Paolik65

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Proprietario Casa
Dimentichi l'attività commerciale al cui reddito vai a sommare l'introito dal condominio. L'aliquota a cui verrà assoggettato tale compenso sarà quella marginale e cioè quella della fascia più elevata in cui ricade il totale del reddito. L'IRPEF che paghi sul compenso è solo una ritenuta di acconto (in altre parole, è solo una tassazione provvisoria). Il conto finale si fa con il Modello Unico e non con il pezzetto di carta da presemtare al condominio.

Non lo dimentico visto che l'ho chiaramente scritto. Ovvio che lo si pagherà nell'aliquota marginale di Unico, ovvero in quella più alta. Mai sostenuto il contrario.

Quello che sostengo io è un altra cosa.
Dal punto di vista della procedura i compensi in cocopro, essendo equiparati a lavoro dipendente, se sotto gli 8000 di soglia annua, fruiscono della deduzione prevista e quindi non vengono assoggettati a ritenuta IRPEF da parte del sostituto di imposta. Questo ovviamente non modifica il fatto che poi debbano essere tassati in Unico o 730 con l'aliquota marginale.
Inoltre per chi come me ha un lavoro autonomo, avere un piccolo compenso da lavoro dipendente o assimilato costituisce un vantaggio fiscale in quanto posso optare per la deduzione da lavoro dipendete in unico, che risulta maggiormente conveniente.
 

Paolik65

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Dimentichi l'attività commerciale al cui reddito vai a sommare l'introito dal condominio. L'aliquota a cui verrà assoggettato tale compenso sarà quella marginale e cioè quella della fascia più elevata in cui ricade il totale del reddito. L'IRPEF che paghi sul compenso è solo una ritenuta di acconto (in altre parole, è solo una tassazione provvisoria). Il conto finale si fa con il Modello Unico e non con il pezzetto di carta da presemtare al condominio.

Non lo dimentico visto che l'ho chiaramente scritto. Ovvio che lo si pagherà nell'aliquota marginale di Unico, ovvero in quella più alta. Mai sostenuto il contrario.

Quello che sostengo io è un altra cosa.
Dal punto di vista della procedura i compensi in cocopro, essendo equiparati a lavoro dipendente, se sotto gli 8000 di soglia annua, fruiscono della deduzione previta e quindi non fengono assoggettati a ritenuta IRPEF da parte del sostituto di imposta. Questo ovviamente non modifica il fatto che poi debbano essere tassati in Unico o 730 con l'aliquota marginale.
Inoltre per chi come me ha un lavoro autonomo, avere un piccolo compenso da lavoro dipendente o assimilato costituisce un vantaggio fiscale in quanto posso optare per la deduzione da lavoro dipendete in unico, che risulta maggiormente conveniente.
 

Paolik65

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Dimentichi l'attività commerciale al cui reddito vai a sommare l'introito dal condominio. L'aliquota a cui verrà assoggettato tale compenso sarà quella marginale e cioè quella della fascia più elevata in cui ricade il totale del reddito. L'IRPEF che paghi sul compenso è solo una ritenuta di acconto (in altre parole, è solo una tassazione provvisoria). Il conto finale si fa con il Modello Unico e non con il pezzetto di carta da presemtare al condominio.

Non lo dimentico visto che l'ho chiaramente scritto. Ovvio che lo si pagherà nell'aliquota marginale di Unico, ovvero in quella più alta. Mai sostenuto il contrario.

Quello che sostengo io è un altra cosa.
Dal punto di vista della procedura i compensi in cocopro, essendo equiparati a lavoro dipendente, se sotto gli 8000 di soglia annua, fruiscono della deduzione previta e quindi non fengono assoggettati a ritenuta IRPEF da parte del sostituto di imposta. Questo ovviamente non modifica il fatto che poi debbano essere tassati in Unico o 730 con l'aliquota marginale.
Inoltre per chi come me ha un lavoro autonomo, avere un piccolo compenso da lavoro dipendente o assimilato costituisce un vantaggio fiscale in quanto posso optare per la deduzione da lavoro dipendete in unico, che risulta maggiormente conveniente.
 
O

Ollj

Ospite
Il quesito posto era in merito a un condòmino - amministratore
Salvo non si tratti di un condòmino che riesca a trarre il proprio sostentamento con la miseria che gli corrisponderà il Condominio, di certo tal amministratore avrà un'altra attività da cui trarre risorse adeguate per il proprio sostentameno; ciò viene ad incidere non poco sulla convenienza ad essere P.IVA nei minimi o Co.co.pro.
Infatti mentre il P.IVA nei minimi avrà un imposta fissa del 15% prescindendo dal suo reddito complessivo, il Co.co.pro. aggiungerà il proprio compenso all'altra attività di lavoro, dovendo corrispondere (ai fini IRPEF) quanto spetta sulla base dell'aliquota marginale corrispondente al proprio reddito complessivo (non solo quello di Co.co. pro) ; come del resto ben ha fatto notare @alberto bianchi:
Dimentichi l'attività commerciale al cui reddito vai a sommare l'introito dal condominio. L'aliquota a cui verrà assoggettato tale compenso sarà quella marginale e cioè quella della fascia più elevata in cui ricade il totale del reddito.

