L’amministratore e i risarcimenti della assicurazione!

[Ollj]

L'Art. 2051 vale per i rapporti fra danneggiante e danneggiato.
Niente dispone in merito ai rapporti Compagnia di Assicurazioni e Contraente (assicurato) e ancor meno tra Compagnia e danneggiato.

Io cito di fronte al Giudice il Condominio e l'amministratore per aver incamerato la differenza tra il liquidato dalla Compagnia che ha quantificato il danno (per un unico sinistro - il mio) e quanto rimborsatomi dal Condominio; dimostro che la differenza è nella disponibilità del Condominio; dimostro che il Condominio alcun danno ha subito; il Giudice sentenzierà a mio favore, non essendoci titolo per cui il Condominio possa trattenere la somma (risarcimento del danno = titolato solo chi il danno l'ha subito)

 

[Ollj]

Questo è indiscutibile...ma mai pretesa è stata avanzata dal danneggiato in tal senso.

Irrilevante, dato che fu la Compagnia d'Assicurazioni a peritare e quantificare il danno
Quanto liquidato è un risarcimento

 

[Ollj]

L'ammistratore s'è preso un grosso rischio:
-Accettare quanto liquidato
-Non conseguire preventiva accettazione del danneggiato
La Compagnia d'Assicurazione è libera da qualsivoglia vincolo contrattuale, il Condominio esposto verso il danneggiato (ove il risarcimento non fosse adeguato).
La sua unica fortuna: che il danneggiato si reputi soddisfatto di quanto liquidato dalla Compagnia.

 

[Luigi Criscuolo]

Diciamo che ormai quasi tutti i condomìni hanno una loro polizza assicurativa: questa ha diversi gradi e ambiti di copertura. La polizza più semplice è quella che risarcisce i danni provocati a terzi ( ed in questo caso tra i terzi, ti do ragione, il condomino danneggiato è terzo) dalle parti comuni del condominio (tegole del tetto che volano, tubi di acqua condottata comune inglobati nei muri che perdono, parti di intonaco che si staccano delle facciate; condomini che inciampano nei gradini delle scale ecc... ecc...) oppure da eventi metereologici pioggia, fulmini eccc... ecc... . Se c'é una perdita nel tubo dell'acqua potabile che risale negli appartamenti ed a seguito di questa perdita risultano danneggiati alcuni appartamenti, l'assicurazione risarcisce i condomini danneggiati, la riparazione del tubo e ,se contemplata nelle clausole, la spesa per la ricerca guasto.
I frontalini ed i sottobalconi, essendo di proprietà del condòmino che ususfruisce del balcone, sono una parte privata e sono esclusi dalla assicurazione.
Poi ci sono delle polizze più corpose che coprono anche i danni provocati dalle parti private di appartenenza di singoli condomini come ad esempio le perdite dello scarico della vasca da bagno o dello sciacquone della tazza del gabinetto o della alimentazione della lavatrice. Queste polizze coprono anche i costi per la ricerca dei guasti e la loro riparazione, ed i danni provocati dalle parti aggettanti del palazzo e di proprietà dei singoli condomini.
Ovviamente il costo delle polizze è differente.
Quando il danno subito da un condòmino ha una sua origine da una parte condominiale l'assicurazione paga l'importo del danno che ha periziato al condominio; sarà il condominio a pagare il condòmino danneggiato.
Nel caso in cui il condòmino non si sentisse soddisfatto dal risarcimento non deve fare altro che portare in giudizio (mediazione) il condominio se il danno è stato causato da una parte condominiale, oppure poreterà in giudizio il proprietario che gli ha causato il danno. E li emergerà quanto l'assicurazione ha pagato per il risarcimento del danno.

 

[Dimaraz]

sarà il condominio a pagare il condòmino danneggiato.
Nel caso in cui il condòmino non si sentisse soddisfatto dal risarcimento non deve fare altro che portare in giudizio (mediazione) il condominio se il danno è stato causato da una parte condominiale, oppure poreterà in giudizio il proprietario che gli ha causato il danno. E li emergerà quanto l'assicurazione ha pagato per il risarcimento del danno

Che è quanto vado ripetendo da tempo.

Irrilevante, dato che fu la Compagnia d'Assicurazioni a peritare e quantificare il danno

La perizia della Compagnia non vale nei confronti del danneggiato se non in funzione del rapporto con il Condominio.

