cec

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Proprietario Casa
Buongiorno a tutti … chiedo consigli per acquisto immobile, sono la mamma.
La questione è già stata trattata e mi sono letta i post, mi restano alcuni dubbi.
Il figlio diciannovenne inizierà l'università fuori sede ed avrà bisogno di affittare una camera.
Con calma, sto valutando l'idea alternativa di acquistare un immobile con 3 camere nella città dove andrà a studiare in modo da non pagare l'affitto ed affittare le altre due stanze, c'è molta richiesta di camere anche da lavoratori (soprattutto ristrutturate), ho già visto qualcosa che potrebbe andare con dei lavori da fare.
Non sarebbe necessario un mutuo ma abbatteremo di molto le ns. finanze familiari.
Il denaro in banca non rende niente e sugli affitti, che già seguo per me e per conto di parenti , si riesce ancora ad ottenere qualcosa anche se i problemi ci sono...
Penso che su un affitto a studenti la possibilità di perdere denaro sia minore: il contratto è breve, si chiede la caparra e comunque i ragazzi che studiano fuori sede si spera che siano nelle condizioni economiche per farlo. Magari c'è il rischio che rovinino la casa, ma avendo il figlio presente spererei che questo non accada e comunque la potrebbero rovinare anche le famiglie...
Le domande che pongo sono queste:
  1. Intestare l'90% della proprietà al figlio (per lui agevolazioni prima casa, prende la residenza e paga quindi IMU prima casa). Genitori come seconda casa: 5% a me per gestire materialmente le locazioni e 5% a mio marito per poter usufruire delle detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni che dovremmo fare. Ho letto che il diritto alla detrazione spetta a chi sostiene l'onere (sarebbe il marito capiente) indipendentemente dalla percentuale di possesso. Problemi su questo? Il 10% in capo ai genitori costituirebbe anche un ostacolo alla vendita dell'appartamento da parte del figlio nel caso perdesse la testa.
  2. L'incasso degli affitti andrebbe quasi interamente al figlio che, dopo i primi due anni di residenza fuori dalla casa di famiglia, potrebbe arrivare al requisito di non essere fiscalmente a nostro carico con un reddito di almeno 6500 euro e pagare tasse universitarie molto più basse rispetto al nucleo familiare originario. La condizione di autonomia si ha quando l' alloggio non è di proprietà di un membro di quest’ultima; una quota di possesso del 5+5% annullerebbe il requisito?
  3. Naturalmente il denaro proverrà dal nostro conto, verrà indicato nell'atto notarile per dimostrarlo all'Agenzia delle Entrate in caso di controlli successivi (donazione indiretta)
  4. C'è poi la questione dell'altro figlio minore (16 anni) . Pensavamo di fare una scrittura privata nella quale il figlio maggiorenne dichiara di accettare l'operazione come prestito senza interessi che dovrà restituire. In caso contrario dovrà restituire al fratello la metà di quanto percepito o, alla nostra morte, far entrare questo importo nel passivo ereditario. Magari su questo se la cosa andasse in porto potrò sentire meglio il notaio, ma in linea generale è corretto?

Grazie a chi vorrà partecipare alla discussione.
 
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Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
Hai preso in considerazione diversi aspetti che riguardano il presente (e la possibilità di spendere il meno possibili di imposte per l’acquisto) ma, secondo me, ne hai trascurato uno abbastanza importante che riguarda il futuro: intestando la casa al figlio come prima casa (o comunque il 90%), non potrà comprarne un’altra come prima casa , quando, tra qualche anno, vorrà abitare in una città è in un immobile di sua scelta ( se non liberandosi di questa).
Il forum è pieno di situazioni del genere, con relativo “pentimento” .
Secondo me, se si desidera mantenere la proprietà a lungo, forse vale la pena di considerare di comprare a nome vostro come seconda casa, per poi continuare ad affittarla anche ad università dei figli terminata.
Se invece si pensa di non volerla tenere dopo la fine degli studi , bisogna valutare i costi (notaio, imposte, agenzia), per capire se il rendimento da locazione copra davvero tali spese

Inoltre , intestando al figlio, si corre il rischio che, in futuro (nonostante la fiducia attuale), si trovi in una situazione per cui decida di vendere comunque , contro il vostro parere. Potrebbe trovare qualcuno che compra il suo 90%, e poi vi metta in difficoltà , magari chiedendo la divisione giudiziale e , alla fine, comprando a prezzo di perizia il vostro 10%.

In definitiva, comprare cercando di risparmiare , pur comprensibile, potrebbe rivelarsi una scelta non ottimale in futuro.

Per il punto 4, trattandosi di una donazione indiretta, allla vostra morte la somma donata va sicuramente conteggiata per la successione, anche senza pattuizioni scritte.
 

cec

Membro Attivo
Proprietario Casa
Hai preso in considerazione diversi aspetti che riguardano il presente (e la possibilità di spendere il meno possibili di imposte per l’acquisto) ma, secondo me, ne hai trascurato uno abbastanza importante che riguarda il futuro: intestando la casa al figlio come prima casa (o comunque il 90%), non potrà comprarne un’altra come prima casa , quando, tra qualche anno, vorrà abitare in una città è in un immobile di sua scelta ( se non liberandosi di questa).
Il forum è pieno di situazioni del genere, con relativo “pentimento” .
Secondo me, se si desidera mantenere la proprietà a lungo, forse vale la pena di considerare di comprare a nome vostro come seconda casa, per poi continuare ad affittarla anche ad università dei figli terminata.
Se invece si pensa di non volerla tenere dopo la fine degli studi , bisogna valutare i costi (notaio, imposte, agenzia), per capire se il rendimento da locazione copra davvero tali spese
Grazie per la considerazione, in realtà avevo valutato questo aspetto, anche se non l'ho scritto. La città è vicina a dove abitiamo ma non tanto da permettere lo spostamento giornaliero del ragazzo: 80 km a/r di brutta strada non collegata con i mezzi pubblici se non con pochissime corse. Non avremmo diritto neanche alla detrazione di affitto universitario nel caso di locazione perchè minore ai 100 km.
Dopo i 5 anni del corso universitario, corrispondente al periodo nel quale si può procedere alla vendita dell'immobile senza perdere i requistiti prima casa, lui sarebbe libero di vendere e/o ricomprare dove vuole.
Si, ci sarebbe il costo del notaio e le eventuali imposte sul riacquisto ... ma questo lo valuterà lui al momento. Se acquistiamo noi come seconda casa solo di IMU siamo sui oltre i 2000 annui, oltre le maggiori (molto) imposte di acquisto attuali.
L'idea era comunque collegata ad un discorso di investimento ed anche di responsabilizzazione del figlio che, con i proventi dell'affitto, dovrebbe gestirsi autonomamente tutte le spese, senza il nostro intervento.
 
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vittorievic

Membro Senior
Proprietario Casa
ma non ci sono più i pensionati universitari? Mi ricordo, seconda metà degli anni '60 a Milano, di un mio compagno che prima Stava alla Casa dello studente in Viale Romagna, poi al pensionato di Sesto S. Giovanni lungo il Viale Fulvio Testi ed infine al Pensionato di Via Bassini. Certo bisognava avere determinati requisiti di reddito e stare in pari con gli esami altrimenti "rahus".
 

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