Antonio Abiuso

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Elio lascia alla sua morte un certo patrimonio destinato ai figli Tizio e Caio. Tizio è interessato a ricevere la sua parte mentre Caio se ne strafrega, sicché costringe Tizio ad attivarsi col presentare la dichiarazione di successione assumendosene i costi che andranno poi posti a carico di Caio per la sua quota se (e in quanto) coerede. Infatti Caio, se non ha già fatto atti di disposizione dei beni ereditari, resta un semplice chiamato che come tale non è tenuto a rispondere degli oneri derivanti dalla successione. Ha dieci anni di tempo per deciderlo.
E che può fare Tizio in tale situazione? Semplice: propone un'azione ("interrogatoria") con cui chiama Caio a dichiarare entro un ristretto termine se accetta o meno tale eredità.
Quindi se dichiara di non accettarla ne resta escluso e questa si devolve soltanto a Tizio; se dichiara d'accettarla Caio diviene erede a tutti gli effetti e prende così il buono e il cattivo.
La conseguenza in questo secondo caso è poi l'azione di divisione da proporsi, nell'ipotesi di dissidio in merito tra Tizio e Caio, dapprima davanti ad un organo di Mediazione e poi, se fallisce, davanti al competente Tribunale. Altre strade non sono configurabili.
 

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