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La possibilità ce l'ho: dipende da quali documenti ti servono e, soprattutto, dipende se li ho o no (per esempio, non sono ancora riuscito ad avere copia del Regolamento del condominio A...)hai la possibilità di postare qualche documento?
Nella scheda catastale del mio box, oltre ai dati catastali (Foglio, Particella, Sub., Zona, Categ., Consistenza e Rendita) ci sono solo riportati la data ed il protocollo della "variazione di classamento" (suppongo da locale magazzino a box) e, nella colonna Dati Ulteriori, c'è scritto "Annotazione notifica", che non so cosa voglia dire. Non ho idea di quale utilità possano essere tali dati ai fini delle problematiche esposte.Le schede catastali sarebbero sufficienti
Il problema che ognuno si “arrangia” come può e come sa potrebbe creare futuri problemi in caso di trasferire possesso (compravendita, successione o donazione) per il mancato rispetto della corrispondenza urbanistica dell’immobile con lo stato di fatto, obbligatoria dal 1985; e con la corrispondenza tra stato di fatto e catasto obbligatoria ormai dal 2010!ho scoperto che la problematica descritta è abbastanza comune sia nella mia zona, sia in altre e che ognuno di "arrangia" come può e come sa, nel senso che nessuno ha le idee chiare (e qualcuno neanche le vuole avere...troppi fastidi e incombenze: l'importante è avere un posto dove ricoverare la macchina...) e le situazioni sono piuttosto "variegate".
A me sembra che la risposta corretta te la abbia data @Franci63: in ogni caso provo a riassumere cosa si è capito.Ho una planimetria di tutti i box allegata all'Atto. Altre cose non ne ho.
Non è proprio esatto: sia il condominio A sia quello B insistono ambedue, ciascuno per una parte, sulle stesse particelle.A e B sono due condomini distinti, e sembra (non sicuro dalla descrizione) che insistano su due particelle distinte.
Penso proprio di sì, altrimenti non ci sarebbero i sub per ogni box.sorti da un frazionamento e cambio di destinazione d'uso (si spera con regolare licenza urbanistica)
Anche in questo caso sembra proprio che sia così: corretto.fin da principio si è scelta la soluzione di identificare e gestire due condomini separati, ognuno per la propria particella e relativi sub.
Come si richiede tecnicamente tale elaborato, che non ho mai sentito? Di cosa si tratta esattamente? Tempi, luoghi, costi e modalità su Roma?Se quindi richiedessi in catasto l'elaborato planimetrico della particella A e di quella B, (ammesso che esista visto che parli di edifici anni '60)
Anche questo è esatto: gli atti non dicono nulla al riguardo e in essi le parti comuni non vengono identificate con esattezza, ma solo nominate genericamente, appunto, "parti comuni ai box" ("...confina con box n.... e con area comune di manovra...").Gli atti non dicono nulla sulla rampa, in termini di proprietà o uso?
-Sono identificate le relative parti comuni di ciascun condominio, o nascendo da un unico proprietario si sono dimenticati di identificarle e citarle?
Sono anch'io ormai convinto di questo, anche perchè ormai ne l'avete detto in più di uno, ma uno dei problemi è proprio che gli Amministratori dei condomìni sovrastanti NON VOGLIONO prenderne atto: nei preventivi e nei consuntivi dei due condomini il locale viene tuttora identificato come un tutt'uno (ovviamente per ciascun condominio), con un solo valore millesimale e con un'unica somma da versare, come se ci fosse ancora il vecchio proprietario che pagava le rispettive quote a ciascun condominio. Come si può fare per convincerli o obbligarli (come mi sembra si debba fare), beninteso pagando un compenso extra a carico dei soli proprietari del box? Raccomandata firmata da tutti? Ricorrere agli avvocati o addirittura al giudice mi sembrerebbe eccessivo. Quindi, come suggerite di procedere su questo argomento?l'amministratore dovrà prenderne atto
In effetti lo temevo/sospettavo: mi chiedo allora se "oggi" l'insieme sarebeb stato accatastato allo stesso modo.Non è proprio esatto: sia il condominio A sia quello B insistono ambedue, ciascuno per una parte, sulle stesse particelle.
Allora, anche se ciò è di fatto avvenuto, forse in realtà avrebbe dovuto trattarsi di due condomini minimi sotto un unico cappello, come se si trattasse di due scale di un unico complesso.fin da principio si è scelta la soluzione di identificare e gestire due condomini separati, ognuno per la propria particella e relativi sub.
E' un documento che oggi è tassativamente richiesto quando si presenta una domanda di accatastamento: rappresenta globalmente l'intero fabbricato insistente sulla particella, con la sommaria rappresentazione di tutti i subalterni presenti, sia di proprietà esclusiva, che per quelli comuni e non censibili: con quel documento si è obbligati a rappresentare l'insieme del fabbricato , con i suoi annessi e connessi (cortili, passaggi in comune, ecc): purtroppo negli anni 60 non era obbligatorio. E se non sono intervenute sostanziali richieste di riaccatastamento , non lo troverai.Come si richiede tecnicamente tale elaborato, che non ho mai sentito? Di cosa si tratta esattamente? Tempi, luoghi, costi e modalità su Roma?
Per la verità non mi riferivo solo ai box: ma specificatamente per gli appartamenti. Su quegli atti sono identificate le parti comuni' (scale, tetto, impianti, cortili, e delimitazione del suolo di pertinenza?)gli atti non dicono nulla al riguardo e in essi le parti comuni non vengono identificate con esattezza, ma solo nominate genericamente, appunto, "parti comuni ai box" ("...confina con box n.... e con area comune di manovra...").
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