skizzatissima90

Nuovo Iscritto
Salve,
vorrei aprire un baby parking e volevo sapere se in un contratto ad uso abitativo posso adibirlo ad uso promiscuo con il solo inserimento di una clausola ("l'immobile è locato ad uso abitazione, restando oer altro consentito al conduttore di svolgere nell'immobile l'attività del tutto secondaria, causale o accessoria di..) senza dovere cambiare in comune il contratto di locazione da abitativo a commerciale.


Grazie, spero di essermi spiegata! :)
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Secondo me fare un'attività così delicata in locali non idonei ti pone in rischio di finire in gravi contestazioni da parte degli organi di controllo. Permettimi di vedere la problematica, non solo in funzione di una onerosa contravvenzione in caso di accertamenti, ma Dio non voglia che avvenga una piccola disgrazia a qualche bambino, le conseguenze penali potrebbero essere pesantissime, oltre che per il tuo buon nome. (Se però esistono termini di legge per fare queste attività marginali in locali abitativi, con profili fiscali agevolati, allora il termine del problema cambia.)
Adriano Giacomelli
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
Aparere di chi scrive la destinazione urbanistica in sè non è rilevante e puo' essre anche A/2-civile abitazione purchè vengano ripsettati i requisiti specifici rintracciabili presso organi competenti. Valga a conforto la tesi secondo la quale tempo si sentì parlare di aprire baby parkimg all'interno di condomini.

Per sapere di più e meglio dovresti rivolgerti alla Tua regione. Ma quanto scritto ( dal mio archivio, come passatomi da un collega) può darti delle " dritte"

APRIRE UN SERVIZIO PER L’INFANZIA
Le nuove opportunità nel settore dei servizi all'infanzia sono davvero numerose.
Dall'asilo nido nei luoghi di lavoro, ai baby parking condominiali, dall'asilo in casa al nido in campagna in una fattoria oppure in un agriturismo. --Ampia disponibilità e tante opportunità di lavoro per coloro che offrono strutture per l’infanzia, soprattutto per le strutture che ospitano bambini sotto i tre anni, che non possono ancora accedere alla scuola materna e che sono rimasti fuori graduatoria nei nidi pubblici.

LA NORMATIVA VIGENTE
Tale Legge in genere classifica le seguenti Strutture per l’Infanzia:
A. NIDI D’INFANZIA;
B. SERVIZI INTEGRATIVI (Centri per bambini e genitori, Spazi gioco, Servizi educativi familiari);
C. SERVIZI SPERIMENTALI (tra i quali rientrano i Baby Parking)
A1 - NIDO D’INFANZIA
Tale struttura è rivolta ai bambini di età compresa tra i tre mesi e i tre anni di età, deve garantire il servizio di mensa e il riposo in spazi attrezzati idonei, destinati esclusivamente ai bambini iscritti al servizio.
Rientrano in questa classificazione i:
- Nidi d’Infanzia a tempo pieno e parziale
- Micro-nidi con ricettività ridotta
- Nidi integrati alle Scuole dell’Infanzia
- Nidi condominiali
- Nidi aziendali

Il personale che lavora in tali strutture deve essere in possesso di uno dei seguenti titoli di studio:
- Diploma di Abilitazione all’Insegnamento nelle Scuole di Grado Preparatorio
- Diploma di Maturità Magistrale
- Diploma di qualifica di Assistente per l’Infanzia ovvero di Operatore dei Servizi Sociali, conseguito dopo un corso triennale e rilasciato da un Istituto Professionale di Stato
- Diploma di Maturità per Assistente di Comunità Infantile ovvero di Tecnico dei Servizi Sociali, conseguito dopo un corso quinquennale e rilasciato da un Istituto professionale di Stato
- Diploma di Maturità Tecnico-Femminile per Dirigenti di comunità
B2 - SERVIZI INTEGRATIVI
I Servizi integrativi con finalità educative, aggregative e sociali, ampliano l’offerta formativa dei Nidi d’Infanzia garantendo risposte differenziate e flessibili attraverso soluzioni diversificate sotto il profilo strutturale ed organizzativo, in risposta alle esigenze delle famiglie e dei bambini, anche accompagnati da genitori e altri adulti.
I Servizi integrativi sono caratterizzati inoltre dal fatto di essere privi della mensa e di spazi specificatamente dedicati al riposo dei bambini.
Rientrano in questa categoria:
- Centri per bambini e genitori. Accolgono bambini di età compresa tra i tre mesi e i tre anni con la presenza di genitori, familiari o adulti accompagnatori in spazi adeguatamente organizzati.
- Spazi gioco. Per bambini tra i 18 e i 36 mesi. Prevedono una frequenza flessibile e preventivamente concordata con la famiglia per un tempo non superiore a 5 ore giornaliere anche su giornate non continuative.
- Servizi educativi familiari. Prevedono l’affidamento a educatori, di bambini di età inferiore ai 3 anni in modo stabile e continuativo. Possono essere realizzati a casa delle famiglie dei bambini o se dotato di spazi adeguati, presso il domicilio degli educatori stessi.
Il personale che lavora in tali strutture deve essere in possesso del titolo di studio previsto per i Nidi d’infanzia.
COME APRIRE UN ASILO NIDO PRIVATO
Il bisogno di asili nido è forte nelle grandi città come in quelle più piccole, al Nord come al Sud dove la fa ancora da padrona la tradizionale scuola materna. Bisogna però ammettere che, anche sotto il profilo della resa economica, le nuove specializzazioni di asilo sono un'opportunità più ghiotta dei nidi tradizionali dove i costi di personale, affitto e utenze in molti casi mettono a dura prova la redditività aziendale. Inoltre, grazie alla possibilità di avvalersi dei contributi pubblici o di quelli aziendali (nel caso dei nidi aziendali), si riescono ad alleggerire gli investimenti per lo start up. Non solo. Anche il peso burocratico è alleggerito nelle nuove formule. Per chi avvia un piccolo nido in casa non è necessario nemmeno costituire un'impresa (di solito sono cooperative o società di persone) ma basta avere partita IVA e iscriversi all'lnps come assistenti di infanzia.
Attenzione però a non credere a facili improvvisazioni. Il lavoro, oltre a comportare evidenti responsabilità richiede anche grande abilità gestionale e ottime capacità di relazione con i genitori. Ma come si comincia? E' sempre meglio partire in piccolo così si limita all'osso il personale dipendente e le assunzioni a tempo indeterminato.
Con rette mensili intorno ai 400-500 euro, se ci lavorano 2-3 persone e l'attività funziona, dopo un anno e mezzo si rientra dall'investimento.
Per un asilo ci vogliono circa 30-40 mila euro per arredare zona notte, pranzo e gioco, attrezzature varie (proiettore, videoregistratore...), giochi e materiale didattico. Per gli asili condominiali, baby parking, ecc. gli investimenti sono decisamente più bassi quando non addirittura assenti, come nel caso dell'asilo in azienda dove è la stessa ditta ad approntare la struttura. In più, sono minori anche i costi di gestione: affitto, personale, utenze, assicurazioni.
Informazioni, consigli, finanziamenti, franchising o partner per aprire un asilo nido si trovano sul sito www.asilinido.biz.
Consulta i siti delle aziende Partner e confronta le proposte.
In alcune città, per poter aprire l’Asilo Nido è necessario presentare domanda al Dirigente dei Servizi Educativi all’Infanzia e la Famiglia del Comune , che sentito il parere della Commissione Tecnica, rilascia o nega l’autorizzazione al funzionamento.

