Scusami, ma leggo soltanto adesso questo messaggio :
esplicita meglio quello che intendi dire
voglio direche se cambi devi avere disponibili glialternativi. ed io non ne vedo,purtroppo.
Quanto a giorgio napolitano non condivido che salga in cattedra perdire quello che dice senza neanche aver fatto ammenda di quello che ha fatto e detto All epoca dei fatti di Ungheria dimostrai, ero studente,e nell manifestazione li chiamammo"porci" La segreteria delPCI ci accusò di aver inneggiato ad Horty il pupazzo dei tedeschi. E proprio sull Unheria saprai che il suo viaggio a Budapest fu subordinato ache facese ammenda della sua posizione di allora. E lo ha fatto MA COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA enon come personaIo sono liberale da sempre, come lo era mio padre mio nonno ec.leopinioni me le faccio dopo aver scavato. Personalmente credo che le mega regioni possano essere una soluzione ma devo confessare che faccio parte degli euroscettici e non ho mai credutoall euro sopratutto dopo AVER VISTO SVENDERE LA LIRA PER SERVILSMO POLITICO (E MI RIFERISCO A C IAMPI) anche in questo caso parlo a ragion veduta come ex cambista molto vicino agli attori di quel momento.In ultimo hai fatto riferimento alla LIbia. Per gli amici scrissi a arzo due memo un terzo l'ho scritto ora.se mi dci dove e come te li mando se ti interessa
Parlare dell'Unione europea (della sua creazione, degli errori che sono stati e sono ancora commessi in suo nome) ci porterebbe molto al di fuori del soggetto. E soprattutto riuscire a ripercorrere la nostra storia politica del '900 con una certa obiettività è molto arduo tanto ancora le passioni sono accesse.
Ai posteri l'ardua sentenza.
Quello che posso dire, per rispondere alle tue domande :
- sull'Europa, è che l'idea europea non è di per sé una novità del dopoguerra ma essa ha, per molti versi, già interessato molti illuminati dei secoli scorsi, tra i quali mi piace ricordare Victor Hugo (suo discorso del 1849) quel Victor Hugo che fu anche -non dimentichiamolo- uno dei più grandi ammiratori di Garibaldi e uno dei più ferventi sostenitori della riunificazione dell'Italia
Che poi gli Stati Uniti abbiano operato come dici non è un segreto per nessuno, anche senza gli archivi della Cia, come non è un segreto per nessuno che l'Inghilterra non abbia mai condiviso l'idea di una Europa confederale o federale, il suo scopo essendo sempre stato di assecondare la politica statunitense e i suoi propri interessi (Commonwealth) in una Europa e in un mondo di libero scambio (e ci siamo arrivati).
E de Gaulle aveva sicuramente ragione quando metteva il veto all'entrata della Grande Bretagna nell'Unione come era sicuramente nel giusto quando pronava l'Unione delle patrie che meglio di ogni altro organismo sopranazionale poteva (a suo parere) capire ed interpretare i bisogni del popolo che esse rappresentavano. E personalmente sono stata sempre per una Europa confederata, sul tipo statunitense, poiché mi sembrava e mi sembra ancora oggi e per molto tempo ancora (se tuttavia l'UE sopravviverà alla bufera attuale) preferibile ad una Europa federale, questo ultimo tipo di unione prefigurando un'intesa tra i vari popoli europei che non c'è (lo vediamo anche in Italia purtroppo)e non ci sarà per molto tempo ancora.
Sono anche certa che fu un errore storico rilevante il fatto che nessun politico (e non solo italiano) abbia mai voluto l'unione politica (di qualunque tipo) tra i sei paesi fondatori prima dell'entrata di nuovi paesi i quali nuovi paesi avrebbero soltanto dovuto avere la scelta tra una unione politica o una unione economica di cui accettavano a priori le regole senza dettarne delle nuove (insomma prendere o lasciare l'una o l'atra opzione) e in ogni modo avrebbero dovuto passare per una integrazione economica prima di accedere all'integrazione politica.
