La controversa questione della (o dei) TAV ha delle implicazioni squisitamente politiche. I contrari sono tali perché l'opera è stata deliberata e programmata da quei fottutissimi che stavano prima a governarci intrallazzando con le altre nazioni. Neppure quelli che vi si trovano adesso (a governarci e, perché no, pure a intrallazzare) vanno, nonostante il 'contratto', in sintonia. Un ministro dal sorriso facile ha detto coram populo: TAV? non ne esiste finora neppure un buco. L'altro ha opposto: se ne sono già ultimati sei kilometri!
Ma vogliamo capirlo che intendono solo prendere per il c..... il popolo bue?
E poi: i "costi/benefici" chi li può stimare a priori. Ci vorrebbe una commissione formata da un esercito per una parte di professori universitari(quelli non mancan mai), economisti
ingegneri,geometri, carpentieri e 'picca e pala'; per l'altra di 'anchor man' televisivi, lettori di tarocchi, astrologi, esorcisti e scosciate esperte anche di calcio.
Mi sorge un dubbio: che se questo criterio dei costi/benefici fosse stato in auge ai tempi dell'Autostrada del Sole forse anche adesso la Milano a Roma si percorrerebbe con la statale.
Altro dubbio, questo sulla effettiva utilità della TAV, mi sorge nel pensare che se si trattasse realmente di un buon affare sarebbe già stato accalappiato e realizzato da quegli enti 'privati' (tralascio i nomi ipotetici) che da noi fanno sempre il bello e cattivo tempo e che allo Stato dedicano soltanto un 'je m'en fisse'. Prosit.