Salve.
Avrei bisogno dell'aiuto degli esperti del forum per una questione ereditaria.
Dopo la morte di mio padre (senza testamento) sono venuto a conoscenza che lui possedeva in comproprietà con altri due fratelli, dei terreni agricoli. A me e mia sorella, quindi, spetterebbe 1/6 ciascuno della quota che era di nostro padre. Dopo aver fatto una visura ho scoperto che per la maggior parte si tratta di fazzoletti di terreno di poche decine di metri quadri e reddito dominicale di qualche centesimo che confinano con un terreno più grande di circa 2000 mq. che invece ha il reddito dominicale più alto, 9 euro.
Il punto è questo: premesso che non ci sono rapporti ne' con mia sorella ne' con i miei due zii, vorrei disfarmi della mia quota nella maniera più indolore possibile. Essendo disoccupato ormai da diversi anni, mi sto arrangiando con lavori saltuari, quindi non ho la possibilità di affrontare spese relative a tasse presenti e future, denuncia di successione, notai, avvocati etc., soprattutto perché a quanto ho potuto capire questi terreni hanno uno scarso valore economico visto che fino ad ora non sono riusciti a venderli (forse anche a causa dell'eccessivo frazionamento), per cui tenermi questa quota, a parte l'incomodo di rapporti parentali non piacevoli, mi darebbe solo ulteriori grattacapi.
Cosa fare? Rinunciare all'eredità? Ho chiesto ad un patronato e mi hanno detto che non è più possibile, perché nel frattempo ho chiesto all'Inps di assegnarmi la quota del rateo di tredicesima della pensione di mio padre, quindi avrei tacitamente accettato l'eredità. Inoltre dovrei rinunciare anche a nome di mia figlia minore, chiedendo l'assenso del giudice tutelare al quale dovrei spiegare in maniera convincente il perché di tale rinuncia per evitare un rigetto della richiesta.
Andrebbe bene una dichiarazione scritta fatta ai miei parenti dove affermo di non avere interesse alla mia quota e che quindi sono liberi di farsela assegnare da un giudice?
Grazie in anticipo per le vostre risposte e scusate se sono stato prolisso.
Avrei bisogno dell'aiuto degli esperti del forum per una questione ereditaria.
Dopo la morte di mio padre (senza testamento) sono venuto a conoscenza che lui possedeva in comproprietà con altri due fratelli, dei terreni agricoli. A me e mia sorella, quindi, spetterebbe 1/6 ciascuno della quota che era di nostro padre. Dopo aver fatto una visura ho scoperto che per la maggior parte si tratta di fazzoletti di terreno di poche decine di metri quadri e reddito dominicale di qualche centesimo che confinano con un terreno più grande di circa 2000 mq. che invece ha il reddito dominicale più alto, 9 euro.
Il punto è questo: premesso che non ci sono rapporti ne' con mia sorella ne' con i miei due zii, vorrei disfarmi della mia quota nella maniera più indolore possibile. Essendo disoccupato ormai da diversi anni, mi sto arrangiando con lavori saltuari, quindi non ho la possibilità di affrontare spese relative a tasse presenti e future, denuncia di successione, notai, avvocati etc., soprattutto perché a quanto ho potuto capire questi terreni hanno uno scarso valore economico visto che fino ad ora non sono riusciti a venderli (forse anche a causa dell'eccessivo frazionamento), per cui tenermi questa quota, a parte l'incomodo di rapporti parentali non piacevoli, mi darebbe solo ulteriori grattacapi.
Cosa fare? Rinunciare all'eredità? Ho chiesto ad un patronato e mi hanno detto che non è più possibile, perché nel frattempo ho chiesto all'Inps di assegnarmi la quota del rateo di tredicesima della pensione di mio padre, quindi avrei tacitamente accettato l'eredità. Inoltre dovrei rinunciare anche a nome di mia figlia minore, chiedendo l'assenso del giudice tutelare al quale dovrei spiegare in maniera convincente il perché di tale rinuncia per evitare un rigetto della richiesta.
Andrebbe bene una dichiarazione scritta fatta ai miei parenti dove affermo di non avere interesse alla mia quota e che quindi sono liberi di farsela assegnare da un giudice?
Grazie in anticipo per le vostre risposte e scusate se sono stato prolisso.