-sui politici : premetto e ribadisco prima di tutto che io non appartengo a nessun schieramento politico per scelta personale poiché ritengo che aderire corpo ed anima ad un partito di qualunque tendenza è come mettersi le manette, è chiudersi la mente ad altre possibili scelte ed io voglio sempre essere libera di esprimere le mie opinioni nel rispetto di quelle degli altri (è cosi' che per me funziona la democrazia) senza lasciarmele dettare da chicchessia .
Cio' detto, il comportamento da te evocato fu sicuramente indegno come lo fu anche il comportamento di altri uomini politici che hanno bravamente voltato casacca in tempi difficili passati e anche presenti (che mi dici del comportamento dell'Italia dopo aver firmato quei famosi accordi con la Libia e nei giorni che hanno preceduto l'intervento armato, tanto per parlare del presente ?)
Quello che posso dire -senza scusare nessun comportamento estremo- è che sicuramente il novecento fu un secolo particolarmente difficile e tumultuoso per l'insieme dei paesi europei e ci fu sicuramente un tempo in cui degli Italiani non si sentivano italiani come ancora succede, purtroppo, oggi , per ragioni politiche allora, per ragioni etiche oggi. Personalmente non approvo questo non sentirsi italiano (lo si è e basta) ma posso capire che essi non furono né sono i soli a sentirsi estranei a quello che il loro paese fa in un determinato periodo storico soprattutto quando il quel periodo le ideologie sono cosi' contrapposte.
Quello su cui non sono d'accordo è quando sembri mettere in discussione le dichiarazioni dell'attuale Capo dello Stato (se ho ben capito) : qualunque siano le ragioni invocate, non vedo cosa ci sia di vergognoso a trovare le sue parole -pronunciate nell'esercizio della sua funzione e riferite sicuramente, secondo me, alle altime affermazioni di un deputato e di un sottosegretario leghista non nuovi a rodomontade del genere- e cioé :
“Nessuno si può sottrarre alla esigenza di una «revisione complessiva di assetti istituzionali, di realtà economiche e di comportamenti diffusi, nessuna regione, componente sociale o politica, nessuna parte del Paese. Non c'è un territorio da premiare come concentrato di virtù, nè un territorio da punire come un concentrato di vizi», haproseguito Napolitano. «Occorre generare - ha aggiunto - uno sforzo di cambiamento e di coesione nazionale».
L'appello di Napolitano: ora problema della crescita urgente e drammatico*-*Il Messaggero
E se queste osservazioni del Presidente della Repubblica non fossero accettabili, credi che si possa tollerare che un presidente del consiglio -ancora nelle sue ultime dichiarazioni di ieri- continui a discreditare le istituzioni di cui egli stesso fa parte senza rendersi conto dell'impatto che le sue dichiarazioni possono avere oggi sui mercati esteri ? Credi veramente che gli Italiani possano credere a lungo che egli non puo' far nulla perché il parlamento -in cui ha la maggioranza- stravolge tutto senza che lui possa opporvisi ? e che i magistrati -i quali applicano soltanto le leggi votate dal parlamento- fanno assolutamente tutto quello che vogliono impunemente ? E potrei continuare all'infinito.
Questo per dire che continuare a dividersi -soprattutto oggi- su punti in fin dei conti secondari rispetto alle difficoltà che ci aspettano ci fanno dimenticare la coesione sociale invocata dal Presidente della Repubblica : e non illudiamoci, senza coesione e senza unità non si va da nessuna parte poiché la coesione nazionale è la sola salvezza per tutti : se l'Italia cade inutile sperare che altri tenderanno la mano a quella parte di un paese che avrà lasciato affondare la nave quando le cose andavano male e soprattutto quando, essendo al governo, ha operato perché questo accadesse (lo credo sempre di più) pur nascondendo questo suo scopo dietro rodomontade additando al popolo dei colpevoli presunti (i calciatori,l'UE, le regioni del Sud ed altri secondo quello che le circostanze portano nel piatto...).