Il danneggiato può (deve) nominare un perito di parte che potrebbe anche determinare un danno di valore ben diverso da quello della Compagnia.

Vi potrebbero essere diverse spiegazioni qualora l'amministratore non giri tutto il danno rilevato dal perito della Compagnia...come anche che la Compagnia stessa non liquidi tutta la somma risultante.
Se per esempio si fossero già raggiunti i massimali liquidabili per l'esercizio in corso ...anche se il perito determina danni per 5mila Euro la Compagnia liquida solo la parte restante fra il massimale e quanto già liquidato per altri "incidenti".

La questione resta sempre la stessa...il danneggiato deve dimostrare danni superiori e farne richiesta.
Quanto e se il Condominio percepisca dalla Compagnia è irrilevante per il terzo danneggiato.

 

[Ollj]

La quaestio su cui andiamo anche troppo dilungandoci è questa:
il Condominio trattiene del denaro e non risarcisce quanto il liquidato dalla Compagnia appropriandosi di denaro su cui non ha alcun titolo (le somme sono state liquadate a titolo di risarcimento del danno patito da un unico soggetto)
O il Condominio dimostra che parte del risarcimento gli spetta, oppure dovrà versare al condòmino danneggiato quanto ricevuto, poichè nesso causale, evento dannoso e risarcimento furono definiti da chi, assieme al Condominio, risulta debitore in solido (Assicurazione)
La lettura dell'art.1917 Cc dimostra come il rapporto tra danneggiato ed assicuratore, tra danno patito e risarcimento liquidato non sia per nulla inesistente:
"Nell' assicurazione della responsabilità civile l' assicuratore è obbligato a tenere indenne l' assicurato di quanto questi, in conseguenza del fatto accaduto durante il tempo dell' assicurazione, deve pagare a un terzo, in dipendenza della responsabilità dedotta nel contratto. Sono esclusi i danni derivanti da fatti dolosi. L'assicuratore ha facoltà, previa comunicazione all' assicurato, di pagare direttamente al terzo danneggiato l'indennità dovuta, ed è obbligato al pagamento diretto se l' assicurato lo richiede"

 

[quiproquo]

Avete avuto l'abilità di complicare, fino a rivestire i panni dell'azzeccarbugli di manzoniana memoria, una COSA semplicissima. E più è semplice e più penso
all'Avvocato Cataldi che pochi giorni or sono sul suo sito ha ricordato il
grande romanziere nostrano, usando paro,paro quel paragone...Ed io, paro, paro
esco di scena dopo una fugace apparizione di semplice comparsa...Ecco, questa è
la parola che è nella testa di tutti: la semplicità che non significa il rigore da caserma del nostro "tigrotto"...sempre benemerito nonostante la selvatichezza...
Quindi, semplicemente vi invio i più semplici saluti...qpq.

 

[gattaccia]

scusate ma che io sappia il perito è terzo, vale a dire che non è l'assicurazione, ma anzi un terzo imparziale che deve appurare quali sono le coperture e le eventuali fanchigie della polizza in questione e quantificare il danno, meglio se su preventivo (o fattura)
le assicurazioni di solito si appoggiano a una o più agenzie specializzate
nel caso di specie, è lecito supporre che il perito abbia visionato il danno e proposto l'atto di liquidazione amichevole, che, si suppone, l'amministratore abbia accettato, consegnando la somma al proprietario
quindi, in caso di dubbi vari ed eventuali, tutto sta nel farsi dare l'atto di liquidazione, che ovviamente dovrebbe contenere sia la somma esatta liquidata che la firma dell'amministratore (più l'iban del condominio, il numero della polizza, la data e il luogo del sinistro etc. etc.)... insomma tutte le notizie utili a dissipare ogni dubbio

 

[Dimaraz]

Corretto che il perito formalmente è "terzo".. ma inevitabile e assodato che una certa "inclinazione" verso la Compagnia di assicurazione esista.

 

[Ollj]

Poi ci sarebbe da considerare un ulteriore aspetto (sempre a condizione che quanto scritto dalla scrivente corrisponda alla realtà dei gatti):
Se il condominio trattiene parte del risarcimento senza aver subito danno risarcibile alcuno, quantomeno configura fattispecie d'indebito arricchimento, perché somme/entrate in alcum modo giustificabili