Vista. Non avevo rintracciato il numero ma conoscevo il testo: permettimi di spigolare ancora sulla questione.
Non ci piove che la frase da te riportata fa riferimento alla stessa frase esposta nella circ. 27/e sopra indicata. Quindi , al solito, nessuna ulteriore obiezione alle tue affermazioni.
Ma come notavi, chiedevo conferma anche agli amici del mestiere, (griz e gianco) perchè non mi era sfuggita
la loro interpretazione, confermata anche dal seguente commento di griz
[... le cucine ..] basta farlo formalmente ovvero utilizzare il locale in altro modo mentre i bagni non hanno limite,
Io , facendo il testone, obietterei che
Perché se sono unità autonome non possono essere unite, nemmeno "ai fini fiscali".
il problema dell'autonomia, non dovrebbe basarsi sul numero di cucine.
Non credo che il palazzetto berlusconiano di Berlusconi abbia una sola cucina: magari non vuole sentire odore di fritto in salotto e di cucine ne ha fatte realizzare più d'una pur avendo un unico subalterno.
Ha invece senso attribuire il vincolo di impossibilità di utilizzo autonomo, alla presenza di connessione diretta e reale tra i due spazi: salvo uno accetti una coabitazione infatti, una volta
unite fisicamente le due u.i. , la autonomia delle due porzioni resta preclusa.
E difatti altre risposte esplicative sul tema confermano l'esclusione dal poter dichiarare la unione di fatto, per u.i. che si collegano attraverso il passaggio su pianerottoli condominiali di uso comune, attraverso ballatoi esterni b.c.n.c., ecc
Il nostro ha poi addirittura annegato gli attacchi idrici ed effettivamente usato il vecchio locale cucina come ulteriore camera, quindi non avrei dubbi sulla esenzione IMU del complesso, se costituisce la loro abitazione principale.
@griz: dove eventualmente sbaglio? Hai qualche elemento in più a conferma della tua risposta?