lore68

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Proprietario Casa
per un trasferimento di proprietà immobiliare, vi risulta che per la dichiarazione di cui al titolo sia obbligatorio incaricare un tecnico, oppure si può autodichiarare ex art. 47 L. 445/2000?

No perchè l'articolo 19 comma 14 del DL 78/2010, che ha modificato la Legge 52 del 1985, ha appunto introdotto l'obbligatorietà di dover fare una "dichiarazione, resa in atti dagli intestatari, della conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie" ma a me leggendo e rileggendo non mi sembra assolutamente che "dichiarazione resa in atti" significhi "dichiarazione a firma di tecnico abilitato mentre il notaio mi ha detto che ciò significa che un tecnico deve essere incaricato per rendere questa dichiarazione altrimenti ci attacchiamo al tram.
Secondo me dovrebbe essere una dichiarazione di atto notorio che si può fare ex art. 47 L. 445/2000.
Uff. mi chiedo perchè in italia dev'essere tutto così complicato, e dire che il decreto 78/2010 si chiamava "misure urgenti per la competitività economica".... sì, se la competitività economica la si fa mettendo altri paletti burocratici, ora si capisce perchè navighiamo nella m.....
 

Gianco

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Certamente una dichiarazione tecnica professionale deve essere redatta da un iscritto ad un opportuno ordine, sarà conseguente alle necessarie verifiche mirate e sarà sottoscritta con apposizione del timbro professionale che ne garantirà la responsabilità qualificata.
Altrimenti un qualsiasi Pinco Pallino scrive due righe per non sa che cosa e sarà in grado di frodare l'acquirente. A quel punto perché l'atto non lo stipuli tu direttamente senza dover pagare la parcella del notaio, che per giunta ti pretende la dichiarazione firmata da "altri"?
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
per un trasferimento di proprietà immobiliare, vi risulta che per la dichiarazione di cui al titolo sia obbligatorio incaricare un tecnico, oppure si può autodichiarare ex art. 47 L. 445/2000?
So per certo che in alcune zone d’Italia (tra cui sicuramente Parma e altre zone dell’Emilia -Romagna) è prassi notarile richiedere tale certificato redatto da un tecnico, che se ne assume la responsabilità.
Nessun notaio in quelle zone rogita senza.
I miei ex colleghi agenti immobiliari di quelle zone sono molto soddisfatti di questo modus operandi, poiché evita qualsiasi litigio e incomprensione tra le parti.
Alcuni auspicano che tale “obbligo” sia esteso in tutta Italia, ma , se da un lato rende le compravendite immobiliari più sicure, dall’altro impone nuovi costi .
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
se da un lato rende le compravendite immobiliari più sicure, dall’altro impone nuovi costi .
D'altronde è un servizio che garantisce l'acquirente e non dovrebbe costare un'enormità. Il professionista dovrebbe fare un accesso agli atti per ottenere gli elaborati delle opere autorizzate, estrarre dal catasto le planimetrie necessarie e fare un sopralluogo per riscontrare la corrispondenza con i documenti ottenuti. Evidentemente l'intervento, aldilà del tempo impiegato, sarà in funzione del valore dell'immobile interessato dall'accertamento.
 

Excalibur

Membro Attivo
Proprietario Casa
Anche in provincia di Siena e di Arezzo non si rogita senza la conformità urbanistica redatta da un professionista. E' un costo, soprattutto per le case di campagna vecchie e/o antiche perché non basta - mi dicono alcuni tecnici di zona - verificare con la mappa catastale "nuova", capita spesso di dover ricorrere al catasto leopoldino. Ci si rende conto che è una garanzia ma ogni tanto prevale la sensazione che a) si stia mettendo a posto il catasto a spese dei proprietari/acquirenti b) sia diventato una "rendita" per i professionisti. E no, non è affatto economico.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Purtroppo all'impianto il catasto è stato formato dall'accertamento d'ufficio che, sebbene fosse rigoroso, era di parte. Nel proseguo l'aggiornamento era ed è a carico dei proprietari e dei loro tecnici. Sovente ci si imbatte in accertamenti errati sin dall'origine e se fino a qualche tempo fa era possibile dichiarare lo stato accertato, ora ogni variazione va debitamente motivata e certificata. Se i passaggi risultano regolari la storia risulterà regolare. Mentre se qualche passaggio fosse privo di documentazione regolare, atti pubblici, successioni, sentenze, la variazione viene accettata con riserva, con la conseguenza che mancherà la continuità storica ed un'istituto finanziario eviterà di intervenire nell'operazione.
 

griz

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Professionista
le conformità sono cose serie infatti la storia è piena di immobili per i quali si è dichiarato che fossero in regola e poi il proprietario scopre che vi sono abusi insanabili, ben vengano questi accertamenti, penso che il compratore possa essere contento di sborsare una piccola quota in più per essere certo di acquistare un immobile in regola, del resto il venditore non credo abbia problemi a pagare una parcella ad un tecnico che gli permetta di essere sicuro di quanto sta vendendo. Vorrei precisare che la conformità catastale è eventualmente facile da sistemare con un eventuale aggiornamento, mentre la conformità urbanistica è spesso una grossa complicazione
 

lore68

Membro Attivo
Proprietario Casa
certamente penso che sia una cosa importante certificare la conformità di un immobile a tutela dell'acquirente.

Nella fattispecie del mio caso però, mi sembra una spesa inutile e impropria.
Sto cedendo una frazione di 1/9 di proprietá indivisa di una successione ereditaria a mia sorella che è giá comproprietaria e coerede.
al termine dell'operazione io resterei proprietario per 1/9 e mia sorella lo sarà per 3/9.
Se qualcuno è in grado di spiegare razionalmente la convenienza di dover certificare con rigoroso rilievo tecnico la conformità, catastale e urbanistica, degli immobili oggetto della variazione di quota di possesso, ci provi pure.
si parla di un acquirente che è già proprietaria, compra una mia quota ad un prezzo conveniente e se anche dovesse contestare degli abusi, si tirerebbe la zappa sui piedi ed è una cosa che non farebbe mai.
ci fossero anche, gli abusi (non ci sono, in ogni caso), penso che le converrebbe sanarli col tempo e con un progetto razionale e che la dichiarazione inquestione sia l'ultimo dei suoi pensieri.

Non ho nulla contro i tecnici e il valore aggiunto del loro lavoro, ma nel caso in specie è assolutamente inutile e la categoria dei notai questa volta "toppa" di brutto
 

moralista

Membro Senior
Professionista
Se queste richieste notarili le avessero chieste alcuni decenni fa, non avremmo tutto questo contenzione con le amministrazioni per piccoli o grandi difformità,
 

griz

Membro Storico
Professionista
in effetti... ho appena seguito una cessione di quote per il 50% e il notaio non ha voluto nessun documento. Se comunque ci dovesse essere un difformità l'acquirente sarebbe responsabile come il venditore
 

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