Io consiglio di guardare lontano....:
non sono sicuro di ricordare tutti i passaggi, eventualmente se scrivo castronerie
@Franci63 mi correggerà.
Gli eventi "normali" sono due:
1a) Muore prima tuo marito: i suoi 3/4 di casa si dividono (senza testamento) 1/4 a te (moglie), 1/4 alla figlia, 1/4 al figlio. La figlia verrà proprietaria di 1/2
1b) Quando verrai a mancare tu, la figlia di primo letto non è tua erede legittima (se non la hai affiliata): quindi il tuo 1/4 lo lascerai a tuo figlio: anche lui diventerà proprietario di 1/2 della casa.
Entrambe i figli non hanno contribuito all'acquisto della casa, ma possiederanno analoga quota: se proprio vogliamo spaccare il capello in due ad essere più svantaggiata sarà la figlia, visto per tre anni al mutuo aveva contribuito anche sua mamma (vedi che traguardando un orizzonte più lungo, le prospettive cambiano
2a) Manchi prima tu: se non ricordo male non possiedi nulla di questa casa
2b) Poi viene a mancare tuo marito: i suoi 3/4 andrebbero per metà a ciascuno dei figli: 3/8 ciascuno. La figlia risulterebbe quindi proprietaria di 2/8+3/8=5/8 contro i 3/8 di tuo figlio.
Ma con testamento la quota riservata ai figli è metà del patrimonio quindi 3/16 ciascuno.
Per ripareggiare le quote il papà dovrebbe col testamento destinare la quota "disponibile", pari a (12/16-6/16=6/16=3/8), 1/16 alla figlia e 5/16 al figlio; in tal modo ad entrambi perverrebbero compressivamente 4/8 a testa.
Così i due figli riceverebbero la medesima quota: sotto il profilo della equità mi sembrerebbe il miglior risultato.
Non è però detto che la comunione al 50% di un immobile non divisibile sia di facile gestione. Ma questo riguarderà poi i vostri figli.