Sul giovane ti ringrazio, non è vero e per verificare basta cliccare sul mio nickname, per l'inesperto non so, sulla questione però ci sono passato e quindi tanto inesperto io non sono, non so tu, da quello che dici però qualche dubbio me lo sollevi. Che chi sia giovane sia anche inesperto non vale per tutti e per tutto, tante volte è una frase per riempire una riga vuota.Tra il dire e il fare c'è di mezzo un mare. Luigi credo che sei molto giovane ed inesperto quindi.
Ci risiamo arciera, le cose scritte rimangono e quindi non si può dire non l'ho detto. Dico questo perché come mia abitudine, riporto i fatti o valuto le questioni, difficilmente consiglio, non si può dare un consiglio su quattro righe riportate, si può valutare la situazione in senso ampio e lasciare all'interessato decidere (o non decidere) in un modo o nell'altro se nelle cose riportate ci si vede o meno.Questo depone a tuo favore. Per L'ardore e l'arditezza con le quali dai giusti consigli.
Riportami ti prego almeno un pezzo in cui do un consiglio, ho riletto il post e non lo trovo.
Ma chi decide chi è e cosa è una prepotenza specialmente in tale ambito?La realtà o le realtà sono ostiche. Solo una cosa, in cassazione vi è una mole di lavoro per cause inerenti proprietà del valore di 10.000/20.000 euro. Perché questo? Perché il mondo e' pieno di stupidi? Oppure perché non si vuole far passare indenne una prepotenza?
La successione è codificata, alla legge si accinge chi crede di aver subito un torto, non chi pensa che l'altro sia prepotente.
Il problema sta a monte. La successione con successiva divisione non è altro che la goccia che fa traboccare il vaso. E di questo dobbiamo sempre tenere conto. La legge non è una lettera morta. Magari fosse sufficiente omologarla.
La legge tutela i diritti a prescindere da tutto il resto. Non importa se precedentemente i coeredi abbiano o meno litigato, si siano approfittati del de cuius, abbiano sottratto fondi o nascosto disponibilità, queste cose, per essere prese in considerazione, devono essere denunciate, accertate e giudicate da un terzo che nulla ha a che vedere con i contendenti.
La legge non è una lettera morta, il giudice l'applica in base ai fatti riportati e accertati.