chiccav600

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Proprietario Casa
Salve a tutti, vorrei avere un vostro parere in merito al diritto d'abitazione.

1) Può il diritto di abitazione essere costituito in modo gratuito? Oppure deve essere ceduto in cambio di soldi o altro?
2) Il diritto d'abitazione concesso contrattualmente, dura fino alla morte dell'abitatore o ci sono dei comportamenti che lo fanno decadere prima? O è possibile inserire delle condizioni? Del tipo: "Ti concedo il diritto d'abitazione finché il tuo mutuo non sarà arrivato al 50% del rimborso".
3) Sarebbe un operazione che va a ledere il futuro patrimonio del minore? (Come lo sarebbe ad esempio una donazione delle quote di proprietà?)

In pratica siamo 3 fratelli che hanno ereditato per legittima 2 case, che sono residenza di due dei tre fratelli. Ognuno di noi paga la propria quota di IMU sull'appartamento in cui abita l'altro. Il terzo fratello la paga addirittura su tutti e due.

Quello che vorremmo fare è concederci vicendevolmente il diritto d'abitazione, di modo che a nessuno risulti una seconda casa, e nel giorno in cui saremo a posto economicamente per vendere tutto o per liquidarci le quote tra di noi, compiere un qualche atto che faccia decadere questo diritto per essere liberi di disporre delle proprietà.

Ad esempio, prendere la residenza altrove, o fare un nuovo contratto con cui annulliamo la volontà di quello precedente, qualcosa del genere.

Secondo voi è una cosa fattibile?
 

chiccav600

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Proprietario Casa
Scusate, nella domanda 3 ho dimenticato di specificare che uno dei fratelli ha un figlio minore e lui e la sua compagna sono una coppia di fatto, registrata in comune.
 

Gianco

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In genere il diritto d'abitazione si acquisisce con la separazione o il decesso di un coniuge. Tale diritto cessa con il decesso del fruitore. Anziché riconoscere il diritto d'abitazione, non ti conviene permettere l'uso dell'abitazione in comodato d'uso? Avresti gli stessi vantaggi.
 

chiccav600

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Sì, infatti l'idea mi è venuta proprio dal fatto che mio padre, quando noi abbiamo ereditato la casa da mia madre, aveva il diritto d'abitazione e pagava solo lui le imposte.

Per noi era come se non avessimo neanche una seconda casa. Ora purtroppo non c'è più neanche lui e siamo tornati a pagare il 33% ciascuno di imposte sulla seconda casa. Però considerato che in una ci abito io, nell'altra mio fratello... in realtà nessuno di noi tre ha realmente "a disposizione" una seconda casa. Mi pare un'imposta ingiusta!

Però essendo il presupposto diverso tra diritto d'abitazione acquisito in caso di coniuge superstite o separato e quello concesso contrattualmente, magari il secondo poteva essere annullato prima della scadenza naturale, ossia il decesso di chi ha il diritto.

Purtroppo nel mio comune dall'anno scorso è stato tolto l'esonero IMU in caso di comodato d'uso. C'è solo per usufrutto e abitazione.
 

adimecasa

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Professionista
La fame di soldi si sente anche da lontano purtroppo, almeno venissero utilizzati bene, sarà che sono pessimista ma per i proprietari di case di immobili la vedo nera nei prossimi anni ad venire, oltre ad essere tartassati non sono sicuri neanche di avere un reddito
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
In genere il diritto d'abitazione si acquisisce con la separazione o il decesso di un coniuge.
Si costituisce anche con atto di trasferimento inter vivos, che può ben essere a titolo gratuito.
Anziché riconoscere il diritto d'abitazione, non ti conviene permettere l'uso dell'abitazione in comodato d'uso? Avresti gli stessi vantaggi.
No, nella fattispecie in discussione (comodanti e comodatari che sono fratelli) non si avrebbero gli stessi vantaggi.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Però essendo il presupposto diverso tra diritto d'abitazione acquisito in caso di coniuge superstite o separato e quello concesso contrattualmente, magari il secondo poteva essere annullato prima della scadenza naturale, ossia il decesso di chi ha il diritto.
Premesso che la durata del diritto di abitazione non può eccedere la vita del beneficiario (è quindi previsto un limite massimo di durata), l'atto di trasferimento di quel diritto può ben prevedere un termine diverso (dunque, minore) da quello della morte dell'habitator.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Chi affida un immobile in comodato d'uso dovrebbe essere esentato dall'IMU o sbaglio?
I comuni possono (non ne hanno l'obbligo) considerare direttamente adibita ad abitazione principale l'unità immobiliare concessa in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado (quindi, non anche ai fratelli, come accade nella fattispecie in discussione) che la utilizzano come abitazione principale, prevedendo che l'agevolazione operi o limitatamente alla quota di rendita risultante in catasto non eccedente il valore di euro 500 oppure nel solo caso in cui il comodatario appartenga a un nucleo familiare con ISEE non superiore a 15.000 euro annui. In caso di più unità immobiliari, la predetta agevolazione può essere applicata a una sola unità immobiliare.
Pertanto, verificate le condizioni di cui sopra, l'assimilazione ad abitazione principale fa sì che l'IMU non si applichi, con l'eccezione di quelle classificate nelle categorie
catastali A/1, A/8 e A/9.
 

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