Salve ho un cruccio da porre, secondo voi è possibile, una volta morti i genitori, che non hanno fatto Testamento, che gli altri eredi possano contro la volontà di uno degli eredi, imporre una divisione, forzata, con un frazionamento della proprietà, da parte ad esempio del giudice, Obbligare l'erede in disaccordo a firmare per il frazionamento e quindi per la divisione della proprieta ereditata?
L'unico modo che obbliga tutti è se qualcuno ricorre al giudice, il quale in primis verificherà se il frazionamento della proprietà in quote omogenee per ciascun erede è possibile. Se fosse possibile si procederà all'assegnazione di ciascuna quota tramite estrazione.
Se non lo fosse incaricherà prima un perito per valutare l'immobile e poi un notaio per procedere all'asta.
Se si arriva all'asta con nessun erede interessato all'acquisto e nessun acquirente il giudice non potrà far altro che dichiarare l'impossibilità dello scioglimento della comunione. In tal caso il bene rimarrà in comunione con l'aggravio per ciascun erede delle spese legali, di perizia e del tribunale.
Io vi consiglio di trovare immediatamente una soluzione.
Che bel consiglio però . . . . . .
Soluzione che lascerà l'amaro in bocca a chi non avrà la casa.
Perchè lascerà l'amaro in bocca a chi non avrà la casa, hanno detto che tutti voglionola casa? Hanno detto che sarà pagato un prezzo non adeguato? Quindi perché questa affermazione?
Ed il difficile, lo so, sara' anche riuscire ad avere il giusto compenso capace di controbilanciare i valori in campo.
Se si arriva ad un accordo ognuno valuterà (mettendoci tutto dentro) se quanto offerto sia giusto o meno, altrimenti non si giunge ad un accordo.
La divisione forzata con le spese inerenti dovrebbe fare piu' paura.
Occorre sempre valutare quanto valgono i beni, se il valore è 1.000.000,00 e le spese 15.000,00 che paura dovrei avere?
Inoltre ci si confronta su dei beni/valori che dovrebbero aumentare le nostre "proprietà". Per assurdo si può dire che fino a quando le spese non raggiungono il valore dei beni non c'è remissione.
La media di tempo necessario per delle sentenze in questo campo, fonti del ministero, sono di una decina di anni che possono arrivare anche ad una trentina per arrivare al giudizio della cassazione che potrebbe rimandare indietro la sentenza d'appello. Una via crucis che ve la vorrei proprio risparmiare.
A Roma per esperienza personale un divisione giudiziale mi è durata 5 anni (2004 - 2009), conclusa perchè nessuno ha acquistato l'immobile e siamo ancora in comunione. Il CTU del tribunale è costato complessivamente € 3.000,00 per valutare due appartamenti, le spese del tribunale sono fisse, ogni legale ha poi il suo costo. Non mi sembra questa esperienza da girone infernale.
Se si arriva alla Cassazione vuol dire che non stiamo parlando di due appartamenti in periferia e le spese saranno sicuramente bilanciate dai valori dei beni.
Saluti a tutti, nessuno escluso.
Luigi