Silfi

Nuovo Iscritto
Conduttore
Buonasera, abitiamo da una quindicina d'anni in affitto in una casa primi '900 divisa in due unità abitative. Noi abbiamo un contatore del gas in strada e uno interno che si riferisce alla metà di casa del nostro vicino. Ogni volta per il calcolo dei consumi dobbiamo fare differenze e proporzioni e ogni volta che cambiano inquilini nell'altro appartamento è un disastro. Per l'acqua abbiamo (dall'anno scorso perché prima dividevano in tre con la terza casa accanto) un solo contatore quindi con il vicino facciamo a spanne. Siamo esasperati da questa situazione e finalmente a giugno cambieremo casa ma mi sorge il dubbio....è legale affittare due case distinte con una situazione così promiscua? Noi ci abbiamo sicuramente rimesso negli anni avendo dovuto fare sempre i conti a spanne senza mai calcolare spese fisse ecc ecc... Non capisco come sia regolamentata la cosa però, mi sapreste aiutare? Grazie mille per la disponibilità.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Noi ci abbiamo sicuramente rimesso negli anni avendo dovuto fare sempre i conti a spanne

Se avete fatto i calcoli "a spanne" non puoi essere certo chu dei 2 ci abbia rimesso.
Avendo un sottocontatore su una fornitura i calcoli possono essere fatti in modo "equo".

È certamente legale locare abitazioni con tale modalità...e dopo 15 anni in cui hai accettato il criterio di calcolo diventa inutile contestate.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
.è legale affittare due case distinte con una situazione così promiscua?
Sì, è legale.
Nei contratti di locazione si specificano i criteri di suddivisione dei consumi, se le utenze non sono individuali per ogni unità immobiliare.

Ad esempio: quando affitto gli appartamenti ubicati in un Condominio con un unico contatore per l'acqua e il cui Regolamento prevede che l'addebito venga calcolato in base al numero di persone che occupano ogni unità abitativa, scrivo nei contratti di locazione questa modalità di riparto.
I conduttori firmando il contratto di locazione la accettano.
 

Silfi

Nuovo Iscritto
Conduttore
Grazie, so di averci rimesso perché non abbiamo mai diviso a metà i costi fissi ad esempio ma ormai pazienza, non era per polemizzare. Però per l'acqua ad esempio non abbiamo nulla di diviso, neanche un conta litri...
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
per l'acqua ad esempio non abbiamo nulla di diviso, neanche un conta litri.
Avresti fatto bene a porti il problema all'inizio della locazione, quando hai stipulato il contratto per quella casa.
Non dico che sia solo tua responsabilità; anche e soprattutto il proprietario/ locatore avrebbe dovuto spiegarti e specificare nel contratto i criteri di ripartizione.
 

Silfi

Nuovo Iscritto
Conduttore
Grazie, infatti abbiamo lasciato correre problemi ben più gravi di questi ma risultiamo ad ogni modo conniventi visto che ci siamo comunque prestati a risolvere insieme le criticità invece di dividere per bene le cose. Comunque grazie molte per le risposte!
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Siccome hai detto che
a giugno cambieremo casa
ti consiglierei di stare attento alla regolazione dei conguagli finali col proprietario.

Quando locatore e conduttore firmano il verbale di rilascio e restituzione chiavi alla proprietà, è bene scrivere che le parti non hanno più nulla a pretendere.
Oppure, se in quel momento non è possibile definire i conguagli perché non sono ancora arrivate le ultime bollette, lo si scrive nel verbale. In genere il locatore trattiene parte del deposito cauzionale e si impegna a restituirlo all'ex inquilino quando sarà possibile fare i calcoli esatti.
 

ugo60

Membro Attivo
Proprietario Casa
Sì, è legale.
Nei contratti di locazione si specificano i criteri di suddivisione dei consumi, se le utenze non sono individuali per ogni unità immobiliare.

Ad esempio: quando affitto gli appartamenti ubicati in un Condominio con un unico contatore per l'acqua e il cui Regolamento prevede che l'addebito venga calcolato in base al numero di persone che occupano ogni unità abitativa, scrivo nei contratti di locazione questa modalità di riparto.
I conduttori firmando il contratto di locazione la accettano.
Quando non è scritto, nè specificato verbalmente entro la firma del contratto, come sarebbe il meno sbagliato possibile fare la ripartizione dell'acqua ? Probabilmente non conveniva al proprietario mettere scritto la chiarezza, prevedendo solo un "conguaglio". Tra l'altro, conoscendo in genere i proprietari, si mettono al sicuro ad inizio contratto per cui l'eventuale conguaglio "a credito" non te lo considerano. Da mia figlia, in affitto per ragioni di lavoro in altra città, ha già chiesto un'aumento, ad otto mesi, senza mostrare tutte le bollette di riferimento.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
come sarebbe il meno sbagliato possibile fare la ripartizione dell'acqua ?
Se si tratta di appartamento ubicato in un condominio, il criterio corretto è quello previsto dal Regolamento condominiale.
Che vale per tutti gli abitanti del palazzo: proprietari e inquilini.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
ha già chiesto un'aumento, ad otto mesi, senza mostrare tutte le bollette di riferimento.
Se stiamo parlando di un contratto di locazione libero 4 + 4, i casi sono due:

1) Locatore e conduttore hanno concordato con apposita clausola contrattuale un rimborso forfetario del consumo di acqua. Allora il locatore non può imporre un aumento senza il consenso dell'inquilino.

2) Nel contratto di locazione è stata concordata una rata mensile di acconto. In questo caso il locatore deve esibire le bollette al conduttore e calcolare il conguaglio.
Se il consumo e/o le tariffe dell'Acquedotto sono aumentati rispetto all'inizio della locazione, è possibile aumentare in proporzione le rate di acconto. Sempre salvo conguaglio in base alla spesa effettiva.
 

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