La sicura provenienza delle infiltrazioni impone comunque un accertamento tecnico senza il quale non si va da nessuna parte. Dopo di che, se la causa ne risultasse riconducibile alla proprietà sovrastante bene farebbe l'amministratore a consigliarti di rivolgerti ad un avvocato perché soltanto nel caso contrario (provenienza da tubature condominiali) sarebbe tenuto ad intervenire per i rimedi del caso. Circa l'ipotizzata situazione di fatto (proprietario defunto ed assenza d'eredi rinuncianti - cosa d'agevole riscontro, prima presso il Comune per appurare se il condomino è effettivamente morto (al riguardo non mancano mai le..sorprese), poi presso l'ufficio successioni del Tribunale per la conferma delle rinunce all'eredità - solo dopo sarebbe possibile un valido orientamento sul da farsi. Se tutto ciò trovasse positiva conferma la situazione, alla luce di quanto ti è stato pure ipotizzato (l'indebitamento del defunto titolare dell'immobile verso il condominio e la banca creditrice), potrebbe divenirti negativamente ancor più complessa e di ardua soluzione in ordine al ristoro dei tuoi danni. Infatti non potendo richiederlo al condominio, per quanto già osservato, neppure lo potresti (e su ciò dissento dalla considerazione da altri prospettata) nei confronti della banca; la quale nel perseguire il suo credito con lo staggire la casa e farla mettere all'asta per soddisfarlo prelatiziamente credo quindi che non ne assumerebbe mai la titolarità indispensabile per rispondere dei danni provocati. I quali potrebbero a mio avviso venire, in ipotesi peraltro dubbia, richiesti nei confronti del solo neo proprietario se dalla perizia risultasse d'averlo acquistato consapevole dei pregiudizi recati al sottostante immobile.