Pensavo anch’io come detto da Nemesis che le condizioni contrattuali rimanessero quelle concordate in origine, modificandosi solo la durata del contratto.
D’altra parte la previsione normativa della conversione in 4+4 ha, fra le altre, proprio la ratio di punire il proprietario che abusa dello strumento per finalità improprie (quali quelle di garanzia), che non rientrano fra quelle individuate negli accordi territoriali su delega normativa.
Se fosse possibile, per il proprietario, beneficiare del regime del canone libero per alzare il canone ad libitum (in che misura poi dato che dovrebbe essere concordato?!) si vanificherebbe proprio lo scopro della normativa, che è quello di acconsentire a esigenze transitorie, non solo del conduttore ma anche del proprietario (che magari ha necessità di tornare in possesso dell’ alloggio per ragioni personali): ragioni che in entrambi i casi devono essere rappresentate nel contratto.
Quello che mi chiedevo inoltre, in via generale, è se dopo il decreto del 2017, non sia più possibile - come credo- chiedere un rinnovo per persistenza delle ragioni di transitorietà con raccomandata (cosa prevista nel decreto del 2002), in modo da avere altri 18 mesi, ma sia necessario in ogni caso stipulare un nuovo contratto, che potrebbe essere 3+2 o (speriamo di no) nuovamente transitorio.
È chiaro che, in caso di stipula di nuovo contratto, il proprietario potrebbe chiedere un canone maggiorato, ma in quel caso io potrei opporre la non necessità del contratto, essendosi per effetto della irregolarità convertito il contratto in 4+4, con mantenimento delle stesse condizioni.
La giurisprudenza, dopo la Cassazione del 2014, del resto su questo punto è chiara.
Mi chiedevo inoltre, più in generale, se un proprietario che abbia diverse proprietà da affittare possa avere interesse a rinunciare alla cedolare secca, al fine di adeguare il canone all’ISTAT. Mi chiedo anche se accada spesso.
D’altra parte la previsione normativa della conversione in 4+4 ha, fra le altre, proprio la ratio di punire il proprietario che abusa dello strumento per finalità improprie (quali quelle di garanzia), che non rientrano fra quelle individuate negli accordi territoriali su delega normativa.
Se fosse possibile, per il proprietario, beneficiare del regime del canone libero per alzare il canone ad libitum (in che misura poi dato che dovrebbe essere concordato?!) si vanificherebbe proprio lo scopro della normativa, che è quello di acconsentire a esigenze transitorie, non solo del conduttore ma anche del proprietario (che magari ha necessità di tornare in possesso dell’ alloggio per ragioni personali): ragioni che in entrambi i casi devono essere rappresentate nel contratto.
Quello che mi chiedevo inoltre, in via generale, è se dopo il decreto del 2017, non sia più possibile - come credo- chiedere un rinnovo per persistenza delle ragioni di transitorietà con raccomandata (cosa prevista nel decreto del 2002), in modo da avere altri 18 mesi, ma sia necessario in ogni caso stipulare un nuovo contratto, che potrebbe essere 3+2 o (speriamo di no) nuovamente transitorio.
È chiaro che, in caso di stipula di nuovo contratto, il proprietario potrebbe chiedere un canone maggiorato, ma in quel caso io potrei opporre la non necessità del contratto, essendosi per effetto della irregolarità convertito il contratto in 4+4, con mantenimento delle stesse condizioni.
La giurisprudenza, dopo la Cassazione del 2014, del resto su questo punto è chiara.
Mi chiedevo inoltre, più in generale, se un proprietario che abbia diverse proprietà da affittare possa avere interesse a rinunciare alla cedolare secca, al fine di adeguare il canone all’ISTAT. Mi chiedo anche se accada spesso.