vorremmo fare un'assemblea "tra di noi" : qualcuno ha un rifiuto "emotivo" ad incontrare l'amministratore... Quindi, in questo caso, parteciperebbe.
Perché questo condomino non delega qualcuno esprimendo le sue volontà di voto?
Forse l'emotività del rifiuto ha origini sentimentali?
Cosa bisogna fare, affinché l'assemblea sia valida e le votazioni siano regolari?
la prassi ti è stata spiegata nell'intervento # 9; chi non ha problemi a relazionarsi con l'amministratore gli spiega il motivo per il quale lui non dovrebbe partecipare all'assemblea, se accetta bene altrimenti ci sono poche scelte una è quella già accennata poco sopra l'altra è quella di organizzare una riunione, che non ha il rango di assemblea.
1)si vuole permettere di far parcheggiare le bici condominiali in chiostrina, normalmente chiusa e vuota
2)si vuol dare mandato a 2 condomini volontari, di gestire un piccolo fondo creato ad hoc, per la gestione del verde condominiale, per il solo 2020.
gli argomenti richiedono ciascuno una delibera condominiale assembleare con le dovute maggioranze deliberative.
La chiostrina è un cortiletto interno di un palazzo che ha lo scopo di dare luce diretta (apertura di finestre) ai locali degli appartamenti, che altrimenti sarebbero ciechi, e alle scale: di solito si accede da una porta finestra posta a piano terra o a piano seminterrato.
Per il cambio di destinazione d'uso di parti comuni per soddisfare le esigenze dei condomini occorrono, sia in prima che in seconda convocazione, i 4/5 dei condomini che abbiano 800/1000.
Per la creazione di un fondo ad hoc per la gestione del verde condominiale ci vuole una delibera approvata dalla maggioranza dei presenti che abbiano 500/1000. Che poi detto fondo sia gestito da due condomini anziché dall'amministratore basta la maggioranza dei presenti che abbiano almeno 334/1000. Un amministratore che accetta una situazione del genere o ha pochi condomini amministrati e quindi sopporta altrimenti se non ha problemi economici da le dimissioni nella medesima assemblea, rimane in prorogratio fino a quando l'assemblea non ne nomina il sostituto.