Denunciare? come, perchè e quando?
<< La libertà, la reputazione, e il buon nome sono valori di immensa portata per ogni “società di uomini liberi” che deve preoccuparsi di proteggerli>>
PREMESSO CHE SAREBBE SEMPRE OPPORTUNO RIVOLGERSI AD UN LEGALE,
SE AVETE DUBBI POTETE ANCHE RIVOLGERVI ALLE FORZE DELL'ORDINE...
Cerchiamo di capirne di più:
Definizione di denuncia
Atto con il quale il pubblico ministero o la polizia vengono informati di un fatto che può presentare i caratteri di reato, perseguibile d’ufficio o a seguito di una querela della parte offesa.
Finalità della denuncia
La denuncia ha la finalità di ottenere una difesa da parte dell’autorità di pubblica sicurezza o di imporre, attraverso l’autorità pubblica, di ottemperare ad un obbligo a cui il terzo non adempie.
Reato perseguibile d’ufficio e reato perseguibile a seguito di querela della persona offesa
I primi sono perseguibili dall’autorità pubblica anche solo a seguito di comunicazione verbale o scritta, in forma libera (senza cioè formale dichiarazione).
I secondi sono una categoria comprendente reati specifici e predeterminati dalla legge penale… e sono perseguibili a seguito di querela della persona offesa.
Cos’è una querela?
Una querela è una dichiarazione, mediante la quale la persona offesa dal reato manifesta la volontà che si proceda penalmente contro l’autore del reato.
La querela deve essere presentata dalla parte offesa o da un suo rappresentante entro tre mesi dal reato al pubblico ministero, al pretore o all’ufficiale di polizia giudiziaria, per iscritto oppure oralmente.
Dopo averla presentata, la parte ha comunque la possibilità di rinunciarvi attraverso una dichiarazione firmata.
La querela può anche essere ritirata a processo iniziato… ma le spese processuali saranno addebitate al querelante ( colui che sporge denuncia ) a meno che le parti non convengano il contrario.
Le conseguenze ( negative e positive )
Per i responsabili delle malefatte a danno dei quali avrete sporto denuncia inizierà un processo penale che vedrà loro contro l’autorità dello stato.
Voi ne sarete esclusi se non nella parte inquisitoria; vale a dire la fase in cui il PM raccoglie le prove a danno e a favore dell’inquisito, al fine di trarre le sue conclusioni. In questa fase avrete solo la funzione di riferire di informazione di cui venite a conoscenza.
Al termine del processo, se ritenuti colpevoli, verrà loro comminata una pena, quella che il giudice riterrà opportuna al caso.
Le conseguenze a livello personale sono molto rilevanti e assolutamente da tenere in considerazione.
Bisogna parlare di
* criminalizzazione
* “stress da processo”
Ma anche di:
*
senso di giustizia appagato
* fine delle malefatte
Criminalizzazione
Nel momento in cui il malfattore viene denunciato, inizia da parte dell’autorità giudiziaria,
un insieme di prese di posizione finalizzate alla rieducazione del malfattore.
Non si parla però di una semplice ramanzina. Il malfattore si troverebbe di fronte ad un altissimo muro istituzionale che, certo, non scenderà a compromessi né si commuoverà di fronte ai soliti pianti finti e le scuse banali.
L’impatto sarà duro… la stessa durezza con cui la vittima ha dovuto avere a che fare quando, sola, è stata picchiata, emarginata, calunniata… uccisa nel profondo dell’animo, inviolabile in una società civile.
“Stress da processo” ( problema sentito sia nel processo penale che civile )
Il vero problema di cui ci dobbiamo preoccupare è la pressione che un processo potrebbe causare al malfattore.
I problemi sono tre:
1 – la pressione psicologica che crea l’idea di essere inseriti in un contesto giudiziario
2 – il tar e le perizie psicologiche
3 – i rapporti con l’ambiente
punto 1
Non penso che abbia troppo bisogno di spiegazioni. L’idea che qualcuno stia pensando come imbrogliarti, come raggirare il problema e come passarla liscia direi che è un pensiero che gira per il cervello giorno e notte.
Punto 2
Nel caso in cui venga richiesta la conferma di una lesione alla mente ( danno morale, biologico o esistenziale ) saranno necessarie tre perizie: una di uno psicologo di fiducia, l’altra di uno psicologo del tribunale e il terzo dello psicologo della controparte.
Ciò significa che il perito della controparte tenderebbe a dimostrare che nulla è accaduto e che il problema non è fuori la vittima, bensì dentro la stessa.
Questo comportamento è una grave piaga del processo penale, ma anche un dato di fatto da tenere in considerazione.
Punto 3
Sappiamo com’è… tutti sono pronti a denunciare i mali subiti, ma anche a criticare chi prende questa decisione contro coloro che conosciamo. È un comportamento che io non ho mai compreso a pieno, ma è molto frequente.
Questo in particolare nella dinamica di bullismo dove tutto è vissuto come un gioco…dove un naso rotto è un errore, un gioco sfuggito di mano. ( cosa orribile )
Per questa ragione… dopo una denuncia è conveniente cambiare domicilio. Se la lesione subita vuole una denuncia a parte, si può fare comunque… significa che per quei mesi si terrà particolarmente monitorata la situazione e poi si cambierà domicilio.
Senso di giustizia appagato
Una persona che si sente dire da un’autorità: << tu hai ragione… ti hanno fatto del male e ora verranno puniti >> vede realizzato un sogno, vede stabilizzarsi un equilibrio che è stato violato!! La vittima viene a contatto con la legge, ricreando dentro di sé il senso di legalità che è stato perduto.
La causa in questo senso sarebbe benefica!
E se poi perdo la causa? Se la causa dovesse essere persa, c’è il rischio di un effetto contrario: una completa sfiducia della persona verso la giustizia degli uomini ( cosa non auspicabile ) e il malessere interno continuerebbe.
Per questa ragione è importante iniziare un processo solo quando si hanno buonissime probabilità di riuscita. Mai si avrà la certezza… ma un’ampia probabilità è necessaria. È molto meglio colpire solo i responsabili principali piuttosto che perdere una causa verso alcuni protagonisti della vicenda “bullismo”.
Fine delle malefatte
Una denuncia può, a mio parere, portare alla risoluzione delle malefatte, tranne nei casi di particolare pericolosità ( ma sono pochissimi casi “estremi” ). Per una grandissima percentuale, i persecutori di fronte all’autorità e pressati da un potere quale quello dell’uomo in divisa che formalizza il tutto, cedono e fanno un passo indietro.
Eingefügt aus <http://www.bullismo.com/index.php?option=com_content&task=view&id=92&Itemid=108>
pagolino con ossequi e rispetto