sergio gattinara

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Proprietario Casa
:ok::fiore::ok::applauso:
Se per baggianate intendi l'accostamento animali domestici con le donne devo dire che chi per primo ha inserito le donne nei sentimenti sei stato tu.
Se per baggiate intendi i miei interventi ti sbagli di grosso, vatteli a rileggere.
I discorsi da mercato del fieno, mi dispiace, ma li fai tu.
Ricordatevi voi tutti animalisti convinti che parlate di intelligenza del cane che, secondo Mac Lean (1970) il cervello degli animali vertebrati (sottoregno al quale appartiene la razza umana) è trino: archipallio,paleopallio e neopallio.
Nel corso del processo evolutivo dei primati, la componente corticale acquista sempre maggior rilevanza anatomica, fino a costituire, nell’uomo, i due terzi della massa cerebrale nel suo insieme, grazie alla prorompente presenza delle circonvoluzioni e al progressivo espandersi nella porzione frontale. E’ in virtu’ di questo arricchimento che l’uomo possiede il ricco sviluppo delle abilita’ cognitive, ovvero e’ capace di intessere relazioni sociali, costruire ipotesi, piani e programmi, ecc.
La Terza unità funzionale del Neopallio e’ deputata alla FORMULAZIONE delle INTENZIONI, dei PIANI e dei PROGRAMMI attuativi ed alla VERIFICA della loro corretta traduzione effettuale. La definizione stessa dei compiti propri di questa unita’ ne esprime un livello cosi’ elevato che solo e’ compatibile con la massima espressione evolutiva filogenetica; con l’acquisizione, cioe’, del contingente neuronale della porzione prefrontale del lobo frontale, esclusiva dell'uomo.
Questo E' SOLO PRESENTE NELL'UOMO; ecco perché l'intelligenza ( intesa come leggere-tra o leggere oltre) è peculliare dell'uomo e non può sussistere negli altri animali.
Come la Seconda Unita’ Funzionale e’ deputata all’ACCOGLIMENTO ed all’ELABORAZIONE dell’INFORMAZIONE AFFERENTE (che è più sviluppana negli altri animali), cosi’ la Terza Unita’ Funzionale e’ deputata all’ELABORAZIONE di ESPRESSIONI “MENTALI”
E’ in questo contesto che originano le intenzioni e sono formulati i piani ed i programmi. Queste cortecce, infatti, sono in grado di procedere alla sintesi dell’insieme di afferenze d’origine ubiquitaria nel cervello (i nuclei ventrali e mediali del talamo, tutta la corteccia cerebrale, i nuclei della base) sia per la genesi dell’efferenza sia per la sua regolazione nel divenire motorio.

Così mi sono tolto l'ultima pagliuzza di fieno che mi era rimasta accidentalmente tra le chiappe frequentando questo thread?
 
J

JERRY48

Ospite
Dipende dalla definizione di intelligenza, se per intelligenza, si intende andare sulla Luna, no gli animali non sono intelligenti. Ma allora non lo sono neppure le molte popolazioni primitive che adorano la Luna. Se per intelligenza si intendono capacità cognitive in grado di dare risposte flessibili alle modificazione dell'ambiente, sia naturale che sociale, allora dobbiamo dire che moltissimi altri animali sono dotati di intelligenza.
Ritengo che il concetto dualistico di istinto e di intelligenza per dividere il comportamento umano da quello animale abbia una forte componente creazionistica e teleologica: dobbiamo essere per forza diversi dagli altri animali perché siamo al vertice della natura e siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio.
Nella foresta si sono progressivamente evoluti e specializzati gli scimpanze e i gorilla che hanno vinto nella competizione ecologica per le risorse nella quale le scimmie attuali si sono rivelate più efficienti. Anche nella savana la competizione ecologica con l'uomo e le sue nascenti forme li ha visti perdenti. Non si creda però che fossero forme primitive. Erano invece specie di grande successo ecologico infatti alcune sono prosperate oltre un milione di anni. Noi, in paragone, come forma moderna siamo qui solo da 300.000 anni: e – secondo alcuni - siamo già stupidamente sull'orlo dell'estinzione proprio a causa di noi stessi!!!
 

