Perdonate la domanda stramba, ma la certificazione energetica mi ha fatto perdere più tempo di qualsiasi altro documento richiesto per il rogito ormai prossimo in cui sarò venditore.
La casa si trova in un’altra città, quindi (dopo lunga attesa e a caro prezzo, per fortuna che il tecnico era un amico di un amico) ho ricevuto la certificazione in formato telematico e tale e quale l’ho girata al notaio. La risposta dello studio notarile è stata che non andava bene, chiedevano il pezzo di carta, la stampata a colori firmata dal tecnico, cosa in sé banale ma che mi avrebbe fatto perdere altro tempo, anche per altre circostanze che non vi sto a raccontare nel dettaglio.
Come alternativa, anche se meno gradita, mi è stato proposto l’invio dell’APE via PEC, però attenzione: esclusivamente dalla casella di posta certificata dello stesso tecnico alla casella di posta certificata del notaio, senza passaggi intermedi.
Ciò è stato fatto, ma a quel punto non andava bene la firma digitale del tecnico, perché scaduta… Secondo il tecnico ciò non toglierebbe validità all’APE, che comunque risulta alla Regione (non ho idea di chi abbia ragione), ma per accontentare il notaio ha fatto, sbuffando, un nuovo invio con firma aggiornata, che stata accettata.
Alla fine quindi sembra che ce l’abbiamo fatta.
Dopo queste peripezie (ogni singolo passaggio ha richiesto vari messaggi e varie telefonate di verifica e giorni di attesa, mica cinque minuti come per scrivere questo post ) però sono un po’ nervoso e mi chiedo se sia comunque bene ottenere la famosa stampata a colori con la firma del tecnico su un bel pezzo di carta, oppure se una volta rogitato posso dimenticarmi per sempre di questa benedetta certificazione.
Certificazione che tra parentesi nel mio caso certifica il nulla, cioè l’assenza di qualsiasi accorgimento di risparmio energetico, in un vecchio appartamento vuoto senza neanche un impianto, per cui… la certificazione energetica sarà utilissima in generale ma almeno nel mio caso particolare serve solo a far lavorare burocrazia e tecnici… ma sicuramente sono io che sbaglio.
La casa si trova in un’altra città, quindi (dopo lunga attesa e a caro prezzo, per fortuna che il tecnico era un amico di un amico) ho ricevuto la certificazione in formato telematico e tale e quale l’ho girata al notaio. La risposta dello studio notarile è stata che non andava bene, chiedevano il pezzo di carta, la stampata a colori firmata dal tecnico, cosa in sé banale ma che mi avrebbe fatto perdere altro tempo, anche per altre circostanze che non vi sto a raccontare nel dettaglio.
Come alternativa, anche se meno gradita, mi è stato proposto l’invio dell’APE via PEC, però attenzione: esclusivamente dalla casella di posta certificata dello stesso tecnico alla casella di posta certificata del notaio, senza passaggi intermedi.
Ciò è stato fatto, ma a quel punto non andava bene la firma digitale del tecnico, perché scaduta… Secondo il tecnico ciò non toglierebbe validità all’APE, che comunque risulta alla Regione (non ho idea di chi abbia ragione), ma per accontentare il notaio ha fatto, sbuffando, un nuovo invio con firma aggiornata, che stata accettata.
Alla fine quindi sembra che ce l’abbiamo fatta.
Dopo queste peripezie (ogni singolo passaggio ha richiesto vari messaggi e varie telefonate di verifica e giorni di attesa, mica cinque minuti come per scrivere questo post ) però sono un po’ nervoso e mi chiedo se sia comunque bene ottenere la famosa stampata a colori con la firma del tecnico su un bel pezzo di carta, oppure se una volta rogitato posso dimenticarmi per sempre di questa benedetta certificazione.
Certificazione che tra parentesi nel mio caso certifica il nulla, cioè l’assenza di qualsiasi accorgimento di risparmio energetico, in un vecchio appartamento vuoto senza neanche un impianto, per cui… la certificazione energetica sarà utilissima in generale ma almeno nel mio caso particolare serve solo a far lavorare burocrazia e tecnici… ma sicuramente sono io che sbaglio.
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