Salve, chiedo il vostro aiuto per una dolorosa vicenda che è venuta a galla dopo la recente morte di mio padre. Mia sorella e la sua famiglia hanno vissuto nella sua casa per più di venti anni, casa di sette vani, con riscaldamento autonomo e garage annesso, al centro della città. Negli stessi anni io ho vissuto con la mia famiglia in una casa, di famiglia, non in periferia, ma non al centro, senza garage, senza riscaldamento e in zona molto trafficata perchè sulla circonvallazione. Il conto di mio padre negli ultimi anni è stato gestito da mia sorella. Un anno fa decidiamo di dividere l'appartamento grande dove abitava lei con mio padre, in due unità. Secondo l'architetto che si è occupato di seguire i lavori, una parte (la sua) sarebbe stata divisa in cinque vani a cui sarebbe andato anche il garage e l'atra parte sarebbe stata composta da due vani, ma in più naturalmente io sarei stata proprietà dell'appartamento in cui ho sempre vissuto. Su tutto ciò avevamo raggiunto un accordo per dare fine a questo limbo che erano le due proprietà indivise. Al decesso di nostro padre, scopro che sul conto non è rimasto praticamente quasi nulla, eccetto del denaro che è stato utilizzato per la divisione perimetrale della casa e per qualche piccola sistemazione nell'appartamento di mia sorella. Insomma da qui inizio a dubitare e a discutere su ciò che si può immaginare. Adesso la mia domanda è: 1) avendo un testamento con le volontà di mio padre in cui scrive che siamo proprietarie esattamente della metà di tutto (in aggiunta c'è pure una bottega, al centro), faccio pubblicare e valere la sua volontà? 2) Faccio periziare di nuovo entrambi gli appartamenti, che adesso sono diventati tre? Io penso che l'appartamento al centro, con annesso il garage ha più valore delle altre due unità abitative. Dal momento che è venuto a crearsi questa situazione di fiducia mal riposta nei confronti di una sorella, voglio avere ciò che mi spetta. Cosa mi consigliate?