Ribadisco che con il guazzabuglio d'informative e domande esposte da 'forest' enucluearvi dei concetti attendibili è ardua impresa. Mi limito quindi ad alcune considerazioni.
= Ho letto d'esservi un notaio pronto a rogitare la compravendita indipendentemente (cosa però assai dubitabile) dall'assenza della concessione edilizia che, tuttavia, sarebbe già stata acquisita e soltanto da materialmente "ritirare". Mah! Peraltro la concessione la vuole avere la banca prima di concedere il mutuo e senza il quale la vendita non può di fatto aver luogo. Qui si è davanti al solito cane che si morde la coda: l'atto non si fa, sicché vado alle spiegabili motivazioni.
= In base al compromesso spetta al promissario acquirente il compito/obbligo di disporre della 'concessione'; cosa che ancora manca; si possono solo formulare delle ipotesi.
1 ) La 'concessione' è vigente ma giace in una scrivania comunale in attesa che qualcuno la venga a prendere. Se è così la mancata diligenza al riguardo è di entrambe le parti interessate e non a mio avviso del solo promissario acquirente, essendo il suo compito circoscritto "all'ottenimento della concessione in sanatoria". Non pure al ritiro materiale.
2 ) La concessione invece risulta non ancora rilasciata poiché:
a ) il promissario acquirente dell'introdurre e coltivare la pratica se n'è bellamente fregato.
In tal caso la responsabilità della fallita compravendita è tutta sua sotto ogni aspetto.
b ) viceversa costui s'è dato al riguardo da fare in maniera dimostratamente adeguata, con tutta la necessaria documentazione. Ciononostante la concessione latita. I motivi possono allora essere di vario genere anche d'ordine giuridico. Nel caso in questione uno potrebbe consistere nel fatto d'avere l'organo pubblico rilevato nella pratica che la richiesta di 'concessione' non l'ha avanzata il proprietario ma un terzo estraneo e privo, a riguardo dell'immobile, d'alcun titolo. Infatti può ben essere che il promissario acquirente v'abbia nella fattispecie allegato il 'compromesso' (idoneo a mio avviso come tale nel supplire alla mancata 'autorizzazione specifica' del titolare al terzo d'attivare la pratica); ma questo sul piano legale non basta. Infatti per legittimare in tal senso il promissario acquirente occorre anche la prova certa che costui abbia già il possesso di fatto e giuridico dell'immobile in compravendita. Può essere questa nel tuo caso, 'forest', la ragione? Vallo a sapere.
Qualora lo fosse ritengo che, integrando la pratica, con una formale dichiarazione firmata da entrambe le parti di già avvenuta immissione del promissario nel possesso di fatto e di diritto nell'immobile, il tuo problema sarebbe così risolto. Dunque, muover le chiappe per andare in Comune a vedere come stanno le cose, perché no?