Questo il caso specifico sottopostoci:
1) La madre di
@Tempo gli dona un' immobile.
2) La madre di Tempo si risposa.
3) Deceduta la signora, Tempo ed il nuovo marito superstite concorrono.
Quid iuris quanto al destino dell'immobile donato a Tempo?
Nemesis così risponde:
Potrai ritenere tutto l'immobile che ti fosse stato donato, purché il valore di esso non superi l'importo della porzione disponibile e della quota che ti spetterebbe come legittimario.
e a sostegno di ciò adduce l'applicabilità del 3°comma art. 560 Cc anche in ipotesi di successione ab intestato
:
Allora se l'art. 560, comma 3 c.c. vale in tutti i cas i, quello che avevo scritto: "Potrai ritenere tutto l'immobile che ti fosse stato donato, purché il valore di esso non superi l'importo della porzione disponibile e della quota che ti spetterebbe come legittimario" è vero anche se manchi il testamento.
La questione da risolvere non è tanto se l'art. 560 3° Cc sia o meno applicabile nella successione ab intestato (cosa mai messa in discussione dal sottoscritto, ci mancherebbe altro...), bensì se sia questa la norma da applicarsi nell'ipotesi
specifica indicata da Tempo: successione ab intestato di
particolari legittimari. Ebbene, sulla base degli elementi indicati, deve invece concludersi come la disposizione da applicarsi al caso concreto sia ben altra ed ulteriore, ossia il combinato disposto degli art. 724/737 Cc in tema di
collazione:
"I coeredi tenuti a collazione, a norma del capo II di questo titolo, conferiscono tutto ciò che è stato loro donato"
"I figli e i loro discendenti ed il coniuge che concorrono alla successione devono conferire ai coeredi tutto ciò che hanno ricevuto dal defunto per donazione direttamente o indirettamente, salvo che il defunto non li abbia da ciò dispensati"
La risposta data da Nemesis è quindi erronea perchè:
- non considera l'istituto della collazione.
- opera una suddivisione del patrimonio ereditario difforme da quanto sancito per legge.
Infatti in applicazione degli art.724/737 Cc., dato 100 il valore dell'immobile donato a Tempo e 20 il valore di quanto lasciato dalla madre alla sua morte:
a Tempo ed al marito in 2° nozze spetterà l' eguale quota di 60 = (100+20)/2; conseguentemente Tempo dovrà rendere al coniuge superstite ben 40.
Si fosse applicato quanto asserito da Nemesis:
"
Potrai ritenere tutto l'immobile che ti fosse stato donato, purché il valore di esso non superi l'importo della porzione disponibile e della quota che ti spetterebbe
.
Tempo otterebbe invece assai di più: la propria quota di legittimario ma anche tutta la disponibile; ossia un valore di 80 = (100+20)/3.
Ma ciò non sarà possibile perchè contrario alla legge e conseguenza diretta di cosa accada quando, operata la
riunione fittizia (al fine di definire il diritti dei legittimari e la disponibile), non si proceda invece anche alla
collazione (obbligatoria per legge quanto
concorrono discententi e coniuge)
Riepilogando, affinchè Tempo, ricevuto l'immobile in donazione, possa ottenere una quota maggiore di patrimonio
nella successione ab intestato, sarà necessario che il donante espressamente sottragga quanto donatogli dalla collazione
:
disponesse (contestualmente all'atto di donazione o con successivo testamento) la dispensa dalla collazione: anche in tal caso lei si avvantaggerebbe dell'intera quota disponibile riservata alla mamma.
Saluti.