Agosto 2016 ricevo da un piccolo Comune sud Sardegna, da cui sono via da molto, un accertamento, ICI non pagata, anno 2011, per due immobili censiti al Catasto Edilizio. Cado dalle nuvole perché non ne ho.
Con l'aiuto di un tecnico scopro che si tratta di due immobili derivanti da una divisione, anno 1980, di terreni di mio padre e mio zio.
Questi due immobili all'epoca erano rurali e avevano mappali del Catasto Terreni. Diversi da quelli dell'accertamento ricevuto che erano diventate particelle del Catasto Edilizio Urbano.
Il tecnico mi spiega che a seguito di una legge, forse del 1998, i fabbricati rurali che non hanno più i requisiti, dovevano passare al Catasto Edilizio e forse il passaggio l'ha fatto d'ufficio il Catasto.
Ma i fabbricati rurali della divisione, di cui uno era andato ad altra persona, l'altro, composto da due mappali, era stato da ma venduto, con atto, nel 1995 (ben prima della legge) e l'acquirente l'ha demolito e costruito, con regolare licenza, un immobile con due particelle.
Ho fatto una istanza, nel 2016, al Catasto per la correzione; ed ha soppresso l'intestazione in capo a me.
Il Catasto non mi ha dato comunicazione ma il tecnico mi ha stampato la soppressione eseguita.
Andata in Comune per spiegare, ma il responsabile dice verbalmente che fino al 2016 devo i tributi.
Non mi è rimasto che fare il ricorso per riesame e annullamento.
Il Comune non mi risponde fino ad ora, maggio 2019, dicendo che ha riesaminato, ha ridotto la percentuale di possesso ad un immobile ed ha allegato un accertamento uguale al precedente: con più interessi.
L'importo non è molto alto ma considerate che dovrò pagare in seguito 2012 -13 -14 -15 -16.
Ora vi domando: 1) E' regolare che devo il tributo fino al 2016 ?
2) Può essere intervenuto il silenzio-assenso per il tempo che ha risposto il Comune ?
3) Può convenire continuare a fare ricorso dato che poi alla Commissione mi dicono che si paga per l'iscrizione ?
Con l'aiuto di un tecnico scopro che si tratta di due immobili derivanti da una divisione, anno 1980, di terreni di mio padre e mio zio.
Questi due immobili all'epoca erano rurali e avevano mappali del Catasto Terreni. Diversi da quelli dell'accertamento ricevuto che erano diventate particelle del Catasto Edilizio Urbano.
Il tecnico mi spiega che a seguito di una legge, forse del 1998, i fabbricati rurali che non hanno più i requisiti, dovevano passare al Catasto Edilizio e forse il passaggio l'ha fatto d'ufficio il Catasto.
Ma i fabbricati rurali della divisione, di cui uno era andato ad altra persona, l'altro, composto da due mappali, era stato da ma venduto, con atto, nel 1995 (ben prima della legge) e l'acquirente l'ha demolito e costruito, con regolare licenza, un immobile con due particelle.
Ho fatto una istanza, nel 2016, al Catasto per la correzione; ed ha soppresso l'intestazione in capo a me.
Il Catasto non mi ha dato comunicazione ma il tecnico mi ha stampato la soppressione eseguita.
Andata in Comune per spiegare, ma il responsabile dice verbalmente che fino al 2016 devo i tributi.
Non mi è rimasto che fare il ricorso per riesame e annullamento.
Il Comune non mi risponde fino ad ora, maggio 2019, dicendo che ha riesaminato, ha ridotto la percentuale di possesso ad un immobile ed ha allegato un accertamento uguale al precedente: con più interessi.
L'importo non è molto alto ma considerate che dovrò pagare in seguito 2012 -13 -14 -15 -16.
Ora vi domando: 1) E' regolare che devo il tributo fino al 2016 ?
2) Può essere intervenuto il silenzio-assenso per il tempo che ha risposto il Comune ?
3) Può convenire continuare a fare ricorso dato che poi alla Commissione mi dicono che si paga per l'iscrizione ?