In tutte le esperienze c'è sempre il lato positivo....: è indiscutibile.
Di lì a considerare la naia come rimedio di tutti i mali ce ne corre.
Ognuno ha i propri ricordi e le proprie esperienze, positive e negative.
Sai cosa ricordo di quel periodo? : quando devo rammendare o cucire una tasca in cui si è aperto un buco: ecco, quello è ciò che ho imparato durante la naia. Vien da ridere, e non ne nego l'utilità, comunque.
Quanto a ricordi...: veniamo a sapere, rientrando in caserma che un nostro "commilitone", è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale di Napoli. Non si hanno altre notizie.
Ci rechiamo appena possibile nel fine settimana al Cardarelli, e troviamo il compagno in stato confusionale: comunque ci riconosce, e finalmente parla, (non rispondeva più a nessuno) ma notiamo essere piuttosto assente.
Una settimana dopo , recandoci all'ospedale, veniamo informati che il "paziente" era stato trasferito e ricoverato al manicomio di Aversa: nessuno, nemmeno in Compagnia, era stato avvisato.
Chiediamo in due il permesso, subito accordato, di recarci ad Aversa: essendo il più anziano del gruppo (scuola trasmissioni compagnia alpina di San Giorgio a Cremano), mi era stata data una sorta di incarico di capo gruppo (tipo capo classe)
Ad Aversa la situazione che trovammo fu:
- non riconosceva più nessuno
- rimaneva chiuso ed in silenzio, apparentemente isolato da ciò che lo circondava.
- non aveva riconosciuto, (o almeno non aveva dato segno di riconoscerli) nè i genitori nè la fidanzata, precipitatisi dal veneto ad Aversa.
- i personaggi che lo assistevano (o accompagnavano) erano del tipo che dopo 4 parole ti dicevano che loro erano Napoleone reincarnato, et similia ....
Dopo oltre un anno, non lo dimenticherò più, ho ricevuto dal veneto una lettera del padre, che mi pregava di dirgli la verità, se ero a conoscenza che qualcuno, o qualche superiore, avesse abusato o fatto del male al figlio; le condizioni del ragazzo non erano evidentemente cambiate, forse peggiorate.
(Evidentemente non tutto il nostro gruppo ha poi passato la selezione finale e ottenuto il diploma. Uno è rimasto indietro.....)
Aggiungo un ulteriore esperienza: il timore di non essere "promossi" e quel precedente, avevano messo in agitazione molti di noi: arrivammo ad una sorta di ammutinamento, dove nessuno per solidarietà si tirò indietro, rifiutando di entrare in classe se non si aveva la garanzia che tutti sarebbero stati promossi, al di là della valutazione di merito.
Venne riunito un Consiglio al Comando per valutare il comportamento: si rischiava la denuncia e credo anche la cosiddetta corte marziale.
Saggiamente venne presa dai Comandi la decisione più saggia: e cambiato anche l'atteggiamento dei sottufficiali istruttori ecc.
Scuola di vita? Anche: come tutti gli ambienti. Nemmeno il peggiore.
E anche dover sottostare alle lune del sergentino imberbe diciassettenne firmaiolo volontario senza arte ne parte, pur avendo ormai 26 anni , laurea e maturità decisamente non confrontabili, desideroso finalmente di andare a guadagnarsi il pane il più presto possibile, sposarsi, ecc. ecc.
p.s.: del resto è arcinoto che "bersaglieri" ed "alpini" hanno due diversissime concezioni dello spirito di corpo; sbaglio?