Buongiorno, vi presento un'altra situazione "ingarbugliata".
Nel condominio c'è un "condòmino" (il motivo delle virgolette è più avanti) che ha adibito l'appartamento a casa vacanze e, almeno in apparenza, le cose non sembrano andargli male. Tuttavia, ormai da almeno 4 anni non paga le quote condominiali di sua spettanza e, dato l'uso dell'appartamento e dato che il riscaldamento è centralizzato, siamo arrivati ad un credito non indifferente nei suoi confronti.
Oltre a tutto questo egli accumula nel corridoio delle cantine tutti gli ""scarti" del suo appartamento (mobili vecchi e rotti, macchina del gas, infissi, etc..), che impediscono le normali pulizie e che attirano topi e scarafaggi: l'Amministratore, già due volte ha dovuto chiamare una Ditta per lo sgombro di tali materiali, la cui spesa è stata aggiunta ai crediti già vantati dal condominio. Attualmente sono ricominciati gli accumuli.
Fallito ogni tentativo di risolvere bonariamente la/e questione/i, circa 4-5 mesi or sono l'Amministratore ha incaricato un avvocato di procedere ad un'ingiunzione di pagamento per via giudiziaria, dopo che già in precedenza erano stati inviati solleciti ufficiali con messa in mora.
Purtroppo e stranamente, a tutt'oggi l'avvocato ci dice che la pratica ancora non è stata addirittura assegnata ad un giudice (sic!), cosa, che comunque, ci pare assai strana, dato che ci sembra che la legge preveda un termine massimo di 60 giorni per l'emissione della sentenza ingiuntiva.
Nel frattempo, però, (ed è questo il motivo di apertura di questa Discussione) abbiamo scoperto che il condòmino de quo, che ha una sola figlia, è praticamente nullatenente, ma è anche l'unico erede di un notevole patrimonio immobiliare (tra cui l'appartamento nel condominio), che, però, risulta ancora catastalmente intestato alla madre, deceduta da almeno 8-10 anni.
Di conseguenza il condòmino, in realtà, non è condòmino, ma lo sarebbe ancora la madre deceduta. Non sappiamo neanche se paghi, a nome della madre, le tasse relative agli immobili e se abbia accumulato debiti e pignoramenti col fisco....
Quindi il problema è il seguente: se facciamo l'ingiunzione al "condòmino-non-condòmino" il giudice potrebbe dire che l'ingiunzione non è valida perchè fatta a persona non coinvolta nei fatti, a meno che non lo riconosca come unico erede qual'è e lo obblighi ad intestarsi i beni della madre e, quindi, a divenire ufficialmente condòmino e a rispondere dei debiti verso il condominio (cosa che non so se possa/voglia fare); se, invece, la facciamo alla madre potrebbe accadere che il giudice la giudichi valida ed emetta la sentenza, dandoci la possibilità di "aggredire" l'eredità o che, viceversa, il giudice la giudichi invalida per morte dell'interessata: in quest'ultimo caso che si fa?
Nel condominio c'è un "condòmino" (il motivo delle virgolette è più avanti) che ha adibito l'appartamento a casa vacanze e, almeno in apparenza, le cose non sembrano andargli male. Tuttavia, ormai da almeno 4 anni non paga le quote condominiali di sua spettanza e, dato l'uso dell'appartamento e dato che il riscaldamento è centralizzato, siamo arrivati ad un credito non indifferente nei suoi confronti.
Oltre a tutto questo egli accumula nel corridoio delle cantine tutti gli ""scarti" del suo appartamento (mobili vecchi e rotti, macchina del gas, infissi, etc..), che impediscono le normali pulizie e che attirano topi e scarafaggi: l'Amministratore, già due volte ha dovuto chiamare una Ditta per lo sgombro di tali materiali, la cui spesa è stata aggiunta ai crediti già vantati dal condominio. Attualmente sono ricominciati gli accumuli.
Fallito ogni tentativo di risolvere bonariamente la/e questione/i, circa 4-5 mesi or sono l'Amministratore ha incaricato un avvocato di procedere ad un'ingiunzione di pagamento per via giudiziaria, dopo che già in precedenza erano stati inviati solleciti ufficiali con messa in mora.
Purtroppo e stranamente, a tutt'oggi l'avvocato ci dice che la pratica ancora non è stata addirittura assegnata ad un giudice (sic!), cosa, che comunque, ci pare assai strana, dato che ci sembra che la legge preveda un termine massimo di 60 giorni per l'emissione della sentenza ingiuntiva.
Nel frattempo, però, (ed è questo il motivo di apertura di questa Discussione) abbiamo scoperto che il condòmino de quo, che ha una sola figlia, è praticamente nullatenente, ma è anche l'unico erede di un notevole patrimonio immobiliare (tra cui l'appartamento nel condominio), che, però, risulta ancora catastalmente intestato alla madre, deceduta da almeno 8-10 anni.
Di conseguenza il condòmino, in realtà, non è condòmino, ma lo sarebbe ancora la madre deceduta. Non sappiamo neanche se paghi, a nome della madre, le tasse relative agli immobili e se abbia accumulato debiti e pignoramenti col fisco....
Quindi il problema è il seguente: se facciamo l'ingiunzione al "condòmino-non-condòmino" il giudice potrebbe dire che l'ingiunzione non è valida perchè fatta a persona non coinvolta nei fatti, a meno che non lo riconosca come unico erede qual'è e lo obblighi ad intestarsi i beni della madre e, quindi, a divenire ufficialmente condòmino e a rispondere dei debiti verso il condominio (cosa che non so se possa/voglia fare); se, invece, la facciamo alla madre potrebbe accadere che il giudice la giudichi valida ed emetta la sentenza, dandoci la possibilità di "aggredire" l'eredità o che, viceversa, il giudice la giudichi invalida per morte dell'interessata: in quest'ultimo caso che si fa?