e intestato alla mia prima figlia come nuda proprietà e solo per prudenza mi riservai l'usufrutto. (Usufrutto passivo
per il godimento gratuito da una parte a mia figlia e l'IMU seconda casa per il
sottoscritto padre). Spero che sia la volta buona di poter una volta tanto fare uno
sberleffo al grande vampiro..... Ringrazio anticipatamente e vi saluto cordialmente.
QUIPROQUO.