Acacerulen

Membro Ordinario
Dipende dalla definizione di intelligenza, se per intelligenza, si intende andare sulla Luna, no gli animali non sono intelligenti. Ma allora non lo sono neppure le molte popolazioni primitive che adorano la Luna. Se per intelligenza si intendono capacità cognitive in grado di dare risposte flessibili alle modificazione dell'ambiente, sia naturale che sociale, allora dobbiamo dire che moltissimi altri animali sono dotati di intelligenza.
Ritengo che il concetto dualistico di istinto e di intelligenza per dividere il comportamento umano da quello animale abbia una forte componente creazionistica e teleologica: dobbiamo essere per forza diversi dagli altri animali perché siamo al vertice della natura e siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio.
Nella foresta si sono progressivamente evoluti e specializzati gli scimpanze e i gorilla che hanno vinto nella competizione ecologica per le risorse nella quale le scimmie attuali si sono rivelate più efficienti. Anche nella savana la competizione ecologica con l'uomo e le sue nascenti forme li ha visti perdenti. Non si creda però che fossero forme primitive. Erano invece specie di grande successo ecologico infatti alcune sono prosperate oltre un milione di anni. Noi, in paragone, come forma moderna siamo qui solo da 300.000 anni: e – secondo alcuni - siamo già stupidamente sull'orlo dell'estinzione proprio a causa di noi stessi!!!
vero :applauso::applauso::applauso::applauso::applauso::applauso::applauso::applauso::applauso::applauso::applauso::applauso::applauso:
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
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Dipende dalla definizione di intelligenza, se per intelligenza, si intende andare sulla Luna, no gli animali non sono intelligenti. Ma allora non lo sono neppure le molte popolazioni primitive che adorano la Luna.

A parte il taglio razzista di questa affermazione (è come se avessi detto che i Beagle sono più intelligenti dei pastori maremmani), qui si parla in senso lato del termine uomo e non di bianchi che sono di intelligenza superiore rispetto ai neri. Mi dispiace ma la tua affermazione è completamente sbagliata.

Se per intelligenza si intendono capacità cognitive in grado di dare risposte flessibili alle modificazione dell'ambiente, sia naturale che sociale, allora dobbiamo dire che moltissimi altri animali sono dotati di intelligenza.

Infatti è proprio vero quello che tu sostieni che moltissime razze animali stanno scomparendo (lo sostiene il WWF) a causa delle modificazioni ambientali apportate dall' uomo. Mentre leggevo il tuo intervento ho pensato ai trichechi nel Sahara che roteano le loro pinne nella sabbia del deserto o alle renne che trainano i turisti lungo le strade delle Barbados. Mio caro, l'uomo è l'unico animale che si sa adattare, e quindi vivere, alle modificazioni ambientali infatti si trova al polo Nord e all'equatore. Tu, erroneamente, pensi che l'istinto di conservazione della specie sia intelligenza.

Ritengo che il concetto dualistico di istinto e di intelligenza per dividere il comportamento umano da quello animale abbia una forte componente creazionistica e teleologica: dobbiamo essere per forza diversi dagli altri animali perché siamo al vertice della natura e siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio.

Guarda che ci sono anche atei che sostengono la differenza tra istinto ed intelligenza.

Noi, in paragone, come forma moderna siamo qui solo da 300.000 anni: e – secondo alcuni - siamo già stupidamente sull'orlo dell'estinzione proprio a causa di noi stessi!!!

Questa è l'unica affermazione giusta che hai detto, comunque, anche dal punto paleontologico 300.000 anni non sono pochi.
 

