arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
Cosa che dovrebbe avere dato che la ragazza ha stipulato un contratto. Pardon! L'iPhone non mi ha dato l'ultimo intervento.
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
Sono documenti pubblici. Effettivamente si entra in una bella contraddizione insanabile. Come si fa? La conoscenza effettiva di uno stato di cose viene tolta al controllo sociale, alla conoscenza e viene interamente demandato ad un potere neanche politico, ma burocratico che rischia di assurgere a Grande Fratello. Sono questioni che la Privacy sta facendo nascere
 
J

JERRY48

Ospite
CHI PUÒ RICHIEDERE CERTIFICAZIONI ANAGRAFICHE

L'interessato può sempre richiedere certificazioni riguardanti sé stesso e la propria famiglia, presentandosi all'Ufficio Anagrafe ed esibendo un documento di identità.

Chiunque altro ne abbia interesse (persone fisiche o giuridiche) può parimenti chiedere la certificazione anagrafica necessaria per il perseguimento dei propri interessi e relativa a terze persone, purché provveda alla compilazione dell'apposita richiesta indicante le motivazioni ed allegando copia di un valido documento di identità.
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
Okay, e' pure giusto così, altrimenti la società e' retta solo dai vertici. Si potrebbe aprire con questi accessi ancora possibili dei contenziosi da far scintille. Credo che si arriverà a ritoccare la legge sulla privacy. Troppo fondamentalismo aleggia sulle nostre terre.
 

adimecasa

Membro Storico
Professionista
Jerry non credo sia così, un mio cliente mi ha incaricato di scovare l'inquilino moroso che ne nera ANDATO quato QUATO senza pagare la pigione ne le spese condominiali, sono andato presso l'ufficio anagrafe per informazioni, nisba per la privacy, ho dovuto usare altre informazioni professionali per scovarlo
 
J

JERRY48

Ospite
adinecasa, è come avevo scritto io sopra: bisogna fare la richiesta scritta e motivata.
Ho chiesto: se il motivo della richiesta fosse la morosità di un mio inquilino, potrebbe essere valida? Come no, è un suo diritto, deve solo applicare una marca da bollo di 16 €. Se vuoi, ti posso inviare il numero di telefono del Comune, ho telefonato per curiosità e per informazione precisa due minuti fa.
E se lo può fare un Comune, vuol dire che è permesso dalla legge, per cui gli altri comuni non capisco perchè si debbano rifiutare.
 

adimecasa

Membro Storico
Professionista
Jerry sai che io non mollo, se hai un art. di legge, lo devi postare, che faccio un casino in comune che trema tutta la padania, ciao p.s. il problema lo risolto in altro modo, ma solo per la mia esperienza
 
J

JERRY48

Ospite
Ti va bene????
Il D.P.R. 30 maggio 1989 n. 223, che ha approvato il nuovo regolamento anagrafico, dispone, all'articolo 33, che i certificati di anagrafe vengono rilasciati a chiunque ne faccia richiesta nel presupposto che detti atti sono pubblici ai sensi dell'articolo uno della Legge 24 dicembre 54, n. 1228. A tale norma è stata data una interpretazione molto larga, talché, in pratica chiunque si presenti ad un ufficio dell'anagrafe può richiedere ed ottenere una certificazione di residenza concernente qualsiasi concittadino, restando nel più assoluto anonimato.

Al riguardo si premette che l'articolo 29, 2° comma, del precedente regolamento anagrafico di cui al D.P.R. 31 gennaio 1958 n. 136, prevedeva l'esibizione da parte del richiedente di un documento di identità i cui estremi venivano trascritti negli atti di ufficio qualora la richiesta venisse effettuata da persona diversa dal capo famiglia o estranea alla famiglia anagrafica.

Tale modalità, che avrebbe dovuto fungere da deterrente è poi caduta in disuso e non è stata recepita dal nuovo regolamento.

Tuttavia, se è vero che l'articolo 33 del N.R.A. dispone che i certificati anagrafici vengono rilasciati a chiunque ne faccia richiesta, è altresì vero che tale espressione non può essere intesa nel senso 'a chiunque ne faccia richiesta rimanendo nell'anonimato' sia perché il regolamento medesimo non esclude espressamente la possibilità di identificare il richiedente, ma altresì perché così ragionando mentre la 'privacy' del soggetto contemplato nel certificato non verrebbe tutelata, assurdamente sarebbe coperta quella del richiedente.

Bisogna inoltre considerare che alla base di ogni richiesta rivolta ad una pubblica amministrazione vi deve essere un interesse degno di tutela giuridica e tale concetto è stato codificato dalla recente legge 7 agosto 1990, n. 241 sul procedimento amministrativo ed in particolare, dagli articoli 22 e 25 che trattano dell'accesso ai documenti amministrativi. Tali norme sembrano incidere profondamente sull'articolo 33 del D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223 nel senso che non si possa più escludere la possibilità per il Comune di identificare il soggetto richiedente un certificato. Le esposte considerazioni portano pertanto a concludere che un rimedio per arginare il fenomeno in questione, ed anche per garantire la 'privacy' individuale, sia quella di adottare un modulo di richiesta per le certificazioni in argomento da compilare, nei casi in cui la richiesta venga effettuata da persona diversa dall'interessato o da agenzie di affari
 

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