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User_56499
Ospite
Buongiorno a tutti
Vorrei un parere sulla risoluzione per gravi motivi a causa coronavirus per i contratti transitori ad uso studenti universitari.
Considerata l'attuale lacuna normativa chiedo, a chi è più esperto di me; se in assenza di sospensione delle lezioni da parte delle università (le hanno modificate in frequenza a distanza, non annullate al momento); è configurabile il recesso per gravi motivi.
I miei dubbi sono sulla causa di risoluzione per forza maggiore per l'impatto del coronavirus.
Tuttavia, considerato il pregiudizio economico che nè subirebbo noi tutti proprietari come ritenete venga valutato il fatto che da contratto il conduttore stabilisce la propria dimora presso l'immobile locato.
Un'eventuale decisione unilaterale dell'inquilino di trasferirsi altrove andrebbe ad arrecare un pregiudizio economico al locatore che verosimilmente in questo periodo non potrà poi riaffittare mentre l'inquilino subisce le stesse norme cui è sottoposto anche il proprietario.
Questo soprattutto nel caso non venissero corrisposti i 3 mesi di recesso anticipato e/o l' inquilino se ne andasse chiedendo pure indietro la caparra.
Riguardo la caparra formalmente a me risulta che serva comunque una domanda giudiziale di attribuzione in assenza di accordo transattivo tra le parti, affinchè questo possa esser legalmente trattenuto come canone.
Con la sospensione di processi non urgenti mi sembra irrealistico tuttavia e credo che l'unica soluzione sarebbe la mediazione.
Se qualche altro proprietario/a ha già avuto esperienze simili vorrei conoscere la sua esperienza.
Grazie a tutti
Vorrei un parere sulla risoluzione per gravi motivi a causa coronavirus per i contratti transitori ad uso studenti universitari.
Considerata l'attuale lacuna normativa chiedo, a chi è più esperto di me; se in assenza di sospensione delle lezioni da parte delle università (le hanno modificate in frequenza a distanza, non annullate al momento); è configurabile il recesso per gravi motivi.
I miei dubbi sono sulla causa di risoluzione per forza maggiore per l'impatto del coronavirus.
Tuttavia, considerato il pregiudizio economico che nè subirebbo noi tutti proprietari come ritenete venga valutato il fatto che da contratto il conduttore stabilisce la propria dimora presso l'immobile locato.
Un'eventuale decisione unilaterale dell'inquilino di trasferirsi altrove andrebbe ad arrecare un pregiudizio economico al locatore che verosimilmente in questo periodo non potrà poi riaffittare mentre l'inquilino subisce le stesse norme cui è sottoposto anche il proprietario.
Questo soprattutto nel caso non venissero corrisposti i 3 mesi di recesso anticipato e/o l' inquilino se ne andasse chiedendo pure indietro la caparra.
Riguardo la caparra formalmente a me risulta che serva comunque una domanda giudiziale di attribuzione in assenza di accordo transattivo tra le parti, affinchè questo possa esser legalmente trattenuto come canone.
Con la sospensione di processi non urgenti mi sembra irrealistico tuttavia e credo che l'unica soluzione sarebbe la mediazione.
Se qualche altro proprietario/a ha già avuto esperienze simili vorrei conoscere la sua esperienza.
Grazie a tutti