Acacerulen

Membro Ordinario
Mio caro, l'uomo è l'unico animale che si sa adattare, e quindi vivere, alle modificazioni ambientali infatti si trova al polo Nord e all'equatore. Tu, erroneamente, pensi che l'istinto di conservazione della specie sia intelligenza.
:-o:-o:domanda::domanda::domanda:
l'uomo è un animale troppo giovane, comunque fa di tutto per scomparire presto. L'evoluzione della specie di organismi che ci hanno preceduto è stata quella che ad una sempre maggiore evoluzione si arriva ad un punto in cui questa è massima e contestualmente si assiste alla scomparsa. Sarà un caso o una caratteristica evolutiva ? :domanda::domanda::domanda::domanda::domanda::domanda::domanda::domanda:
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
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Siccome lo strumento deputato a capire, a ragionare, a scoprire ed a risolvere problemi non è il fegato o il cuore (organi dei quali sono dotati tutti gli appartenenti al sottoregno animale dei vertebrati) ma è il cervello, di cui sono ugualmente dotati in modo differente tutti gli animali vertebrati riscrivo in maniera dettagliata l’ipotesi di Mac Lean che è quella universalmente accettata a riguardo della struttura e delle funzioni del cervello.
Secondo lo scienziato britannico Paul Mac Lean (1913-2007) nel suo enunciato “ Triune Brain and the Origin of the “immense Power Being” pubblicato nel 1970 e ripreso nel 1990, il cervello dei vertebrati , sottoregno della specie animale che include anche la razza umana, presenta una organizzazione strutturale e funzionale gerarchica caratterizzata da tre “cervelli” sviluppatisi nel corso dell’evoluzione di ciascuna specie animale, uomo compreso; questi tre cervelli si sono formati sovrapponendosi ed inglobandosi l’uno con gli altri due.
Ciascuno di questi cervelli presenta distinte caratteristiche strutturali che lo differenziano dagli altri due ma contemporaneamente è interconnesso ed interagente con essi.
Si tratta di un cervello trino dove ciascun cervello, pur mantenendo un certo livello di indipendenza funzionale , lavora in modo integrato con gli altri due.
Ciascun cervello ha la sua intelligenza specifica, la sua memoria, il suo senso del tempo e dello spazio ed il suo tipo di attività e di funzione.
Il primo dei tre cervelli, quello più antico, è detto Archipallio ma in gergo si definisce “rettiliano” perché posseduto da quei rettili (che non appartengono a nessuna delle quattro classi di rettili attualmente viventi) che sono considerati precursori dei mammiferi.
Sulla base di osservazioni etologiche il cervello rettiliano è in grado di eseguire forme di comportamento stereotipate, stabilite geneticamente, come: la presa di possesso e la protezione del proprio territorio; il cacciare; i riti di accoppiamento; l’accoppiamento; l’imprinting ed il formare gerarchie sociali. (questi comportamenti non possono essere considerati intelligenza)
Questi programmi comportamentali geneticamente prestabiliti, mediati dal cervello rettiliano sono presenti anche nell’essere umano, solo che, grazie allo sviluppo degli altri due cervelli, subiscono una mediazione che li svincola da quel rigido vincolo genetico che caratterizza gli organismi dotati del solo Archipallio. (infatti se due uomini si picchiano per avere una donna o per il possesso di un terreno sono considerati due cogli..ni)
Il secondo cervello si è sviluppato sovrapponendosi all’Archipallio ed è composto da 3 regioni che nel loro insieme formano il Paleopallio detto anche “Sistema limbico” o “cervello dei mammiferi antichi”.
Le strutture palliali che costituiscono il Paleopallio consentono all’organismo in cui sono presenti di modificare il proprio comportamento sulla base dell’esperienza: infatti questa parte di cervello è capace di attribuire una valenza positiva o negativa agli stimoli, agli eventi incontrati, e di memorizzare sia tale esperienza sia il valore ad essa associato in modo da utilizzarla per guidare i comportamenti futuri.
La prima regione è in gran parte responsabile delle sensazioni emotive e dei comportamenti finalizzati all’ autoconservazione e gli stati emotivi connessi; infatti media le funzioni primarie dell’alimentazione, della lotta e dell’autoprotezione.
La seconda regione, separata dalla prima da un setto, ha a che fare con gli stati emotivi e con i comportamenti che predispongono alla socievolezza, alla procreazione ed alla conservazione della specie. Stimolazioni con elettrodi del setto determinano reazioni di piacere e qualche volta l’erezione del pene, per cui si ritiene che tale parte del Paleopallio medi sensazioni e comportamenti legati alla riproduzione.
La terza regione che raggiunge il massimo sviluppo nella razza umana, è una struttura che sposta il comportamento socio sessuale dall’ olfatto alla vista. Questa affermazione è suffragata da esperimenti di stimolazione di determinate aree appartenenti alla terza regione le quali hanno scarsi collegamenti con la regione olfattiva mentre ne hanno molteplici con la regione visiva. Queste aree sono il nucleo talamico anteriore e quello mediale dorsale, che stimolate con elettrodi determinano l’erezione del pene.
(ecco spiegato il motivo per cui molteplici soggetti appartenenti alla razza umana si eccitano vedendo alcune parti anatomiche del sesso opposto al loro: gli impulsi elettrici che dall’ occhio arrivano al cervello, che ci permettono di vedere l’immagine che si è formata sulla cornea, vanno anche, in minima parte, nella terza regione del Paleopallio; gli altri animali maschi si eccitano con l’odore emesso dalle femmine, questo stimola la seconda regione del Paleopallio per cui generalmente il maschio vuole copulare e mette in atto tutti i comportamenti per compiere quello che quella parte di cervello lo stimola a fare).
(alla luce di ciò il tanto biasimato parroco di Porto Venere non ha detto proprio una fesseria fino in fondo: è una fesseria perché la razza umana può controllare attraverso la corteccia prefrontale (della quale parlo qualche riga più avanti) tutti gli stimoli emotivi eccitativi, tuttavia è appurato che ci siano soggetti che per qualche difetto neuronale della corteccia prefrontale non riescono a controllare l’eccitazione per cui si comportano come gli animali che sentono l’odore di una femmina recettiva.)
Il terzo cervello chiamato Neopallio o Neocortex è quello che si è formato più tardi ed è caratterizzato dalla comparsa della Corteccia Celebrale; è il cervello presente nei mammiferi evoluti. Anche questa parte di cervello è suddivisa in tre aree: cortecce primarie, aree corticali secondarie e aree terziarie.
Infine vi è la corteccia prefrontale che è bi-direzionalmente interconnessa con tutte le altre aree corticali e sottocorticali del Neopallio, dell’ Archeopallio e del tronco encefalico. La corteccia prefrontale per questa sua proprietà di interagire con le altre strutture è considerata una superstruttura terziaria sovrapposta a tutte le aree cerebrali: essa rende possibile, nel soggetto che la possiede, la formazione delle intenzioni, dei piani, dei programmi e la loro verifica.
La corteccia prefrontale del lobo frontale del terzo cervello è una esclusiva dell’animale uomo.

