jac0

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Ho letto di un'audizione al Senato del Direttore dell'Agenzia delle Entrate, dr. Attilio Befera, riguardante le rendite imobiliari.
In breve nel suo discorso ha asserito che le rendite immobiliari attuali "fanno rilevare una diffusa iniquità", essenzialmente riconducibile "all'inadeguatezza delle attuali categorie catastali", che con la rivalutazione e l'IMU "si è ridotta la distanza con i valori di mercato" e "d'altra parte è aumentata l'iniquità", inoltre che la riforma del catasto "è ormai irrinviabile" e "essenziale per ridare equità alla tassazione sugli immobili".
Infine ha concluso dicendo che "Se vogliamo un prodotto ottimo e che funzioni ci vuole tempo", un tempo "non inferiore a 5 anni".
Confidiamo nell'Equa Italia.
 

Daniele 78

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Saranno più di vent'anni che ne parlano si diceva volessero abrogare i vani catastali (ad esempio per le unità dl gruppo A in favore dei m²) e risolverebbero tutte le storture. peccato che manchi la legge che spiega come farlo, inoltre la SOGEI (azienda che crea il programma DOCFA per l'agenzia del Territorio, dovrebbe ripensare per intero alla pratica e su come gestirla solo con i metri quadri (per altro già esistenti ma meno importeanti dei vani).

Il problema è che approvato il nuovo ordinamento dovresti poi modificare circa 30.000.000 di catasti (magari pure recenti appena rifatti in seguito a lettere del Comune o dell'Agenzia per aggiornare le rendite) prima aumentano del 60% le rendite, poi cambiano magari di classe oltre ale spese....una bella mazzata per i proprietari alla fine. Invece basterebbe cn l'odierna procedura sistemare solo quelli vecchi vecchi ormai non più attuali invece che rifare quelli nuovi.
 

jac0

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Ogni volta che un immobile (nuovo o meno) viene 'presentato' al catasto si potrebbe mettere nella sua scheda il dato "superficie" (o i dati delle sue N superfici, coperta, commerciale, scoperta, etc.). L'operazione sarebbe indolore.
 

Daniele 78

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Ogni volta che un immobile (nuovo o meno) viene 'presentato' al catasto si potrebbe mettere nella sua scheda il dato "superficie" (o i dati delle sue N superfici, coperta, commerciale, scoperta, etc.). L'operazione sarebbe indolore.

Guarda che esiste già il dato superficie catastale già con il SDocfa 3.0 ora siamoal 4.0, il programma te lo calcola con i poligoni, peccato che sia ancora più rilevante il dato dei vani che quello della superficie catastale che lui calcola.

il problema è che come tutti i sofware devi cambiare tutti gli algoritmi interni insomma devi rivoluzionarlo, ma in base cosa li cambi? Sono capaci a fare la legge e poi perdersi per anni con i decreti applicativi, che ti spiegano come applicare la legge che hanno appena enunciato o trovare procedure di calcolo talmente contorte da rendere tutto poco inapplicabile.
Mi ricorda molto molto l'applicazione della legge 10/91 che prima di diventare veramente operativa in tutto il territorio sono passati decine di anni fini al 192/2005 o al 311/2006 che hanno messo a posto alcune storture nei calcoli infatti ora per ogni intervento si riescono a trovare.
 

jac0

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il problema è che come tutti i sofware devi cambiare tutti gli algoritmi interni insomma devi rivoluzionarlo, ma in base cosa li cambi?.
Il problema non è tecnico, cioè non è sul software. Il problema secondo me è l'interconnessione tra i database, lo scambio dei dati (ci sono tutti). La società di informatica che cura i dati di un certo tipo, es. catasto, non ha tuttora interesse economico a interfacciarsi con la società che gestisce ad es. i dati del comune, e viceversa. Occorre quindi 'costringere' queste società a interfacciarsi l'una con l'altra per lo scambio dei dati. Non è come quando si era piccoli e a scuola ognuno copiava dall'altro!
 

Daniele 78

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Jac ti sto dicendo come funziona non come penso che funzioni. Il problema è del software della SOGEI che non fa solo il Docfa ma si occupa anche di altri programmi per la pubblica amministrazione. Il Catasto ormai è completamente informatico e la rendita che ti trovi quando vai a fare la visura è proprio il prodotto, il risultato di tale procedura informatica. Se però vari i parametri all'interno del programma (metri al posto di vani) ora come ora con i Catasti appena presentati vari la rendita e potresti variare anche il classamento .
Il discorso di Befera ora unico direttore Entrate/Territorio andrebbe visto dal punto di vista tecnico (come risolvere la procedura per i vecchi catasti e non una riforma che se passasse praticamente tutti dovrebbero rifarlo compresi quelli più recenti).
IL problema è che ,come al solito, invece di chiedere come risolvere a chi lo fa per mestiere si parte in quarta con procedure del cavolo salvo poi tornare indietro e sospendere perché ci si inizia a rendere conto delle ,passami il termine, "CAPPELLE" che sono riusciti a fare nei Ministeri.

Un'altra procedura che doveva rivoluzionare al pari del Catasto fu il SISTRI, tracciamento elettronico dei rifiuti, peccato che furono spesi tanti tanti soldi e non è entrato mai in funzione troppo complesso da mettere in pratica e costoso alla fine accantonato per evidenti difficoltà tecniche, ma anche per truffe di chi lo aveva ideato nel Ministero dell'Ambiente eccone un esempio sotto:

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...milione-in-consulenze-per-indirizzare/565354/
 

tovrm

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Non capisco il problema del software. Serve un aggiornamento? Lo si faccia. Dal momento che i comuni restano inerti (vedi Roma) in merito all'aggiornamento delle rendite catastali (e qui mi riferisco in particolare alle migliaia di palazzi del centro tuttora classati come A4 o A5), allora si trovi un modo per dare equità al sistema delle rendite catastali. C'è da aggiornare il software o produrne uno nuovo? Lo si faccia. Ci vogliono 5 anni? Si cominci subito per terminare prima possibile.
Il solo criticare per non modificare nulla non produce cambiamento né risolve alcunché. Se il lavoro è tanto, si crei una task force ed un programma di lavoro e si mettano delle sanzioni (vere) se il programma non viene rispettato.
 

jac0

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Secondo me i punti sono:
1) quali dati deve avere il catasto? Pochi e da condividere con le altre istituzioni!
2) il catasto cd 'italiano' può fondersi con il catasto cd 'austro-ungarico'? Sì!
3) chi inserisce i (milioni di) dati? La risposta è facile: i giovani disoccupati!
Dopo vengono le specifiche tecniche, dopo ancora il software, quindi la SOGEI, da non confondere con DIGEI (disk jockey), o altri.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Se tu stessi al posto di Befera, che faresti? Grazie.
Io al posto di Befera, oltra alle informazioni sulla banca dati chiederei lumi anche a chi il Catasto lo fa tutti giorni, un convegno con i professionisti che operano nel settore, dove tutte le criticità del software vengono fuori e dove sta portando l'attuale Catasto, cosa bisogna risolvere, insomma prima di riformare devi conoscere a fondo l'esistente (visto che Befera ha avuto l'unificazione con L'agenzia del territorio da poco ossia dicembre 2012)
 

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