Ieri (sabato) pomeriggio ero in visita da una signora anziana che guardava distrattamente questa trasmissione televisiva su Rai 1, dove gli ospiti salgono su di un podio e raccontano la loro storia.
Mi incuriosisco quando arriva in studio un signore (preannunciato dal conduttore come uno che non vorremmo mai entrasse in casa nostra...) che si qualifica come ufficiale giudiziario addetto all'esecuzione degli sfratti per il tribunale di Milano.
Costui inizia una filippica sugli aspetti penosi dello sfratto: famiglie che finiscono in mezzo ad una strada; il diritto alla casa (previsto dall'art. 2 della Costituzione, nonché da alcune sentenze della Corte Costituzionale) non garantito per i cittadini più deboli; lui che vorrebbe rimanere "senza lavoro" perché gli fanno pena gli sfrattati e una volta, dopo averli fatti uscire di casa, li ha caricati nella sua auto e portati ai servizi sociali.
Dice che prima di eseguire uno sfratto si reca sul posto diverse volte per cercare una soluzione (ai problemi degli sfrattati); come se svolgere la sua funzione sia quasi ingiusto e vessatorio.
La giornalista Rita Dalla Chiesa gli chiede se prima di suonare il campanello dello sfrattato non pensa di andarsene, non fare niente, come se non avesse trovato nessuno. Quasi un'esortazione a non fare il suo lavoro!
Per fortuna lui risponde che essendo un pubblico ufficiale deve eseguire quanto disposto dal Giudice, e che esistono anche i diritti dei proprietari.
A me sembra sbagliato che una trasmissione (per quanto nazional-popolare, che tratta diversi argomenti senza approfondirli) sia tutta sbilanciata a favore di una tesi.
In questo caso la tesi è che lo Stato non si prende cura dei cittadini più deboli, non ci sono abbastanza alloggi popolari, gli sfrattati soffrono, in fondo non è colpa loro, tutti hanno diritto alla casa, ecc.
Solo un brevissimo accenno ai diritti dei proprietari, però senza dire che per alcuni di essi lo sfratto è un'odissea lunga e costosa.
Senza raccontare che esistono gli inquilini "morosi professionisti"; che manca un albo nazionale degli sfratti per individuarli; che non tutte le morosità sono incolpevoli; che il proprietario sovente non riesce a recuperare il suo credito; che spesso le case vengono rilasciate sporche e danneggiate; ecc. ecc.
La giustizia sociale "a senso unico", cioè prendendo in considerazione solo i diritti di una categoria e non della controparte (e senza alcun accenno ai doveri...) che giustizia è?!?
La trasmissione del 12/01 si può rivedere su RaiPlay:
Italia si - RaiPlay
Mi incuriosisco quando arriva in studio un signore (preannunciato dal conduttore come uno che non vorremmo mai entrasse in casa nostra...) che si qualifica come ufficiale giudiziario addetto all'esecuzione degli sfratti per il tribunale di Milano.
Costui inizia una filippica sugli aspetti penosi dello sfratto: famiglie che finiscono in mezzo ad una strada; il diritto alla casa (previsto dall'art. 2 della Costituzione, nonché da alcune sentenze della Corte Costituzionale) non garantito per i cittadini più deboli; lui che vorrebbe rimanere "senza lavoro" perché gli fanno pena gli sfrattati e una volta, dopo averli fatti uscire di casa, li ha caricati nella sua auto e portati ai servizi sociali.
Dice che prima di eseguire uno sfratto si reca sul posto diverse volte per cercare una soluzione (ai problemi degli sfrattati); come se svolgere la sua funzione sia quasi ingiusto e vessatorio.
La giornalista Rita Dalla Chiesa gli chiede se prima di suonare il campanello dello sfrattato non pensa di andarsene, non fare niente, come se non avesse trovato nessuno. Quasi un'esortazione a non fare il suo lavoro!
Per fortuna lui risponde che essendo un pubblico ufficiale deve eseguire quanto disposto dal Giudice, e che esistono anche i diritti dei proprietari.
A me sembra sbagliato che una trasmissione (per quanto nazional-popolare, che tratta diversi argomenti senza approfondirli) sia tutta sbilanciata a favore di una tesi.
In questo caso la tesi è che lo Stato non si prende cura dei cittadini più deboli, non ci sono abbastanza alloggi popolari, gli sfrattati soffrono, in fondo non è colpa loro, tutti hanno diritto alla casa, ecc.
Solo un brevissimo accenno ai diritti dei proprietari, però senza dire che per alcuni di essi lo sfratto è un'odissea lunga e costosa.
Senza raccontare che esistono gli inquilini "morosi professionisti"; che manca un albo nazionale degli sfratti per individuarli; che non tutte le morosità sono incolpevoli; che il proprietario sovente non riesce a recuperare il suo credito; che spesso le case vengono rilasciate sporche e danneggiate; ecc. ecc.
La giustizia sociale "a senso unico", cioè prendendo in considerazione solo i diritti di una categoria e non della controparte (e senza alcun accenno ai doveri...) che giustizia è?!?
La trasmissione del 12/01 si può rivedere su RaiPlay:
Italia si - RaiPlay