Parlare di possesso ed usucapione pare anche a me eccessivo: ma penso occorra valutare anche un altro aspetto.
Credo che dal momento in cui il condominio autorizza il singolo a coibentare, accetta sostanzialmente un vincolo. Non credo che se tra qualche anno qualcuno si sveglia male, possa chiedere la eliminazione della coibentatura.
Provo a spiegarlo in altri termini.
Se la soffitta è agibile e calpestabile, la coibentatura dovrà essere ricoperta da materiale che permetta un certo carico: se questo requisito non venisse concordato e rispettato, il condominio si troverebbe a perdere una utilità (calpestio-agibilità della soffitta), e nemmeno potrebbe pretendere a posteriori di ripristinare lo stato dei luoghi.
Intendo cioè che occorre vedere nel lungo termine la situazione: la soluzione da adottare deve essere condivisa.
Aggiungerei anche che un buon amministratore potrebbe anche convincere il condominio a contribuire in giusta proporzione all'isolamento dell'intero sottotetto: i risparmi non saranno solo del proprietario dell'ultimo piano.
So che questa non è opinione condivisa, ma ricordo che alcune legislazioni in merito al risparmio energetico, in casi di edifici datati, non progettati con obiettivi di contenimento dispersioni, prevedono prima di applicare la ripartizione secondo i consumi volontari ed involontari, lavori condominiali atti ad equiparare le condizioni di tutte le u.i.; Solo dopo si potrà ripartire secondo i consumi-fabbisogni.
Credo che dal momento in cui il condominio autorizza il singolo a coibentare, accetta sostanzialmente un vincolo. Non credo che se tra qualche anno qualcuno si sveglia male, possa chiedere la eliminazione della coibentatura.
Provo a spiegarlo in altri termini.
Se la soffitta è agibile e calpestabile, la coibentatura dovrà essere ricoperta da materiale che permetta un certo carico: se questo requisito non venisse concordato e rispettato, il condominio si troverebbe a perdere una utilità (calpestio-agibilità della soffitta), e nemmeno potrebbe pretendere a posteriori di ripristinare lo stato dei luoghi.
Intendo cioè che occorre vedere nel lungo termine la situazione: la soluzione da adottare deve essere condivisa.
Aggiungerei anche che un buon amministratore potrebbe anche convincere il condominio a contribuire in giusta proporzione all'isolamento dell'intero sottotetto: i risparmi non saranno solo del proprietario dell'ultimo piano.
So che questa non è opinione condivisa, ma ricordo che alcune legislazioni in merito al risparmio energetico, in casi di edifici datati, non progettati con obiettivi di contenimento dispersioni, prevedono prima di applicare la ripartizione secondo i consumi volontari ed involontari, lavori condominiali atti ad equiparare le condizioni di tutte le u.i.; Solo dopo si potrà ripartire secondo i consumi-fabbisogni.