Caro 'romo', vedo che hai metabolizzato il principio di diritto fissato dalla giurisprudenza in proposito (peraltro come ben ribadito nel mio e negli altrui responsi) però nel 'post scriptum' ne deragli col giudicarlo motivo di catastrofici effetti a danno dell'usufruttuario, ma per nulla configurabili. A conferma di ciò vado alle stesse tue ipotesi dei due compari marioli i quali han stipulato un contratto locativo alle spalle di costui rimastone ignaro.
1^ ipotesi ( usufruttuario non abitante nella casa locata a un terzo di buona fede). Venutone a conoscenza che può fare? Diffida il conduttore dal versare i canoni all'apparente 'locatore' e denuncia costui per truffa assieme al compare di merende. Il contratto è quindi nullo perchè "contrario a norme imperative" (essendo frutto d'un reato) e così davanti al giudice tutto si sistema.
2^ ipotesi (usufruttuario che invece ci abita). E' semplicemente paradossale. Te lo immagini il neo inquilino che gli si presenta alla porta con il contratto di locazione e come ne viene ricevuto?
Faccio al contrario una 3^ ipotesi: l'usufruttuario se ne sta in paciolle ai Caraibi insieme all'amante e di quella casa se ne strafotte visto che di quattro palanche lui non sa che farsene mentre tutti gli oneri e spese se li cucca il nudo (in tutti i sensi) proprietario. Al quale poveretto, visto che dati i tempi è ardua la vendita d'una nuda proprietà, che resta da fare?
L'unica cosa, grazie alla Cassazione, è quella di dare l'immobile in locazione e rifarsi almeno dei costi che attualmente vi incidono massicciamente a cura dei nostri avidi governanti.
A questo punto, come direbbero dalle parti di Gianco : cappitto mi hai?