Ecco spiegato perché l’intelligenza è peculiare dell’uomo e non può sussistere nella medesima forma negli altri animali: l’uomo moderno si è inventato l’etologia che è una scienza che studia, cerca di capire ed interpretare, il comportamento degli altri animali nel loro ambiente naturale. Gli altri animali non stanno facendo altrettanto con noi, cioè non cercano di capire per quale motivo piano piano gli stiamo rendendo invivibile l’ambiente in cui loro vivono.
Mi risulta che l’intelligenza, intesa come capacità di “leggere-dentro “o “leggere-tra”, cioè capire quello che vuol dire un proprio simile, o un non proprio simile, attraverso la parola o attraverso il comportamento, è una prerogativa della sola razza umana e non del resto degli appartenenti al regno animale.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
:-o:-o:domanda::domanda::domanda:
l'uomo è un animale troppo giovane, comunque fa di tutto per scomparire presto. L'evoluzione della specie di organismi che ci hanno preceduto è stata quella che ad una sempre maggiore evoluzione si arriva ad un punto in cui questa è massima e contestualmente si assiste alla scomparsa. Sarà un caso o una
caratteristica evolutiva ? :domanda::domanda::domanda::domanda::domanda::domanda::domanda::domanda:

Oh :shock: quello che tu dici mi pare, per la prima volta, sensato. Cosa ti è successo???? Mi permetto però di farti notare che l'uomo, per allungare la sua agonia, si è dato da fare creando allevamenti animali e aumentando la produzione agricola in modo da garantirsi il cibo che è il carburante della vita. Gli altri animali no, non ce la fanno: quelli domestici devono essere alimentati dall'uomo e quelli selvaggi si arrangiano con quello che trovano fine a morire di fame.
 

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