Non mi sembra che quell'Izzo pluriomicida sia stato assolto, anzi mi pare che si trovi ancora in vincoli, quantomeno se non erro in un centro psichiatrico. Poi è umano che tutti si possa fare errori; meno umano è quando a sbagliare è un chirurgo, un ingegnere, un tecnico che in galera ce lo mandano, mentre un magistrato alla peggio viene trasferito con promozione per "incompatibilità ambientale" (vedi caso Tortora). A non dir dei prelati che quando sbagliano, e spesso sappiamo "come", tutt'al più se ne parla a stento ma senza tangibili conseguenze.
Vedi Gianco, la tua "giustizia giusta" è - per quella antropica (su quella divina non ho... elementi) - solo un'utopia. Ciò in quanto, fra tutti i compiti e 'mestieri' quello d'un giudice
è certamente irto di difficoltà. Non a caso nel Vangelo riportato da Matteo (non Renzi e/o Salvini) sembra che il Gesù ammonisse: "non giudicare per non essere giudicato". Parole...sante è il caso di dirlo. Ma siccome il giudizio terreno è un male indispensabile, se
si vuole evitare che la società diventi sempre più un pollaio con tre galli e due galline, ben ne vengano le migliorie se possibili ed efficaci. Di almeno due, in quanto tali, se ne discute da gran tempo, ma non sembrano esservi nel 'contratto' (!) di governo giallo/verde.
Una consistente nella separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti. Io ricordo che rimasi inorridito quando degli amici penalisti (truppa a cui non appartenevo) mi raccontarono del P.M. che quando andava a trattare d'un procedimento col relativo collega giudice gli si sedeva sulla scrivania. L'altra dovrebbe consistere nel processo di grado unico essendo incomprensibile che un giudizio emesso da un giudice competente debba venire revisionato e talora capovolto da un altro giudice del pari competente. Senza poi sapere se l'errore, in caso di difformità, è del primo o del secondo. Resterebbe poi sempre a garanzia il vaglio della Cassazione posto a stabilire se quell'unica sentenza di merito è corretta in linea di diritto o se, al contrario, va rispedita al mittente. Già queste non certo ciclopiche riforme varrebbero (non lo dico io ma illustri esperti della materia) a rendere il pubblico 'servizio giustizia' più efficiente, credibile e senza costi abissali. Ma forse proprio per questo
da anni se ne discute ma non le si fanno. Una ragione ci sarà.
Comunque, Gianco, 'spes ultima dea' e beviamoci sopra tanto noi, voto o non voto, di fronte ai potentati restiamo sempre con le stesse braghe.