costa g

Nuovo Iscritto
Il signor A acquista un appartamento in comunione di beni con la moglie. Anni dopo, gliene vende il 50%, fa la separazione dei beni e acquista l'appartamento attiguo. I coniugi, così divenuti entrambi proprietari di prima casa, ristrutturano i due appartamenti con due Dia separate e successive una all'altra, quindi li uniscono - sicché in un appartamento viene eliminata la cucina e nell'altro il bagno. Anziché chiedere il fine lavori per i due alloggi il tecnico, con una Dia in sanatoria, chiede la fusione funzionale degli immobili che viene respinta in quanto gli alloggi sono di proprietari diversi. Inoltre si scopre che non è possibile chiedere l'agibilità separata in quanto un appartamento è privo di cucina e l'altro di bagno (anche se sono stati predisposti tutti gli allacci). Considerato che l'obiettivo è quello di tenere gli alloggi catastalmente separati in vista di una possibile futura vendita [ovviamente dopo il ripristino della cucina e del bagno mediante due Dia], c'è un modo per uscirne?
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Evitare di chiedere la fusione funzionale in quanto non è proprio possibile essendo di proprietari diversi. Godersi l'appartamento così come è venuto e, in sede di una possibile futura vendita, riportare il tutto allo stato iniziale.
 

costa g

Nuovo Iscritto
Grazie per la risposta. Ma non si deve comunque chiedere il fine lavori per entrambi gli appartamenti (che però non si può avere per le ragioni esposte)? Peraltro, ho scoperto che ci sono comuni nei quali la fusione viene data anche a proprietari diversi (nel caso, si tratta di marito e moglie conviventi, quindi sono diversi soltanto da un punto di vista puramente tecnico).
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Come ti devi comportare per ciò che riguarda la dichiarazione di fine lavori non lo so. Anche perchè mi sembra che fra DIA varie e stato attuale degli appartamenti (uno privo di cucina, l'altro di bagno) la situazione sia piuttosto incasinata. Per la fusione a Roma me l'hanno negata essendo io intestatario del 100% di un appartamento e cointestatario (quindi fifty-fifty) di un altro appartamento che abbiamo unito al precedente. Alla fine ce ne siamo fregati di fare la fusione (burocratica) ed aspettiamo di decidere quando vendere. Al momento ripristineremo lo stato ex ante e....buonanotte.
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Come ho già detto prima, la fusione catastale me l'hanno negata in quanto i due contitolari dei diritti -ossia io al 100% di un appartamento, mia moglie ed io al 50% ciascuno dell'altro appartamento, non possiamo avere un unico riferimento catastale (particella e subalterno) con l'impossibilità di attribuzione di quote certe ed univoche per ogni possessore. Ossia, non è possibile attribuire "quanto" della proprietà risulti effettivamente a me e quanta a mia moglie. Il suggerimento che abbiamo avuto è stato di rendere anche l'appartamento in comunione. Per fare ciò occorrerebbe una "vendita" (ancorchè fittizia) della metà dell'appartamento, ora a me intestato, a mia moglie. Di conseguenza, tutto il bene a disposizione si potrà fondere ed attribuire a ciascuno dei due la contitolarità al 50%. Ma tale operazione, prevede comunque l'esborso anche sostanzioso di denaro per notaio, tasse varie ecc. - Ecco perchè abbiamo deciso di continuare come descritto nel mio intervento dell'altro ieri alle ore 22,27.
 

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