Stavo sfogliando il Dlgs 102 con gli aggiornamenti introdotti. Chhe ho letto molto, ma molto superficialmente..... non sei la sola in vacanza.
Per il 70% in questione avrei inteso che ove si registrano forti squilibri cioè differenze tra le varie u.i. del condominio, è ammesso adottare una quota forfettaria del 30%, invece di un calcolo secono Uni 10200, per tener conto forfettario dei consumi involontari (dispersioni, differenze di esposizione, ecc), e ripartendo il restante 70% della spesa complessiva, secondo quanto monitorato dai ripartitori o sottocontatori.
Per il 50% , non ho letto particolari indicazioni. Posso fare queste ipotesi.
A. Deriva da una diagnosi energetica di ogni u.i. (improbabile)
B. È constatata a posteriori al primo anno di esercizio con la contabilizzazione funzionante, ma non ancora adottata per la ripartizione costi ( c'è una stagione di prova possibile prima di passare alla ripartizione per consumi)
L'indice forfettario del 70% e vincolato, sembra, alla presenza di squilibri almeno del 50%. Mi vien da dire che appare un paravento per dare la possibilità di trovare un compromesso concordato. Cosa che emerge esplicitamente nel comma finale, dove dice che chi ha già stabilito i criteri di ripartizione non è tenuto a ricambiarli. (Bontà loro....)
Ultimo spunto. Se non erro chiedevi come eventualmente giustificare la non covenienz economica. Nel testo si fa riferimento ad una norma Uni 15459. Che purtroppo è distribuita a pagamento.
Ma l'allegato 4 del Dgls 102 descrive i criteri, suppongo in conformità con la suddetta Uni. Non riporta parametri numerici, ma sembra faccia riferimento al tasso di attualizzazione stabilito dalla BCE ecc.
Buone vacanze