Ci sono amministratori di piccoli condomini che spesso sono condomini loro stessi del condominio che amministrano e di solito svolgono un'altra attività lavorativa che non c'entra proprio niente con quella dell'amministratore. Bisogna anche dire che il loro compenso è minimo o addirittura svolgono questo compito gratis..
In genere comunque l''attività di amministratore con partita IVA (o socio di una società), assicurato presso altre forme previdenziali obbligatorie (in questo caso inps da lavoratore dipendente) o titolare di pensione, richiede l'iscrizione alla gestione separata INPS con versamento del 20% + lo 0.72% relativo al finanziamento di maternità, anf, degenza ospedaliera, malattia o congedo parentale calcolati sul compenso percepito dall'amministratore.
La ripartizione dell'onere contributivo sarebbe a carico di un terzo per l'amministratore e 2/3 per il condominio (sempre che condomini siano disposti a pagarlo, altrimenti se lo becca per intero l'amministratore).
Massimale di reddito e minimale per l'accredito contributivo per il 2013 sono, rispettivamente, di € 99.034,00 e di € 15.357,00 euro, quindi anche nel caso di un reddito annuo di 5/6000,00 euro richiede un versamento minimo di 3181,00 euro.
La gestione separata inps darà luogo, dopo anni di versamenti dei contributi ad una pensione a sè, non cumulabile con altri contributi inps.
Ovviamente oltre alla contribuzione obbligatoria c'è anche la tassazione IRPEF ( più alta del normale visto che si somma a quella del lavoro dipendente e di sicuro fa rientrare in uno scaglione superiore), IRAP, obbligo agli studi di settore, alla tenuta della contabilità e quant'altro, il che comporta non poche spese.
Bisogna appunto valutare se quanto rimane netto in tasca alla fine valga il notevole impegno economico, fisico e mentale dovuti.
Viste le poche ore disponibili io la vedrei più come un'attività da pensionati; conosco comunque dipendenti che, oltre al loro normale lavoro giornaliero, alla sera e nel fine settimana fanno i camerieri e sono pure in regola (viste le ispezioni frequenti nei pubblici esercizi).
Se ce la fanno loro...Saluti.
In genere comunque l''attività di amministratore con partita IVA (o socio di una società), assicurato presso altre forme previdenziali obbligatorie (in questo caso inps da lavoratore dipendente) o titolare di pensione, richiede l'iscrizione alla gestione separata INPS con versamento del 20% + lo 0.72% relativo al finanziamento di maternità, anf, degenza ospedaliera, malattia o congedo parentale calcolati sul compenso percepito dall'amministratore.
La ripartizione dell'onere contributivo sarebbe a carico di un terzo per l'amministratore e 2/3 per il condominio (sempre che condomini siano disposti a pagarlo, altrimenti se lo becca per intero l'amministratore).
Massimale di reddito e minimale per l'accredito contributivo per il 2013 sono, rispettivamente, di € 99.034,00 e di € 15.357,00 euro, quindi anche nel caso di un reddito annuo di 5/6000,00 euro richiede un versamento minimo di 3181,00 euro.
La gestione separata inps darà luogo, dopo anni di versamenti dei contributi ad una pensione a sè, non cumulabile con altri contributi inps.
Ovviamente oltre alla contribuzione obbligatoria c'è anche la tassazione IRPEF ( più alta del normale visto che si somma a quella del lavoro dipendente e di sicuro fa rientrare in uno scaglione superiore), IRAP, obbligo agli studi di settore, alla tenuta della contabilità e quant'altro, il che comporta non poche spese.
Bisogna appunto valutare se quanto rimane netto in tasca alla fine valga il notevole impegno economico, fisico e mentale dovuti.
Viste le poche ore disponibili io la vedrei più come un'attività da pensionati; conosco comunque dipendenti che, oltre al loro normale lavoro giornaliero, alla sera e nel fine settimana fanno i camerieri e sono pure in regola (viste le ispezioni frequenti nei pubblici esercizi).
Se ce la fanno loro...Saluti.