Forse che nel '63 , quando è incominciata l'industrializzazione della Cina qualche industria Italiana aveva lì qualche macchinario?
E' stata la loro forza a creare tutto, ogni fazzoletto di terra era coltivato, il loro estremismo: i carri carichi di mercanzie erano trainati da decine di donne, non dai buoi o cavalli (condivisibile o no).
Vero ! L'ho studiato per l'esame di Storia Economica. I canali e le numerosissime dighe negli anni '50-'60 venivano costruite con attrezzatura rudimentale, la terra rimossa veniva trasportata a spalla con delle ceste di vimini e con l'impiego di donne e bambini.
Con metodi rudimentali venne poi
dichiarata La Guerra ai Passeri.
Nel 1958, in Cina, si tenne l’VIII congresso del partito comunista. In tale circostanza il leader indiscusso della Cina e del partito, il grande timoniere, Mao, dichiarò guerra ai cosiddetti ‘quattro flagelli’: ratti, mosche, zanzare e…passeri! L’intento era eliminare quegli animali ritenuti infestanti. Se è facile intuire perché ratti, zanzare e mosche possano generare ostilità, il caso dei passeri necessita di qualche spiegazione. Il 1958 fu l’anno del
”grande balzo in avanti”, un piano per la crescita economica che, al contrario del modello sovietico basato sull’industria pesante,
concentrava i propri sforzi su agricoltura e piccola industria rurale. Dal momento che le rese agricole erano scarse, e considerato che il partito non poteva naturalmente ammettere di aver sbagliato qualcosa, era evidente l’esistenza dell’ennesimo ‘nemico del popolo’, una creatura terribile e famelica che impediva la realizzazione del piano. Questo nemico fu identificato proprio nel passero, colpevole di sottrarre riso e grano all’agricoltura. E dunque gli fu dichiarata guerra. Come sempre, la cosa venne presa molto sul serio. Un giornale di Shanghai titolava, il 13 dicembre 1958: “Tutta la città è all’attacco dei passeri”. L’articolo precisava: “La mattina presto la battaglia cittadina per distruggere i passeri è iniziata. In strade grandi e strette sventolavano bandiere rosse. Spaventapasseri sono apparsi sui palazzi, nei cortili, in spazi aperti, su strade e nei campi. Sentinelle, studenti delle medie e delle elementari, impiegati del governo, operai delle fabbriche, contadini e soldati dell’esercito popolare gridavano i propri urli di guerra. Nella città e in periferia quasi metà della forza lavoro cittadina è stata mobilitata per l’esercito anti-passeri”. Alla fine della campagna contro i passeri, almeno otto milioni di uccelli furono sterminati. Le campagne erano finalmente silenziose. Mao avevano vinto un’altra guerra. Non contro i capitalisti, questa volta, ma contro i piccoli nemici svolazzanti. Purtroppo, però, la vittoria del partito si rivelò una catastrofe di dimensioni epiche: i passeri, certo, non avrebbero più rubato riso e grano, ma non avrebbero nemmeno fermato il proliferare di animali voraci come locuste e cavallette di cui, solitamente, è nemico naturale. Questi famelici insetti, molto più difficili da sterminare dei passeri, si moltiplicarono senza ostacoli e crearono, loro sì, dei serissimi problemi all’agricoltura. Nella carestia che seguì morirono probabilmente circa trenta milioni di cinesi!