3 – SERVIZI SPERIMENTALI (BABY PARKING)
« I soggetti pubblici, del privato sociale e privati, al fine di rispondere a specifiche esigenze presenti sul territorio, possono promuovere e istituire servizi socio-educativi sperimentali per la prima infanzia. »
Tra questi Servizi sperimentali rientrano i BABY PARKING definiti come servizi ricreativi, che vengono così descritti:
« Possono inoltre essere attivati servizi ricreativi che offrono ai bambini opportunità educative e formative attraverso la realizzazione di laboratori e atelier affidati a personale con specifica qualifica professionale nonché occasioni estemporanee di gioco e socializzazione, con la presenza di animatori con competenze nell’ambito socio-educativo per la prima infanzia, in luoghi appositamente strutturati che garantiscano sicurezza e igiene.»
I BABY PARKING sono strutture dedicate a tutti i genitori che hanno la necessità di lasciare per brevi periodi i figli in custodia e necessitano di un posto sicuro e fidato. Sono aziende private dotate di personale qualificato e professionale.
Sono le strutture per l’infanzia più semplici da aprire.
Se non vuoi destreggiarti fra complicate normative escludi nidi, asili e ludoteche e decidi per un BABY PARKING: uno spazio gioco che ospita per poche ore bambini fino a sei anni. Non esiste una legge nazionale che ne stabilisca le caratteristiche, le uniche norme da rispettare sono quelle sanitarie e di sicurezza dettate dai regolamenti locali (che si possono chiedere all'Asl).

E se in Piemonte, la sola regione ad aver fatto una legge specifica per i BABY PARKING, sono obbligatori il diploma magistrale, o una laurea in scienze dell'educazione, o una specializzazione nell'assistenza all'infanzia, in altre regioni non occorre un titolo di studio specifico. Nei BABY PARKING, poi, non si mangia: e questo semplifica ulteriormente le cose. Il primo passo è trovare uno spazio adeguato, meglio se vicino ai negozi- il centro deve poter ospitare da 10 a 25 bambini, perché, se le mamme si trovano bene, il passaparola fa crescere il numero dei piccoli clienti alla svelta. lo spazio ottimale è di 200 metri quadrati e per l'arredamento la spesa si aggira sui diecimila euro, rivolgendoci a un'azienda specializzata in strutture per l'infanzia. Infatti non basta fare scorta di giocattoli, serve che tutto sia colorato e a misura di bambino, inclusi tavolini, sedioline, sanitari, armadietti bassi. Il rischio, altrimenti, è di trasformare un servizio utile alle mamme in un freddo parcheggio a ore-Bisogna avere a cuore il benessere dei piccoli ospiti e imparare a intrattenerli, anche chiedendo consigli a chi ha già fatto l'esperienza».
E i guadagni? Per essere competitivi bisogna risultare convenienti rispetto a una baby sitter-E quindi è bene informarsi sulle tariffe delle "tate" in zona. Quando l'attività è avviata si guadagna l'equivalente di un buono stipendio.
Consulenza e assistenza. Serve una consulenza su come muovere i primi passi o per accedere a finanziamenti agevolati? Ci si può rivolgere: ai Comitati per l'imprenditoria femminile presenti in molte Camere di commercio; agli assessorati alle Attività produttive della propria Regione e Provincia; ad agenzie e associazioni che offrono consulenza gratuita.
 

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