Quindi ripeto, se il Condomominio ha "stanziato" una spesa annua di €1.000,00 quale compenso per il proprio amministratore, il P.IVA nei minimi conseguirà un netto maggiore rispetto al Co.co.pro.

Inoltre, ma qui chiedo lumi a lei: chi è soggetto al regime dei minimi non deve pagare l'INPS ? Nel caso di specie come la pagherebbe?
Certo che paga l'Inps: nella modalità della gestione separata come su le avevo già indicato e calcolato:
Onorario 1000,00 Euro
Inps gestione separata 23,5% = 235,00 Euro

Saluti.
 

alberto bianchi

Membro Storico
Proprietario Casa
Dal punto di vista della procedura i compensi in cocopro, essendo equiparati a lavoro dipendente, se sotto gli 8000 di soglia annua, fruiscono della deduzione previta e quindi non fengono assoggettati a ritenuta IRPEF da parte del sostituto di imposta.
Anche qui ti sfugge il fatto che queste "detrazioni" (come per il lavoro subordinato) si riducono fino a scomparire del tutto con l'aumentare del reddito complessivo. Ed è proprio il tuo caso in quanto dichiari (e meno male) di avere altri redditi.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
a questo punto, secondo me, conviene fare l'amministratore a tittolo gratuito o incaricare un professionista. quest'ultimo in funzione degli amministrati chiederà un compenso che può variare tra i 70 ed i 120 euro/anno per condòmino amministrato. Almeno questi sono i prezzi sulla piazza di Roma.
 

Paolik65

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Proprietario Casa
Il quesito posto era in merito a un condòmino - amministratore
Salvo non si tratti di un condòmino che riesca a trarre il proprio sostentamento con la miseria che gli corrisponderà il Condominio, di certo tal amministratore avrà un'altra attività da cui trarre risorse adeguate per il proprio sostentameno; ciò viene ad incidere non poco sulla convenienza ad essere P.IVA nei minimi o Co.co.pro.
Infatti mentre il P.IVA nei minimi avrà un imposta fissa del 15% prescindendo dal suo reddito complessivo, il Co.co.pro. aggiungerà il proprio compenso all'altra attività di lavoro, dovendo corrispondere (ai fini IRPEF) quanto spetta sulla base dell'aliquota marginale corrispondente al proprio reddito complessivo (non solo quello di Co.co. pro) ; come del resto ben ha fatto notare @alberto bianchi:
Saluti.

Ora ho capito. La differenza sta nell'aliquota IRPEF (dal 15% alla aliquota marginale relativa al proprio reddito).

Però nel mio caso (commerciante con reddito da società sas di cui sono titolare, quindi non direttamente avente partita IVA) non mi dovrebbe essere inibito l'accesso ad una partita IVA con regime dei minimi?
 

Paolik65

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Anche qui ti sfugge il fatto che queste "detrazioni" (come per il lavoro subordinato) si riducono fino a scomparire del tutto con l'aumentare del reddito complessivo. Ed è proprio il tuo caso in quanto dichiari (e meno male) di avere altri redditi.

E' vero, ma nel mio caso, che è partiolarissimo, e concordo, il mio reddito da lavoro autonomo (titolare legale rappresentante di una sas) avrebbe una deduzione da lavoro autonomo che è un sensibilmente più bassa di quella da lavoro dipendente. Il fatto di fare l'amministratore in cocopro, se da un lato mi penalizza in termini di aliquota margnale, dall'altro mi avvantaggia potendo io fruire della deduzione più conveniente, che è quella da lavoro dipendente. Per un reddito di 23.000 euro circa come il mio la differenza deduttiva è circa la metà del mio compenso da amministratore (500 euro lordi annui). :)

Concordo che si tratti di un caso molto particolare però.
 

Paolik65

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Proprietario Casa
E' vero, ma nel mio caso, che è partiolarissimo, e concordo, il mio reddito da lavoro autonomo (titolare legale rappresentante di una sas) avrebbe una deduzione da lavoro autonomo che è un sensibilmente più bassa di quella da lavoro dipendente. Il fatto di fare l'amministratore in cocopro, se da un lato mi penalizza in termini di aliquota margnale, dall'altro mi avvantaggia potendo io fruire della deduzione più conveniente, che è quella da lavoro dipendente. Per un reddito di 23.000 euro circa come il mio la differenza deduttiva è circa la metà del mio compenso da amministratore (500 euro lordi annui). :)

Concordo che si tratti di un caso molto particolare però.

Aggiungo che mi sono sbagliato nella percezione del risparmio e ora facendo il calcolo ho visto che, come diceva il mo commercialista, il risparmio è MOLTO a mio favore. Nel mio caso particolarissimo la convenienza ad avere un rapporto assimilato a lavoro dipendente oltre a quello da lavoro autonomo è più rilevante ancora.

Per un reddito di complessivo imponibile di 23.000 euro come il mio infatti si ha:

Detrazione lavoro dipendente: € 1.203
Detrazione lavoro autonomo: € 704

E' evidente anche ai sassi che il mio risparmio fiscale, potendo adottare con due lavori la detrazione più conveniente, è di € 501 , ovvero supera addirittura il mio compenso lordo di amministratore in cocopro : € 500.

Misteri del fisco, ma nel mio caso è proprio così. :)
 

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